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La mattina del giorno seguente procede per il meglio: prendo un voto alto al compito di biologia e il mio ragazzo che mi ruba baci ogni volta che ne ha l'occasione.
Subito dopo la scuola vado in biblioteca per anticiparmi i compiti, Jackson ha detto che mi avrebbe chiamata per venirmi a prendere. Lui e la sua band avrebbero avuto le prove nel pomeriggio per la grande serata. Dopo un paio d'ore sento squillare il telefono, rispondo subito appena vedo il nome di Jackson apparire sullo schermo:- Ehi splendore, ti aspetto nel parcheggio- e riattacca subito senza neanche lasciarmi il tempo di rispondere. Raccolgo la mia roba e mi avvio verso il parcheggio.
Appena raggiungo la macchina ed entro mi accoglie un ragazzo con i capelli più scapigliati del solito e sudati, indossa una tuta grigia ed un borsone rosso è poggiato sul sedile posteriore. Mi accoglie con un bel bacio caldo sulle labbra che ricambio appassionatamente:- Beh ciao- dico io appena ci separiamo- Ciao- mi fa eco lui.
-Allora, hai pensato al contratto?- spero davvero che accetti, vorrei tanto lavorare con lui, e che c'è di meglio che vedere più a lungo Jackson?
-Eccolo qui- e mi porge dei fogli un po' spiegazzati, ma sopra c'è la sua firma. D'istinto gli getto le braccia al collo e lo abbraccio, non dice niente, sento il suo respiro sul mio collo. Dopo qualche secondo ci stacchiamo e andiamo verso casa mia.
I ragazzi arrivano dopo un quarto d'ora e portano con loro le solite custodie, li ascolto mentre suonano e con il tempo ho anche imparato qualche canzone, certo non sono intonata come Jackson, ma devo dire che le loro canzoni sono davvero belle: parlano di cose vere, di emozione provate ed esperienze vissute, e questi elementi insieme creano dei bei testi.
Intanto si fanno le 5.30 ed è ora di andare a lavoro. Usciamo di casa ed arriviamo con un quarto d'ora di anticipo, non mi piace fare ritardo. Trovo Thomas intento a sistemare le lampadine sul palco e Kendall che pulisce il bancone e lo rifornisce di superalcolici.
Quando Thomas ci vede entrare salta giù dal palco e ci viene incontro:- Ciao Aubrey- mi saluta sorridendo.
-Ciao- gli rispondo- questi sono i Moonlight Waves- e indico con un gesto teatrale i quattro ragazzi dietro di me.
-Piacere, io sono Thomas- porge la mano a tutti i musicisti, e loro si presentano. Thomas fa vedere loro dove possono cambiarsi, e appena arrivano al palco rimangono a bocca aperta. Aprono le custodie e cominciano a sistemare gli strumenti.
Dopo Thomas viene da me, che sono stata ad osservare per tutto il tempo Jackson perché non fissasse il sedere di un'altra ragazza in minigonna che sgambetta per il locale, e mi porta nello spogliatoio dove sulla panca ci sono dei vestiti neri e bianchi.- Questa è la tua divisa, puoi indossarla come vuoi ma i colori devono essere questi, spero che ti stiano. Sentiti libera di chiudere a chiave la porta se vuoi- prima che esca lo chiamo e gli porgo il mio contratto e quello di Jackson-Per rendere le cose ufficiali- gli sorrido- Beh in questo caso tieni- tira fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio -questi sono i tuoi tavoli e gli orari-
-Grazie- gli rispondo sorridendo, a quel punto esce dalla stanza, ed io corro subito a chiudere la porta.
Mi spoglio e indosso i pantaloni e la camicia nera, mi stanno bene. Alla camicia è attaccata una targhetta di metallo con inciso il mio nome in stampatello nero. Lascio alla camicia i primi due bottoni aperti, lego il grembiule in vita e metto dentro la tasca il blocchetto e la penna per le ordinazioni, e il cavatappi. Piego i miei vestiti e li chiudo dentro un armadietto con su scritto il mio nome. Infilo il cellulare nella tasca dei pantaloni ed esco.
Il locale ha già qualche cliente, che prende le ordinazioni da Kendall. Ci sono altri camerieri, si avvicinano tutti insieme, mi sento arrossire per un attimo quando capisco che vengono verso di me, e vedo che con loro c'è anche Thomas. Mi si fermano davanti e quest'ultimo dice- Ragazzi, questa è Aubrey- il gruppo mi saluta in coro, sembra una riunione di un gruppo di recupero, però con più enfasi- Ciao- rispondo sorridendo- Aubrey questi sono Adam, Kade, Meg e Joel.- spiega Thomas mentre li indica uno ad uno.
