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Apro gli occhi battendo ripetutamente le palpebre. Ci metto un attimo a capire dove sono, e accenno un sorriso quando ripenso a quello che è successo ieri sera: ho dormito per la seconda volta con Jackson! È stato bellissimo, mi muovevo io e si muoveva lui con me per rimanere abbracciati tutta la notte. Mi sporgo leggermente dal letto per vedere l'orario sul telefono, mi sono svegliata dieci minuti prima che suonasse la sveglia.
Poi mi giro sull'altro fianco, e scopro con dispiacere che Jackson non è accanto a me. Mi alzo ed esco dalla stanza. Trovo il mio ragazzo appoggiato alla penisola sorseggiando caffè da una tazza.
-Buongiorno splendore- mi saluta, e mi spunta subito il sorriso.
-Giorno- vado verso di lui, che rende la mattina ancora più bella posandomi un braccio intorno al collo, abbracciandomi, e un bel bacio al sapore di caffè sulle labbra.
-Tieni- dice lui, porgendomi una tazza di caffè fumante e stringendomi ancora a se. Lo ringrazio.
-Dobbiamo passare a casa mia- gli rammento.
-Me lo ricordo- dice lui sorridendo.
Finisco il caffè e vado in bagno, Jackson mi segue- Vorrei andare al bagno da sola per una volta ahahahahah- cerco di chiudere la porta, ma lui la blocca ed entra comunque- Voglio solo dirti una cosa-
-Cosa?- domando tranquilla.
Siamo davanti allo specchio, e mi fa voltare così che io possa vederci entrambi- Guardati, hai i capelli arruffati, perché hai dormito insieme a me. E le labbra rosse e screpolate perché ci siamo baciati a lungo. Solo standoti soltanto a pochi centimetri di distanza sento cosa riesco a farti, sento i tuoi brividi se mi avvicino al tuo collo...- dice queste cose dolcissime mentre mi sfiora sotto l'orecchio con le labbra-... sento la tua eccitazione quando ti tocco i fianchi- posando le sue mani sui miei due punti sensibili. Tutto quello che mi esce dalla bocca è un 'ah ah' di approvazione. Ha ragione, mi fa impazzire. Sta quasi per baciarmi il collo, ma poi si allontana- Dobbiamo andare- lasciandomi davanti allo specchio a guardarmi arrossata in viso e con il cuore a mille.
Mi infilo i vestiti di ieri e usciamo. Arriviamo a casa mia, Jackson mi aspetterà fuori.
Apro la porta ed esclamo- Skylar! Cosa ci fai qui?- vedo mia sorella sul divano avvolta in una coperta- Ciao Aubrey... Devo parlarti- dice lei.
-Veramente adesso non ho tempo, devo andare a scuola, me la dirai oggi pomeriggio- le rispondo mentre salgo di corsa le scale.
-D'accordo, ma torna subito a casa- le sento dire mentre mi lavo molto velocemente.
-Dove sei stata? Chi è quel ragazzo in macchina?- domanda ancora.
-È Jackson- le dico mentre mi vesto.
-Chi è Jackson- preparo lo zaino e scendo.
-Ti spiegherò tutto dopo, ciao- la saluto ed esco.
Salgo in macchina e partiamo verso scuola. La giornata procede tranquilla, Jackson non si stacca da me, ma non è fastidioso, anzi, mi riempie di baci e carezze.
All'uscita, Jackson mi aspetta appoggiato alla sua macchina. Mi saluta con un bacio e guida fino a casa mia- Vuoi che entri?- domanda.
-Veramente c'è mia sorella, e ha detto che vuole parlarmi- gli spiego- semmai ti chiamo dopo- lo bacio e scendo dall'auto.
Entro in casa, lasciando cadere a terra lo zaino, e trovo mia sorella in cucina di spalle.
