Capitolo 5

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"Allora. Non parli più? Non hai nulla da dire?" Chiede Matthew. Ho davvero davvero tanta paura. Non credo che sia un pazzo squilibrato, ma in questo momento sembra davvero The Completely Serial Killer. Ho paura che possa. . ."Rispondi cazzo! Che fai con quel Dornan? Eh? Io sono il semplice ripiego! "Sbotta furioso. "Basta! Te l'ho già detto, siamo solo colleghi! Se non ti và a genio questa scusa, la porta è da quella parte! Non ho proprio bisogno di una persona che mi impedisca di fare ciò che voglio! Questa è la mia vita e la gestisco come mi pare e piace, senza nessuno che mi debba dettare legge!"spiego. Se non gli sta bene, se ne vada a fanculo. "Come osi trattarmi in questo modo! Se io non fossi qui, la maggior parte dei tuoi ingaggi sarebbero andati a qualche altra persona! Senza di me non avresti conosciuto la fama che hai oggi!" No! Questo è il colmo! Come osa lui! Si è presto la mia casa, i miei soldi, gli ho regalato un auto, si è appropriato di tutto ciò che una volta era mio, persino dei miei ricordi. Ci fu una volta, appena due anni fa, quando ci siamo messi insieme, che parlammo dei nostri ex. Mi costrinse a dimenticare tutte le storie che avevo avuto prima di lui. Che stronzo bastardo! "Ora vattene!" Grido infuriata. "Mi stai cacciando fuori di casa?" Chiede esterrefatto. "Sì. Non ti voglio più con me. . ." Non faccio in tempo a pronunciare quelle parole, che una mano mi colpisce in piena faccia. Non ci credo. Non ci credo. Mi ha dato uno schiaffo! "Mi hai dato...uno schiaffo?" Chiedo con un fil di voce. È la domanda più cretina che le mie labbra hanno pronunciato in tutta la mia vita. È evidente che mi ha dato uno schiaffo. "Tu. Non. Dirai. Niente. A. Nessuno. Intesi?" Mi avverte, scandendo bene le parole. "Certo! Certo che parlerò! Perché io voglio farlo! Devo dire a tutti che sei un lurido verme schifoso!" Anche questa volta, le mie parole sono seguite da un colpo sulla guancia, e un altro, e un altro. Mi piego sulle ginocchia e cado a terra. Non è per il dolore fisico, più per quello psicologico. Una persona che ha detto di amarmi, mi ha preso a schiaffi. "Non dirai nulla, vero?" Ripete con una nota di soddisfazione nella voce. Poi tutt'un tratto, mi arriva un calcio nello stomaco, poi uno nella schiena. . . Le lacrime, che prima avevano riempito i miei occhi, ora sgorgano dagli angoli delle mie palpebre socchiuse. Si è permesso di farmi male, di tirarmi dei calci. Me ne arrivano ancora altri, seguiti dagli schiaffi su tutto il corpo. La testa mi gira, ho la bocca impastata di sangue e saliva. Ho dolori per tutto il corpo, le guance in fiamme e gli occhi pieni di lacrime. Il mio pianto non si arresta, non è un pianto a singhiozzi, è un pianto silenzioso, di dolore. "Hai capito, sporca puttana? Non devi dire niente a nessuno e devi stare lontano da Dornan. Io sono il tuo padrone, e tu la mia schiava! Hai capito?" Ecco, questo è quello che ha ripetuto quel mostro durante la sua tortura. Io sono la sua serva. Serva. Serva. Io non conto più nulla. Nulla. Nulla.

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