Rimasi spiazzata davanti alla porta insieme a Calum notando una sagoma nera in casa nostra. I riflessi di Calum lo avevano spinto ad afferrare il primo oggetto che gli capitò nelle mani per difenderci, mentre i miei riflessi.. Beh, erano andati a farsi fottere.
-Hey amico, che vuoi farmi con... Una cuffia di lana?- la sagoma uscì dall'ombra e una chioma blu di presentò davanti a noi con una faccia mezza incuriosita e mezza divertita.
-Michael?- chiese sorpreso Calum prima di posare il suo sguardo sull'oggetto in mano: una cuffia di lana.
Michael si avvicinò a me e Calum e ci abbracciò forte mentre noi rimanevamo spaesati davanti alla porta.
-Mi sarei aspettato un accoglimento più emotivo ma apprezzo lo sforzo.- si lamentò Michael prima di dirigersi verso la nostra cucina, aprire il nostro frigo e mangiare la nostra mela.
Gli corsi dietro ancora confusa.
-Cosa ci fai qui?--Io?- Michael si voltò e parlò con la bocca piena -Ah niente, stavo scappando dalla polizia australiana e questo mi sembrava il posto più sicuro dove rifugiarmi.-
Lo disse con così tranquillità che all'inizio non ci diedi peso, ma poi capii il senso delle parole appena dette.
-Scappando dalla polizia australiana? E poi cosa vuol dire che casa nostra ti sembrava il rifugio migliore?- stavo andando completamente nel panico e sentivo le mie gambe tremare.
Dietro di me Calum seduto sul divano con una faccia sorpresa e forse anche un po' impaurita.-Siediti Jen, non sembri stare bene.- mi disse Michael guidandomi sul divano vicino a Calum -Adesso vi racconto.- disse prima di prendere una sedia e accomodarsi davanti a noi.
-Alcuni mesi dopo la vostra partenza, probabilmente per colpa di un coglione che non sa farsi i cazzi suoi, la polizia è venuta a conoscenza di ciò che faccio, ma a causa di prove inesistenti non hanno potuto arrestarmi.- fece una pausa mordendo la mela -In compenso, però, in qualsiasi posto mi trovassi ero sempre circondato da agenti della polizia che aspettavano facessi un passo falso. La situazione andò avanti per due mesi, ma poi era diventata troppo pesante per me, anche perché non riuscivo più a lavorare e i soldi iniziavano a calare, così ho pensato alla soluzione più facile.- sorrise soddisfatto mandando giù l'ultimo pezzo di mela.-E questa soluzione sarebbe?- chiese preoccupato Calum.
-Mi sono procurato un documento falso, con i soldi che avevo da parte ho comprato un biglietto solo andata per Londra ed eccomi qua a casa di due miei amici sconosciuti al mondo dove la polizia non mi verrà mai a cercare.-
Non sapevo più cosa aspettarmi da Michael, mi sentivo come dentro a un sogno da cui mi sarei svegliata presto.
-Michael, non puoi stare qui.- disse subito Calum facendo corrucciare la faccia del ragazzo.
-Perché no?-
Sbuffò -Perché mi sto facendo un nome nel Chelsea. Tutti sanno chi sono e stanno capendo quanto valgo. E tenere nascosto uno spacciatore appena scappato dall'Australia in casa mia non credo sia la cosa giusta. Potresti mandarmi nei casini.-
Michael roteò gli occhi come se si aspettasse quelle parole -Dai Calum, non mi beccheranno mai. Tu continuerai la tua vita da calciatore e io resterò al sicuro.-
-C'è anche altro.- Calum si avvicinò di più a me cingendomi le spalle e attirandomi a lui. Senza pensare appoggiai le mie mani sulla pancia -Jen è incinta.-
Quella volta toccò a Michael sbiancare.
La sua bocca si spalancò e rimase fermo immobile per secondi che parvero anni.-Cazzo.- disse con un filo di voce -Questo non lo avevo previsto.-
Si grattò il retro della testa indeciso sul da farsi -Ma ne sei sicura?--Sì, Michael.- risposi un po' sgarbatamente, ma ero stanca e non avevo voglia di sentire altre storie. Volevo solo dormire.
-Quindi non posso proprio restare?- ci chiese con occhi imploranti.
-Solo stanotte.- sbuffò Calum -Ma domani mattina te ne vai. Scusa Michael, ma non puoi metterci nei tuoi casini.-
Michael annuì e io e Calum ci ritirammo in camera nostra, lasciando Michael dormire sul divano.