-Ehi, Skylar. Di cosa vuoi parlare?- le domandò aspettando che mi rivolga almeno uno sguardo. Si gira con una tazza in mano, ed un piccolo rigonfiamento sotto la maglia, così poco da tirare appena il tessuto.
-Sono incinta- ammette. Rimango sbalordita, non so cosa dire, o come dovrei sentirmi: dovrei arrabbiarmi perché mia sorella è stata un'irresponsabile, o dovrei essere felice perché avrò un nipotino/a?
-Dì qualcosa!- dice lei frustrata e alzando un po' la voce. Mi fa subito saltare i nervi, ma mantengo la calma, al fine della sua e della mia salute mentale.
-Non saprei- dico sinceramente. Poi viene verso di me e mi tira sul divano- Siediti- mi impone, e mi siedo accanto a lei.
Fa un respiro profondo, e comincia a parlare- Volevo dirvelo quando l'ho scoperto, ma avevo paura di come avreste reagito- guarda in basso e la osservo attentamente, notando qualche cambiamento dall'ultima volta che ho visto Skylar.
Fa una piccola pausa, ma che a me, sembra durare in eterno.
-Adesso sono di sedici settimane. È un maschio- dice lei accarezzandosi la pancia, e un po' della mia maschera di disapprovazione e rimprovero si scioglie- All'inizio avevo intenzione di abortire, o di dare il bambino in adozione, ma quando mi hanno detto il sesso, non ho potuto fare a meno di andare in un negozio per neonati e comprare un ciuccio azzurro- ha le lacrime agli occhi e tira fuori dalla borsa, poggiata a terra, il contenitore celeste con dentro il ciuccio.
-E il padre?- domando io, quasi decisa ad abbracciare mia sorella.
-Se n'è andato dall'università quando l'ha saputo, ha magicamente trovato un impiego non so dove appena l'ha saputo- tira su col naso e riprende- non ne vuole sapere del bambino, e ho intenzione di non dirgli niente in ogni caso- si asciuga sotto gli occhi col dorso della mano, e finalmente alza lo sguardo che incontra il mio.
-Questa è l'ecografia- riprende lei, prendendo, da una cartellina azzurra piena di fogli, la foto, e me la porge. Guardo la piccola creatura incorniciata nel foglietto, ammirata da quello che due esseri una possono fare. È una cosa bellissima. Non si capisce molto dall'ecografia, ma si distingue il contorno del viso del piccolo.
-Questa l'ho fatta la settimana scorsa, e ne ho un'altra fra tre- dice lei, soffiandosi il naso.
-Come vorresti chiamarlo?- le domando, incantata da quel miracolo.
-Dylan- afferma.
-Che bel nome, sono davvero felice per te- a quel punto, quando vedo che Skylar è sul punto di piangere la abbraccio, e lei si lascia andare. Singhiozza, biascicando parole incomprensibili, ma riesco a coglierne qualcuna- Oh... Mamma e papà mi uccideranno.. Se sanno che ho mollato... L'università...- dice lei.
-Sta tranquilla, troveremo una soluzione- la rassicuro, ma sono titubante quanto lei. I nostri genitori ci hanno accuditi per i primi anni, poi ci hanno letteralmente "abbandonato" per lavorare, li vediamo occasionalmente, forse una volta al mese per qualche giorno. Non li conosciamo benissimo, o almeno non ricordiamo come fossero quando eravamo piccoli. Non tornano per le feste, ci mandano lo stesso biglietto d'auguri tutti gli anni, cambiando il numero. Mandano solamente soldi ogni mese a me e ai fratelli.
Poi mi lascia andare, giustificandosi con un- Sono gli ormoni- e ridiamo.
