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L'infermiera passò un fazzoletto bagnato sulla pancia togliendo i residui di un gel freddo applicato poco tempo prima dal medico.

I dolori erano cessati poco dopo il mio arrivo all'ospedale e ora invece mi ritrovavo su un lettino ad aspettare i risultati di alcuni esami fatti.

Quando ho lasciato lo stadio non sapevo quanto mancasse alla fine della partita e non sapere quando Calum sarebbe arrivato al mio fianco mi agitava ancora di più.
Certo, avevo Ruth al mio fianco, ma non era lo stesso.

-Stai meglio?- mi chiese la rossa portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

Annuii piano con la testa sentendola sprofondare sempre di più nel cuscino pulito.

-Mi hai fatta spaventare.-

-Non hanno ancora portato i risultati degli esami.- mi limitai a dire con tono piatto.

Mi voltai verso Ruth e vidi il suo solito sguardo severo: odiava quando ero negativa.
Poi spostai velocemente il mio sguardo sulle pareti cercando un orologio ma trovai solo dei muri ben dipinti.

Uno sbuffo lasciò le mie labbra quando dalla porta entrò il medico.

-Signorina Moore.- cominciò senza staccare gli occhi di dosso da alcuni fogli che reggeva in mano -Gli esami non sono andati perfettamente, ma sono comunque nella media e non c'è niente di cui preoccuparsi. Delle fitte sono normali durante i nove mesi di gravidanza e non è necessario che ogni volta lei si presenti all'ospedale.- disse con tono freddo.

-Mi scusi, signore.- si intromise Ruth -Ma ho visto come stava male la signorina Moore e non credo che quelle fitte fossero del tutto normali.-

Il medico alzò gli occhi  dai fogli e lo incastrò in quelli della rossa.
Se uno sguardo potesse uccidere Ruth sarebbe già stata tre metri sotto terra.

-Chi è il medico? Io o lei?- e con queste parole si diresse fuori dalla stanza.

-Non sopporto come certe persone si atteggino solo perché hanno un camice addosso.- si lamentò Ruth poggiandosi sulla sedia di plastica e sbuffando.

-Però ha ragione.- la chioma rossa su mosse di scatto voltandosi verso la mia parte con sguardo serio -Il medico è lui e se dice che non c'è da preoccuparsi non credo ce ne sia davvero il bisogno.- alzai le spalle -Infondo è il primo bambino che ho e magari quello che a me può sembrare un dolore atroce non è nient'altro che un normalissimo dolore da gravidanza.-

Ruth mi guardava seria e in silenzio con le braccia conserte al petto.
-Quelli non erano dolori normali.- mi disse con tono freddo prima che la porta della sala si spalancò di colpo è un moretto entrò di corsa.

-Jen.- corse verso il letto e mi baciò la testa -Come stai?-

Gli presi la mano e intrecciai le sue dita con le mie.
-Ora tutto bene, Cal.- gli sorrisi.

-Che ha detto il medico?-

-Che è tutto normale, stai tranquillo.-

-Certo.- disse sarcasticamente Ruth dall'altra parte della sala.
Calum la guardò confuso e quando tornò a guardare me gli suggerii di ignorarla.

-Grazie Ruth per aver portato Jen all'ospedale e grazie per essere stata con lei tutto il pomeriggio, fuori c'è Serena. Ha detto che ti porta a casa.- le sorrise Calum.

Ruth si alzò stanca dalla sedia e si avvicinò a me per stringermi forte e poi salutò Calum uscendo dalla porta.

Il moro osservò la porta chiudersi dietro alla chioma rossa e quando rimanemmo solo io e lui nella stanza si voltò a guardarmi.
Camminò piano verso il letto e si sedette su di esso accarezzandomi la guancia.

-Com'è andata la partita?- gli chiesi godendomi le sue dita sul mio viso.

-Pareggio.- si limitò a dire -Seriamente, come stai?-

-Bene, Cal. Davvero.- lo rassicurai.

-Va bene, allora parliamo con le infermiere e andiamo a casa.- mi sorrise in modo stanco.

Non so perché, ma in quel momento, osservando attentamente il suo viso, pensai che quello che stesse male tra i due era lui.

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Calum guidò in modo calmo e rilassato, senza spingere troppo il piede sull'acceleratore, come era abituato a fare.

Arrivammo a casa in torno alle undici di sera ed eravamo tutti e due esausti, ma nonostante il corpo stanco, la mia mante non smetteva di viaggiare  e non facevo altro che pensare al viso di Calum e a come tutto a un tratto mi sembrò così sfatto.
Volevo parlargliene, ma non volevo affrontare la conversazione in macchina, avrei preferito parlargliene seduti sul divano del nostro salotto, ed è quello che avrei fatto.

Calum parcheggiò la macchina nel nostro garage e mi aiutò a scendere e a fare le scale per arrivare al nostro appartamento.
Cercò  stanco le chiavi per aprire la porta nel suo mazzo e quando finalmente ci riuscì la spalancò di scatto.
Stavo per sospirare ma quando vidi che nel nostro appartamento c'era qualcuno il mio fiato mi si bloccò in gola.

Sono viva
Scusate davvero ma ormai non ho tempo neanche per respirare.

Comunque in questo periodo ho anche pensato a questa storia e ho deciso di cambiare qualcosa: il racconto ormai è finito e sarà la fine ufficiale di questa storia, per questo motivo ho deciso di accorciare i capitoli, come potete vedere anche da questo, così la storia sarà un po' più lunga e avrò anche l'occasione di pubblicare più frequentemente.

Inoltre pensavo anche di scrivere una nuova storia su gennariello bello, ma la scriverò molto più avanti anche perché ho ancora la storia su Luke in sospeso (vedrò cosa fare anche con quella, aiuto)
Quante di voi la leggerebbero?

Ora mi dileguo, scusate per il disagio e per il mio disagio😔

Without you  || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora