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La solita sveglia delle 7.30 a.m. mi fa sobbalzare e impreco perché ho troppo sonno per alzarmi, ma lo faccio lo stesso, mi trascino fuori dal letto e con gli occhi socchiusi faccio per andare in bagno a lavarmi ma inciampo in un mucchio di vestiti e mi ritrovo con la faccia sul pavimento freddo. A fatica mi rialzo e mi dirigo in bagno massaggiandomi la guancia per la botta, apro il rubinetto e faccio scorrere l'acqua fredda, metto le mani a coppa e le riempio d'acqua, me la butto in faccia e la strofino con un po' di sapone, tanto che il trucco restante di ieri cola un po' da sotto gli occhi. Faccio una doccia e cambio intimo, torno in camera con indosso solo la lingerie, apro l'armadio e prendo un paio di jeans chiari a vita alta e una maglietta nera corta a maniche lunghe, Timberland e la mia bellissima sciarpa dei Grifondoro. Vado in bagno e mi trucco come ieri e lavo i denti; preparo lo zaino metto tutto dentro tranne il libro di algebra, che uso per ripassare mentre scendo le scale e preparo il caffè, lo metto in un termos ed esco di casa.

Vedo Emily, sta volta mi guarda scendere le scale, e le sorrido mentre il pensiero di spaventarla un'altra volta si rimpicciolisce dalla mia testa. E' vestita con dei jeans scuri che le fasciano il sedere tonico, e ha un maglioncino di cashmire corto verdino scuro che le scopre la pancia super piatta, cavolo faranno 5 gradi! Ma non ha freddo, un paio di Vans basse e lo zaino portato solo per la spallina destra. Ricambia il mio sorriso e le offro del caffè ma dice che vuole prenderlo al bar; ci fermiamo alla Starbucks ma entra solo lei, l'aspetto fuori e andiamo a scuola, sta volta guardiamo bene se ci fosse stato qualcuno con in programma di ucciderci, ma attraversiamo la strada sane e salve.

Entriamo a scuola e saliamo al piano di sopra andiamo ognuna ai rispettivi armadietti e dopo ci saremmo ritrovate davanti l'aula di italiano al piano di sotto per la prima ora. Apro il mio armadietto, i ritagli di giornale dei miei idoli Ed Sheeran, Dylan O'Brien, Jesse Williams, Heath Ledger e Jennifer Lawrence, sono sparse per tutta la anta di metallo, e fisso Dylan immortalato con una faccia strana e sorrido, prendo i libri di italiano e poso quelli di fisica e storia inglese.

Faccio per scendere le scale ma qualcuno mi intruppa facendo cadere i libri che tengo in grembo e la sciarpa, mi precipito a raccoglierli e così fa anche la figura che ho davanti, alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi, quegli occhi verdi-azzurri che mi fanno sognare. Si alza porgendomi i libri e la sciarpa, fissandola e sorridendo:- Attenta alle scale, a loro piace cambiare- riconosco la citazione, Harry Potter, una delle mie grandi passioni, capisco che lo conosce e sto al gioco- 10 punti a Grifondoro- dico con sicurezza- Conosci Harry Potter?-dice -Ovvio, metterei una sciarpa così se non se sapessi il significato, come fa la maggior parte della gente pur di far vedere che lo conosce- dico con sicurezza ma me ne pento subito merda! Non potevi semplicemente dire di si?! Ora ti prenderà per una psicopatica!!- Esatto, lo penso anch'io, sono dei merdosi- mi sussurra l'ultima parte guardandosi intorno per vedere se eravamo osservati, e scoppio in una risata che contengo mettendomi la mano davanti la bocca- Sono Jackson Bennett- dice sfoderando un sorriso perfetto e allungandomi la mano- Aubrey Ferris- ribatto, la sua mano calda incontra il freddo della mia, e la riscalda come un fuoco che mi fa venire i brividi. Faccio per andarmene ma:- Ehi senti, ti va di venire a sentire la mia band al locale in fondo alla strada domani sera verso le 9 p.m.? Siamo i Moonlight Waves, porta chi vuoi, è gratis- dice con un tono un po' timido e affondando le mani in tasca -Certo, mi piacerebbe- dico sorridendo, ricambia il mio sorriso e se ne va, mi giro e noto con molta sorpresa che in quell'esatto momento si era voltato per guardarmi. Colto alla sprovvista arrossisce e si gira di scatto, ed io mi sforzo di non ridere, ma la mia bocca forma un sorriso, mentre cammino.

Mi dirigo quasi correndo nell'aula di italiano e la lezione comincia proprio nell'attimo in cui entro in classe; dopo una noiosissima lezione, ecco salire l'ansia: il compito di algebra. Io ed Emily andiamo titubanti verso la classe di matematica, ci sediamo e la professoressa Davenport, una vecchietta, innocua ma spietata, bassa e grassottella, con il doppio mento e un paio di occhiali tondi messi proprio sulla punta del naso da befana, ci distribuisce i test e si siede:- Allora ragazzi- dice moolto lentamente- questo compito è molto facile- certo per lei è facile per forza, insegna algebra!!- e allo stesso tempo molto importante, infatti il risultato influirà sul 46,3 % del voto finale per l'ammissione all'università. Perciò impegnatevi.. Avete 60 minuti esatti a partire da ora- mi fiondo sulla prima domanda e scrivo le equazioni, le sviluppo ma non escono, così ci riprovo ancora e ancora finché il risultato non mi sembra abbastanza "normale". Alla fine del tempo avevo finito ma non ero del tutto sicura.

Grazie a Dio scampo all'interrogazione di storia inglese, lo stesso non si può dire per Emily che invece è stata presa alla sprovvista, ma nonostante pensassi non avesse studiato riesce a prendere un bel voto, una B+ credo. Il compito di chimica è andato stranamente bene, eppure non avevo studiato poi benissimo, però meglio così.

Al suono della campanella sento il mio stomaco brontolare e mentre ci dirigiamo verso casa le chiedo se vuole pranzare da me e accetta volentieri. Arriviamo a casa e ordiniamo del cibo indiano; nel frattempo racconto ad Emily del ragazzo delle scale, e quando le dico chi fosse e dove ci aveva invitate:- OH MIO DIO!! Non mi posso credere! Jackson Bennett! Sai chi è il suo migliore amico? Jason Volley! E' tipo WOW, entrambi sono WOW e noi andremo al loro concerto!- urla e batte le mani come una bambina felice e rido fragorosamente ma si interrompe- E cosa ti metterai?- il campanello suona e vado ad aprire al fattorino col portafogli in mano:- Ehm, non so, pensavo a dei leggings e magari qualcosa di non troppo elegante, non credo sia una cosa formale- ma mi zittisce subito- NO! Ma non capisci, Jackson Bennett ti ha notata e probabilmente non si accorgerà nemmeno che tu sei lì se non fai luccicare quella terza che ti ritrovi- indicando con il mento il mio seno, scuoto la testa in segno di disapprovazione ma allo stesso tempo ci penso e concludo che ci avrei pensato il giorno seguente. Mangiamo e facciamo i compiti per l'indomani, e verso le 10 p.m. Emily si incammina per casa sua. Salgo al piano di sopra e mi lavo, mi spoglio mettendomi il pigiama e infilandomi sotto il piumone caldo del mio letto, cerco di prendere sonno ripensando a quell'incontro e a quello che mi avrebbe aspettato tra meno di 24 ore. Era stato così dolce, in fondo non ci conosciamo per niente, ma è stato gentile ed il fatto che conosca Harry Potter lo rende attraente più di quanto già non sia. Il modo in cui mi batte il cuore quando penso a lui è strano, non voglio innamorarmi.


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