Il primo ragazzo a cui tendo la mano è Adam, sembra il classico Ragazzo Più Bello Della Scuola, quello più figo, con cui ci si vorrebbero mettere tutte le ragazze, Il Palestrato: infatti è alto, magro, capelli biondi scompigliati, occhi azzurri, e sono sicura che sotto la camicia nera si nascondono degli addominali che gli scolpiscono il ventre. Tiene le mani in tasca ed ha un'aria beata. Ne tira fuori una per stringere la mia con una bella presa e sfodera un sorriso perfetto e bianco.
Il ragazzo accanto a lui, Kade, è alto e robusto, ha due spalle enormi. Ha i capelli rossi tirati indietro sulla testa col gel, e una barba lunga e ben curata che gli cresce sul viso, dello stesso colore dei capelli, tipo quella di Thomas, ma più lunga. Gli occhi sono verdi, e le ciglia chiare fanno risaltare ancora di più il loro colore. Se ne sta con le mani dietro la schiena e il busto diritto, quando mi saluta colgo un accento irlandese, mi ricorda Blake, c'è una vaga somiglianza. Deve essere la barba penso.
Meg è alta poco meno di me e magra. I lunghi capelli biondo grano le ricadono sulle spalle, sui quali è stata passata la piastra alla perfezione; mi sorride quando le porgo la mano.
L'ultimo ragazzo è Joel, porta gli occhiali che scendono giù dal naso, e che riporta su con gesto nervoso. Joel è leggermente più alto di Adam, i capelli mori scuri sono scompigliati sulla testa, dei tatuaggi spuntano da sotto la camicia aperta e proseguono fin sotto le orecchie, altri fanno capolino dalle maniche rigirate sulle sue braccia.
Una volta finite le presentazioni Thomas esordisce- Okay ragazzi, il locale si riempie. Diamoci da fare- batte un colpo con le mani e noi camerieri ci disperdiamo nel locale.
I miei primi clienti sono un gruppo di giocatori di football: non riesco a prendere la loro ordinazione che cominciano a parlare della loro partita, di cui non me ne importa niente. Finalmente, dopo 10 minuti, scrivo qualcosa sul blocchetto, e lo vado ad attaccare in cucina. Le ordinazioni arrivano subito dopo che ho finito di versare 12 birre nei boccali.
Intanto la band ha cominciato a suonare, e la voce di Jackson mi distrae da ciò che sto facendo, tanto che quasi non rovescio una birra.
Dopo qualche ordinazione riesco ad avere un momento libero, i miei tavoli sono tutti soddisfatti, e lasciano mance di non poco conto. Vado nello spogliatoio e mi stendo sulla panca, sento aprire la porta e mi tiro sui i gomiti, entra Meg con un piatto di patatine fritte:- Hai fame?- senza aspettare un mia risposta si siede e posa tra di noi il piatto. Mi alzo completamente e ne prendo una- Sono Meg- mi porge le mano.
-Lo so già hahah- le rispondo stringendole la mano.
-Ah giusto, ci siamo presentate prima- e ride anche lei.
-Già- le faccio eco, portandomi alla bocca una seconda patatina. Restiamo in silenzio per qualche minuto, incerte su cosa dire e quando dirla, un silenzio imbarazzante riempie la stanza.
Ma poi lei rompe la barriera- Ci sono tanti bei ragazzi qui dentro eh-
-Beh si, devo dire che anche i camerieri non sono male- e scoppiamo a ridere insieme.
-Per non parlare della band- continua lei sorridendo, e sento montare dentro una sensazione di rabbia e gelosia. Con tutta la calma possibile, faccio sembrare normale il mio tono di voce- Hai una ragazzo?- domando.
-No purtroppo, tu?- sono felice che tu me l'abbia chiesto tesoro, penso.
-Col chitarrista della band- il suo sorriso si spegne piano piano.
-Oh Dio, non penserai che ci volevo provare con lui- e fa un sorriso a metà tra il cercare di farsi capire e a metà col farsi credere.
-Oh no no, tranquilla- la rassicuro, ma dentro vorrei solo spaccarle questo piatto di ceramica in testa.
-Dicevo soltanto che i ragazzi sono belli. In ogni caso mi piace già un ragazzo- non so se crederle: con questo potrebbe o giustificarsi o dire la semplice verità.