Rimaniamo li a guardarci e sorriderci, sembriamo delle sceme. Ma ho finalmente capito cos'è cambiato in lei: sicuramente ha il seno più grande, si trucca in modo diverso. L'ho sempre vista truccarsi alla stessa maniera per circa quattro o cinque anni, adesso la scura matita all'interno dell'occhio è stata sostituita da un ombretto che dà sul marrone, e che le risalta i suoi bei occhi verdi e grandi; ha anche i capelli rossi più lunghi, che strano, penso, dovevano essere la prima cosa da notare, dato che quando l'ho vista al mio compleanno, li portava sopra le spalle.
-Allora, chi è Jackson?- chiede lei come se fossimo delle ragazzine e stessimo spettegolando, ed in effetti, è quello che stiamo facendo.
-È il mio ragazzo- le rispondo, e sento divampare il calore sul viso non appena penso a lui.
-Uh, da quanto state insieme?- dice mentre si pulisce con un fazzoletto il mascara colato.
-Non saprei, un paio di settimane forse- dico sul serio, non mi ricordo bene. Ogni giorno con lui è come fosse il primo, quindi non tengo il conto.
-Dovresti saperlo, sennò poi come fai a decidere quando farci sesso- a quella parola, sento divampare il fuoco dentro. Mi imbarazza un po' parlare di queste cose con mia sorella, è un argomento molto personale, e lei è una persona molto aperta ed esplicita.
-Non ne voglio parlare- le dico sinceramente, cercando di non offendere i suoi ormoni in subbuglio.
-Oh mio Dio! Ci sei già andata a letto ed è stato deludente!- deduce lei esclamando come se avesse vinto ad un gioco a premi.
-No! Assolutamente no!- mi copro il viso con le mani per l'imbarazzo, che intanto è diventato bordeaux.
-Andrai con lui al ballo, immagino- menomale che ha cambiato argomento, mi sento più a mio agio quindi tolgo prontamente le mani, e sento che la temperatura del mio corpo è tornata quasi alla normalità.
-Esatto- il calore dalle guance è svanito.
-Di che colore ti vestirai?- domanda, ma il suo tono di voce indica che vorrebbe chiedere altro, e so già cosa.
-Non lo so, in realtà. Pensavamo al rosso- non ne abbiamo parlato, ma io puntavo su quel colore.
-Uuh, il colore della passione!- ricomincia lei, e vengo salvata dal mio telefono che squilla, e il nome del mio salvatore appare sullo schermo: Jackson.
-Chi è?- chiede incuriosita e sporgendosi per vedere lei stessa.
-È Jackson. E se non ti dispiace andrei a rispondere in camera mia- la informo alzandomi e salendo le scale di corsa, per non perdere la chiamata.
Appena arrivata in camera, rispondo.
-Ehi babe- mi saluta lui, e non posso fare a meno di sorridere.
-Ciao- gli rispondo semplicemente io.
-Hai parlato con tua sorella?- domanda.
-Beh sì- rispondo io, decisa a mantenerlo sulle spine.
-Che intendi?-
-Vuoi venire a cena così te lo racconto?- gli propongo sperando vivamente che la presenza di mia sorella non comprometta il nostro rapporto.
-Ahm, va bene. Per le 7p.m.?-
-Sì certo, a dopo- e riaggancio.
Scendo le scale e ritorno in salotto. Trovo mia sorella a sorseggiare una tazza di caffè su uno sgabello della penisola- Lo so, il caffè fa male al bambino, ma è talmente buono!- si giustifica senza che io le abbia detto niente.
-In realtà no, però non sono scesa per criticarti. Volevo solo dirti che Jackson verrà a cena da noi tra un po', non voglio che ti affatichi perciò cucinerò io- la informo.
-Uh vuoi già presentarmi il tuo fidanzato. D'accordo cucina tu, ma non avvelenarlo-
-Pensavo che volessi cenare con noi-
-Tesoro, se potessi cenare a casa mia con il mio fidanzato, non vorrei che ci fosse anche mia sorella- mi fa l'occhiolino mentre sale al piano di sopra, portandosi dietro la tazza e un enorme sacchetto di patatine fritte.
Appena sento chiudersi la porta, apro il frigorifero, e come sempre, non trovo niente da poter cucinare. La dispensa è vuota, così decido di ordinare da asporto. Credo di aver sentito dire a Jackson che adora il cibo giapponese, perciò chiamo il ristorante ed ordino delle pietanze, diciamo, classiche, che penso possano piacere ad entrambi. Non appena finito, mi siedo sul divano a guardare la TV, e ad aspettare Jackson.
Alle 7 precise il campanello suona, e non posso essere più felice quando apro la porta e trovo Jackson con un mazzo di fiori in mano. Ha i capelli ancora un po' bagnati, sicuramente sarà andato in palestra, ed ha in viso un sorriso adorabile.
-Ciao- mi sorride e mi bacia.
-Ciao- gli rispondo.
-Queste sono per tua sorella- dice indicando il mazzo di rose nella sua mano.
-Ora la chiamo- faccio per chiamare Skylar- Questi invece, sono per te- dice porgendomi l'altro mazzo di anthurium rosse.
-Non avevo notato che avessi preso dei fiori anche per me. Sono bellissime, ti ringrazio- gli dico mentre il suo viso comincia ad avvicinarsi al mio.
-Tu devi essere Jackson, giusto?- interrompe mia sorella da sopra le scale.
-Ehm, sì- dice lui con tono molto sicuro.
-Skylar lui è il mio ragazzo Jackson, Jackson questa è mia sorella Skylar, ed è incinta- Jackson fa subito una faccia stupita ma si stringono la mano.
-Oh, congratulazione. Questi sono per te- le porge i fiori Jackson.
-Beh, grazie- risponde invece mia sorella, con tono un po' "disgustato" mentre guarda il mazzo.
-D'accordo, adesso se volete scusarmi, io andrei di sopra. State attenti, sapete a cosa mi riferisco- finisce lei prima di correre su per le scale.
-Non le sono piaciuti i fiori?- domanda subito Jackson non appena si chiude la porta.
-Beh, lei non è mai stata un'amante dei fiori, ma forse stava per vomitare.. sai, per via del bambino- gli spiego, mentre si siede sul divano ed io metto i fiori in ammollo in un vaso.
-Quindi... Diventerai zia eh- dice lui sorridendomi- sai, ha un suono stranamente erotico, zia Aubrey- continua mentre mi siedo accanto a lui e circondandogli il collo con le braccia.
-Ma dai. Primo, è meraviglioso che mia sorella sia incinta; secondo, potresti trovare un lato erotico persino al cibo giapponese che ho ordinato- e scoppiamo entrambi a ridere.
-Adoro il cibo giapponese!- esordisce, mettendomi le mani sui fianchi.
-Mh, lo so- parlo io per ultima prima che venga zittita con uno dei baci di Jackson.
-L'unica cosa, è che questo bambino non era voluto, è stato un incidente, detto brutalmente- dico io interrompendo il nostro piccolo paradiso.
-Ma adesso tua sorella vuole abortire o è intenzionata a tenerlo?-
-Vuole tenerlo ringraziando il cielo. È un maschietto, si chiamerà Dylan- gli spiego sfoderando un sorriso a 32 denti per la gioia, e sorride anche lui.
-È meraviglioso. Zia Aubrey- dice con un sorrisetto furbo.
-Smettila! Non è erotico!- rido io, e mi bacia, mi bacia e mi bacia fino all'arrivo del fattorino.
Dopo aver cenato davanti a Grey's Anatomy, andiamo in camera, dove ci coccoliamo e ci baciamo, ridiamo e parliamo, fin quando le forze vengono a mancarci perché presi preda del sonno, e ci addormentiamo abbracciati, ognuno al sicuro nelle braccia della persona a cui tiene di più.

Scusate se ci ho messo un po', spero che il capitolo valga il tempo perso ;) Fatemi sapere cosa ne pensate.

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