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-Non devi ospitarci ancora, è una settimana che ci hai fra i piedi inoltre, Blake ha riparato il garage, ora possiamo provare lì- dice Jackson sdraiato sul mio letto.

-Non mi state fra i piedi, a parte Aaron che mi fissa in continuazione, mi piace sentirvi suonare tutti i pomeriggi, e poi così passeremmo più tempo insieme- mi siedo sul letto a gambe incrociate e ci appoggio il libro di scuola guida.

-Lo ucciderò- si riferisce ad Aaron ed io copro la bocca con la mano mentre scoppio a ridere- allora se per te va bene, lo dico agli altri- annuisco e mi rimetto a studiare, leggo una riga ma vengo subito interrotta dal tocco della mano di Jackson sulla mia coscia, questa è una delle conseguenze di studiare assieme a lui- potremmo farci le coccole- mi prende per il polso e cerca di attirarmi a lui- Potremmo farci le coccole.- affermo e lui sorride- ma dopo che avrò superato l'esame per la patente, che è tra due giorni ti ricordo- fa di nuovo quella faccia da bambino, così poso il libro e mi sdraio sopra di lui che non perde occasione per appoggiarmi una mano sul sedere- Ehi!- faccio io togliendola. Ci guardiamo negli occhi, quanto mi piace, mi piacciono i suoi occhi, sono profondi e piedi probabilmente di amore, vita, mi piace tutto di lui, per quello che so. Mi bacia e ogni volta è come fosse la prima- Come fai ad essere sempre fredda- ride accorgendosi che le mie labbra sono dei ghiaccioli- Come fai tu ad essere sempre così caldo- infila la lingua nella mia bocca e subito sento divamparsi un calore nel basso ventre, mi piace di più quando ci baciamo normalmente però se a lui fa piacere, a me non dispiace. Mi bacia con passione e mi stringe sempre più a sé.

-Okay, adesso però basta- dico io ridendo e staccandomi da lui- devo sul serio mettermi a studiare- così mi rimetto al mio posto e riprendo il libro, resta sdraiato fissando il soffitto ascoltandomi parlare a raffica dei pezzi di un motore.

Jackson è andato via da un po', gli ho detto che l'avrei chiamato quando avessi finito di studiare. Mentre preparo il caffè penso ad Emily, ripenso a quello che mi ha detto Jason, è una settimana che non si fa sentire e non viene a scuola, le mando i compiti per e-mail ma non risponde, le invio un miliardo di messaggi ma non li legge nemmeno. Così mi decido e vado da lei, scrivo un messaggio a Jackson per informarlo, ma non faccio caso se risponde o no. Prendo la borsa e il giubbotto ed esco. Le temperature cominciano ad abbassarsi e si sente anche, avrei dovuto portarmi una sciarpa, penso.

Quando arrivo a casa di Emily suono il campanello e viene ad aprirmi la madre, una signora basita e robusta con i capelli biondo platino come la figlia e gli occhi verdi, ma che Emily non ha ereditato- Ciao Erin- ci conosciamo da anni e ormai le do del tu- Oh, ciao Aubrey, entra cara- mi abbraccia e mi conduce in cucina, mi chiede se voglio una tazza di caffè che accetto volentieri- Emily è di sopra, sicuramente chiusa in bagno, è tutta la settimana che non esce- mi siedo su uno sgabello della penisola mentre lei armeggia con la caffettiera- neanche per mangiare- a ogni parola penso a tutti i modi in cui potrei rimproverarla- praticamente ci vive ormai, e la cosa che mi fa arrabbiare è che non so il perché- io si, penso. Intanto mi porge una tazza con dentro la bevanda che adoro- non vuole dirmelo, io non insisto non voglio farmi gli affari suoi se non vuole parlarmi, ma non può neanche saltare la scuola. Mi ha detto che ha un'intolleranza alimentare e il vomito la costringe a restare chiusa in bagno, ma so che c'è di più. Dai retta a me Aubrey, una mamma se lo sente- eccome, penso. Mi porto la tazza alle labbra e bevo un lungo sorso. La vedo triste, con gli occhi quasi spenti, la sua unica figlia che non le vuole parlare, al posto suo sarei distrutta, e per giusta per un motivo che lei non sa neanche- Hai ragione, ora vado su e cerco di farla ragionare- le dico cercando di rassicurarla- D'accordo- dice lei con un filo di voce e le lacrime che cercano di uscire.