-Diciamo che sono la ragazza invisibile che il Ragazzo Più Bello Della Scuola ignora completamente- abbassa il capo. La rabbia dentro di me diminuisce e sento invece della compassione.
-Lui ti conosce?- vedo la sua testa fare di no- sa almeno il tuo nome?- si rialza e comincia a parlare.
-Si, lo sa. Lavoriamo anche insieme, è solo che per lui non sono abbastanza- vomita le parole tutt'e insieme, e penso solo a come possa essere una ragazza aperta tanto da raccontare i fatti suoi a una ragazza conosciuta da meno di 12 ore.
-Beh, se ti fa stare meglio, non devi sentirti inferiore di quanto tu realmente sia. Se lui è disposto ad accettarti per quello che sei, bene. Altrimenti ci perde lui. Ma la cosa importante è che non devi mai pensare di non essere abbastanza, che poi per quanto lo pensi, lo diventi davvero non essendolo- cerca di guardarmi negli occhi, ma non so perché mi muovo in mille direzione diverse, meno che nella sua.
-Grazie- dice solo questo.
-Quindi è un camerieree- la canzono e lei sorride subito.
-Sì- dice timidamente.
-Posso sapere chi è?- azzardo.
-Beh, non vorrei dirlo, anche perché penso che tu te ne sia già accorta- è ora di usare una tecnica messa a punto dai miei fratelli per estirparmi le parole di bocca.
-Di cosa?- domando.
-Che sbavo dietro ad Adam- lo sapevo che avrebbe funzionato, lo capisco anche dal fatto che si copre il viso con le mani appena realizza di aver detto il sul nome a voce alta.
-Tranquilla, non dirò niente- mangio ancora qualche patatina aspettando una sua risposta.
-Grazie- dice di nuovo.
-Sarà meglio andare, o Thomas ci licenzierà- ridiamo ed torniamo in sala.

...

Il locale è ormai vuoto: noi camerieri stiamo pulendo i tavoli, mentre la band rimette nelle custodie gli strumenti. Non ci avevo fatto caso prima, ma durante il turno Meg cercava ogni singolo pretesto per parlare con Adam, e poi si vede da un miglio che le piace, non capisco come Adam non se ne sia accorto. E non capisco nemmeno perché Meg non faccia niente, lo intruppa per sbaglio o cose simili, ma dovrebbe reagire, non aspettare che lui venga da lei.
Appena ho finito di pulire i miei tavoli vado nello spogliatoio, non chiudo la porta perché so che ci sono anche gli altri. Non mi spoglio, apro l'armadietto e metto i vestiti con cui sono arrivata nella borsa, e ci infilo dentro anche il grembiule. Mentre esco entra Joel che si porta gli occhiali sul naso-A domani- lo saluto, ma lui non spiattella una parola.
Come immaginavo Jackson è vicino la porta ad aspettarmi, appena mi vede arrivare mi sorride, e quando mi avvicino mi mette un braccio intorno al collo e mi bacia sulla testa. Prima di lasciare il locale saluto Thomas e Kendall, che stanno pulendo il bancone, gli altri camerieri devono essersene andati da un pezzo. Appena fuori Blake, Jason e Aaron ci aspettano appoggiati al muro del locale- Ci vediamo ragazzi- li saluta Jackson, e loro gli fanno eco con un 'ciao'.
Jackson mi accompagna con la macchina, e sotto casa gli chiedo- Vuoi entrare per un po'?- e lui annuisce sorridendo.
Entriamo e lo conduco su per le scale, entro in bagno per controllare che sia tutto apposto e per prepararmi per dormire. Chiudo la porta, e sento Jackson che da botte sulla porta- Quando posso entrare?- mi prega lui.
-Appena ho finito- non mi sono neanche struccata, ma esco lo stesso dal bagno. Trovo Jackson ancora con il cappotto infilato- Puoi toglierlo se vuoi- gli incalzo, e lui se lo toglie immediatamente e lo poggia sulla sedia della scrivania. Mi tolgo le scarpe, e ancora vestita mi siedo sul letto. Jackson è appoggiato alla scrivania, e gli faccio cenno di venire a sedersi vicino a me. Titubante si avvicina, mentre si siede io mi stendo, e lui segue i miei movimenti, ci ritroviamo sdraiati con il mio ragazzo che mi abbraccia da dietro e mi avvicina a lui avvolgendo tra le mie gambe una delle sue. Le nostre mani si intrecciano, e riesco a sentire il suo cuore pulsare dalla vena sulla mano per capire che è felice quanto me.
Rimaniamo così per non so quanto tempo, ma tanto da addormentarci insieme.

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