La mattina seguente non me la sentii di andare a lezione e, come ormai facevo da troppo tempo, rimasi a letto mentre Calum usciva di casa.
Quando riaprii gli occhi mi sentii meglio rispetto al giorno prima, ma quando trovai Michael sveglio in cucina i ricordi del giorno prima mi tornarono alla testa procurandomi alcune fitte.-Buongiorno.- disse Michael con aria assonnata -Ti ho preparato la colazione.- poggiò sul tavolo una tazza di latte caldo e di fianco un piatto con una pasta alla cioccolata.
-Ti ricordi con cosa facevo colazione.- sorrisi stropicciandomi gli occhi.
-Si, beh.. È passato solo un anno.-
Solo un anno.
Mi ero trasferita dall'altra parte del mondo, avevo iniziato l'università, mi ero fidanzata con il mio migliore amico e stavamo per avere un bambino.
Sembrava passato un secolo ma era passato solo un anno.Mi sedetti a tavola e Michael di fronte a me.
-Scusate per come sono entrato ieri in casa vostra, non volevo crearvi casini.- disse con gli occhi bassi.
-Come hai fatto a sapere dove abitavamo io e Calum?- ignorai le sue parole.
-Quando ero ancora a Sidney ho semplicemente localizzato con il mio telefono quello di Calum per alcuni giorni e la maggior parte delle volte si trovava in questa via, così ho preso giù l'indirizzo e sono partito.-
-Ma la polizia non può localizzarti come tu hai fatto con Calum?-
-Ho infilato il mio cellulare nella borsa di una signora a Sidney. Chissà dove sarà adesso.- alzò le spalle.
Presi la pasta al cioccolato e la immersi nel latte caldo.
-Ti sono ancora grata per tutto quello che hai fatto per me, per avermi ospitato a casa tua, e vorrei davvero darti una mano adesso, ma sai quanto sia difficile, soprattutto in questo momento. Mi capisci?--Certo, e scusa davvero. Non voglio sforzarvi a fare qualcosa che non volete e soprattutto non voglio mettere in mezzo dei bambini in questa storia. Metto a posto il borsone e me ne vado.- disse alzandosi da tavolo.
-Michael.- mi alzai anche io -Te ne andrai lontano?-
-Non lo so. Dove trovo posto.-
-Vorrei rivederti.- ed era vero.
Michael era uno dei miei migliori amici prima di partire per Londra e solo in quel momento capii quanto mi mancava parlare con un amico dei miei problemi che non fossero sempre Calum o Ruth.
Li adoro, ma la mia amicizia con Michael era qualcosa di diverso.-Anche io vorrei rivederti e magari parlare un po'. Per tutto questo tempo non ti ho mai scritto o chiamato perché non volevo magari disturbarti in un brutto momento, ero convinto che mi avresti scritto tu appena ti ambientavi o anche solo per parlare di cazzate e invece non mi hai neanche detto che eri incinta. Ci sono rimasto male.- il suo sguardo scrutò il mio e mi sentii tremendamente in colpa.
-Scusami, davvero. Ma da quando sono arrivata è successo tutto in fretta e quando finalmente avevo trovato il mio posto avevo paura che scrivendo a te, Luke o Ashton mi sarebbe venuta nostalgia. Non era una cosa personale.- mi scusai e andai ad abbracciarlo.
-Tranquilla, però fammi un favore: scrivete a Luke e a Ashton che mancate anche a loro.- mi strinse forte a sé e mi lasciò un bacio sulla fronte.
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Da quando Michael se ne era andato col suo borsone e i suoi capelli tinti mi era calato sulle spalle una strana tristezza e decisi di mandarla via con un bagno caldo.
Mi immersi nell'acqua in mezzo alla schiuma e poggiai la testa rilassandomi.
Sentii i miei nervi rilassarsi mente i capelli bagnati si attaccavano alla mia pelle.
Stavo quasi per addormentami quando un leggero dolore partì dalla mia pancia.È tutto normale, mi ripetevo.
Poi più forte.
È tutto normale.
Poi successe tutto velocemente: un crampo atroce mi fece urlare e mentre vidi l'acqua tingersi di rosso svenni.
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Without you || Calum Hood
FanfictieSequel di 'Chance or fate?' -Siamo a chissà quanti chilometri da Sidney, ma tra le tue braccia mi sento sempre a casa.-