Salgo le scale ed entro nella sua camera, è tutta in disordine, i vestiti sparsi ovunque, non mi sorprende perché è sempre stata così, quindi entro nel bagno. Quando apro la porta si blocca, è seduta davanti- Emily, sono Aubrey, fammi entrare- si sposta quel poco per permettere alla porta di lasciarmi lo spazio necessario per passare, ma si rimette subito al suo posto. Indossa il pigiama, la trovo seduta con le gambe al petto e le abbraccia, il viso è chino sulle ginocchia e non riesco a guardarla in faccia- Allora? Perché non risponde alle mie mail ne ai miei messaggi? Perché non vieni a scuola?- le parlo con tono calmo ma si percepisce una nota di rimprovero, non mi risponde- perché non mi rispondi- mi siedo sul bordo della vasca, alza lo sguardo: è pallida, ha le occhiaie, immagino che non dorma bene. Poi lo sposta subito vicino i miei piedi, di fronte a lei c'è una bustina della farmacia, dalla quale fuoriesce una scatolina rettangolare, è quello che penso che sia: un test di gravidanza.- Beh allora?- le dico sperando che mi dica che non è incinta, ma anche se lo fosse non ci sarebbero problemi. Non mi risponde, così prendo la scatola, la trovo ancora sigillata- Non l'hai fatto?- scuote debolmente la testa- dovresti- mi guarda fisso- Ho paura- dice con un filo di voce, così l'abbraccio e lei ricambia stringendomi ancora più forte, la sento sussultare, sta piangendo. Delicatamente cerco di staccarmi- Okay- le dico con calma- ora io uscirò dal bagno e tu farai pipì su quello stick, va bene?- lei annuisce ed esco. Dopo che sento lo scarico dell'acqua mi decido ad entrare, è seduta sul water con le mani che le coprono il viso, piange di nuovo, merda penso. Mi accovaccio accanto a lei e le passo una mano sulla schiena tentando di calmarla- Emily, tranquilla in un modo o in un altro ce la caveremo, ti aiuterò io e lo farà anche Jason- mi porge il bastoncino, guardo il piccolo display dove si formano i caratteri NON INCINTA. Sorrido dalla gioia, lei toglie le mani e la guardo piangere e ridere insieme, i suoi occhi hanno ripreso un po' di vita e così anche il suo viso- Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo che fossi incinta!- le dico mentre rido, tira su col naso ma parla- Ma non lo sono! Non sono incinta!!- batte i piedi scalzi sul tappeto e quasi urla per la felicità, da una parte sono felice anch'io, non è questa l'età per avere figli.- Dovresti dirlo a Jason- le incito, fa un sorrisetto guardando in basso- Sì, penso che glielo dirò subito- come un lampo si alza, apre la porta e si butta sul letto ricoperto di vestiti, prende il telefono e attiva il vivavoce mentre chiama Jason- Ehi, era ora che ti facessi sentire, com..- non lo lascia finire che urla- Non sono incintaa!!- un enorme sorriso le si forma sul viso. Jason scoppia a ridere e tira un sospiro di sollievo- Che bella notizia!- esclama lui, ma sul viso di Emily il suo sorriso si spegne e la mia faccia assume una smorfia preoccupata. Non sentendola parlare Jason la chiama più volte- Oh scusa, volevi avere un bambino? Cioè non lo so, non ne abbiamo mai parlato, sono decisioni da discutere- Jason continua a parlare, Emily sta pensando, la vedo concentrata, quando ad un certo punto fa un sorrisetto malevolo- Ora che ci penso, possiamo di nuovo fare sesso- mi sento in imbarazzo, quindi decido di andarmene. Quando mi vede andare verso la porta toglie il vivavoce, si porta il telefono all'orecchio, dice- Un attimo- e copre il microfono con una mano, poi si rivolge a me- Grazie, davvero, puoi dire a mia madre di stare tranquilla, ora sto bene- le annuisco e lei mi saluta con un sorriso.

Chiudo la porta e scendo le scale, Erin non c'è ha lasciato un post-it sul bancone della cucina con scritto che usciva: lo tolgo e ne scrivo un altro 'Emily sta bene, una mamma se lo sente', ed esco.

Mentre torno a piedi verso casa, tiro fuori il telefono dalla borsa: tre chiamate perse da Jackson, cinque messaggi e altri tre nella segreteria, è impazzito, penso.

Arrivo quasi al vialetto di casa e vedo una figura appoggiata allo stipite della porta: Jackson, ha le mani in tasca, scende di corsa le scalette e mi viene incontro- Dove diavolo eri?- sbotta lui.

-Sei impazzito? Ti ho mandato un messaggio!- quasi non ci credo a quello che dice.

-L'ho letto, ma pensavo che mi avresti risposto se ti avessi chiamato o risposto!- il suo tono riacquista la calma e il suo viso si rilassa.

-Scusa, ma ero immersa in un momento delicato e ho messo la vibrazione, ma non l'ho sentito ugualmente- abbasso lo sguardo ma sento i suoi occhi su di me che cercano di incontrare i miei.

-Non fa niente splendore- a quel nomignolo il mio cuore mi martella in petto, con due dita mi solleva il mento così che possa guardarlo. Quanto gli piace farlo. Si sporge ed io mi alzo sulle punte, le sue labbra calde incontrano il freddo delle mie e un brivido mi percorre la schiena.

Dopo un tempo che mi sembra infinito ci separiamo e mi prende per mano, ci dirigiamo verso la mia casa, apro la porta e lui fa come se fosse a casa sua: mi trascina sul divano, si sdraia e mi fa mettere a cavalcioni su di lui, mi chino a baciarlo sulle labbra preparata alle sensazioni che solo lui sa farmi provare, ma invece mi sorprende smettendo di baciarmi e mi fa stendere sul suo corpo muscoloso e mi abbraccia, le sue spalle enormi mi circondano tutta e mi sento al sicuro e tranquilla, in pace e assolutamente felice. Sento il suo cuore che batte e incontra direttamente il mio che va a mille, lo sento sorridere e mi trasmette tutta la sua felicità. Mi abbandono a questa nuova emozione da aggiungere alle mie preferite.


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