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Eravamo tutti e tre seduti su una panchina fredda.
Calum al centro.
Silenzio.

-E così siete convinti di questo?- ci chiese Mali nascondendosi nella sua giacca.

-Sì.- rispose Calum per entrambi -In realtà non abbiamo neanche pensato all'aborto.-
Finì la frase girandosi e guardandomi negli occhi in cerca di conferma: non volevo abortire tanto quanto non lo voleva lui.

-Non ci posso credere.- disse Mali passandosi una mano tra i capelli -Mi sembrate ancora quei due bambini rompiscatole e inseparabili e invece fra nove mesi sarete genitori.-

-Sei arrabbiata?- chiese cauto Calum porgendosi di più verso di lei.

-Arrabbiata? Calum, questa è una delle notizie più belle che tu mi abbia mai detto.- disse sorridendo e abbracciando il fratello -E poi mi sembrate davvero molto convinti e felici e non posso chiedere di meglio, davvero.- si staccò dal fratello e mi prese la mano -Per qualsiasi cosa voi abbiate bisogno non preoccupatevi a chiamarvi. Sono sempre disponibile per voi.-

Le sorrisi e la ringraziai.

-Come ha reagito mamma quando glielo hai detto?- tornò a rivolgersi al fratello.

-Veramente non gliel'ho ancora detto, non vorrei che soffra troppo per questa distanza.- rispose sincero Calum cercando di non incontrare gli occhi di sua sorella.

-Penso che mamma soffra di più se viene a sapere che gli stai nascondendo tutto questo.-

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Quando varcammo la soglia del nostro appartamento erano le 3.45 del mattino.
Eravamo rimasti a parlare con Mali su quella panchina per delle ore, sapevo che Calum ne aveva bisogno.

Dalle finestre si vedeva il cielo che piano piano si schiariva.

Mi avvicinai al divano esausta e mi ci buttai sopra.
Appoggiai la testa sul cuscino azzurro e inspirai profondamente sentendo l'odore del detersivo inebriarmi il naso.
Gli occhi esausti erano chiusi e il mio respiro si stava facendo sempre più regolare, quando mi sentii stranamente in soggezione e quando aprii gli occhi trovai Calum fissarmi.
Aveva il dorso appoggiato al muro bianco mentre le braccia erano incrociate davanti al petto, sul suo viso un accenno di sorriso.

-Che c'è?- gli chiesi con la voce un po' roca.

-Pensavo.- rispose senza staccarmi gli occhi di dosso.

-A cosa?-

-A me, te, il nostro bambino.- sospirò -Al fatto che inizierò ad allenarmi con la prima squadra, al mio nuovo stipendio, al fatto che siamo così lontani da casa in una città così bella e tutto mi sembra perfetto.-

-Vorrei che questo periodo duri per sempre.-

Calum si staccò dal muro e si avvicinò al divano, facendo alzare la mia testa e successivamente farla appoggiare sulle sue gambe.
La sua mano comincio ad accarezzarmi i capelli e ad attorcigliarli attorno alle due dita.
Il suo sguardo passava dalla mia figura sdraiata fino all'anello che mi aveva regalato e che portavo al dito.

-Appena avrò guadagnato dei soldi li userò per comprarti qualcosa e renderti felice.-

Sbuffai guardandolo negli occhi.
-Ma io sono già contenta, Cal. Non ho bisogno di cose costose per esserlo. Mi basti tu.-

Calum mi accarezzò la guancia e mi lasciò un bacio sulla fronte.

-Non ti lascerò mai.-

DUE MESI DOPO

Erano passati circa due mesi da quando Calum mi aveva detto che si sarebbe allenato con la prima squadra e da quel momento la nostra vita non fece che migliorare.

Without you  || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora