1

544 49 9
                                    

Calum mi portò il vassoio con sopra la mia solita colazione e si sedette difronte a me.
Quella mattina nel bar c'era più confusione del solito, il che obbligò me e Calum a sederci ancora più vicino per sentire ciò che diceva l'altro.

-Stavo pensando che questo fine settimana potremmo andare a fare un giro per Londra. Viviamo qua da un po' e non l'abbiamo ancora visitata.- proposi mentre spezzavo la mia pasta farcita con il cioccolato.

-Mi piacerebbe, ma si sta per avvicinare la sosta per le vacanze di Natale e ora non ho molto tempo libero a causa delle partite.- disse dispiaciuto -Ma appena ho del tempo libero ti porto dove vuoi.- mi sorrise prendendo un sorso del suo caffè.

Ricambiai il sorriso e addentai la pasta.
Il cioccolato era ancora caldo e mi riscaldò un po' dalla solita giornata fredda e nuvolosa.
Calum intrecciò le sue dita con le mie e lo vidi sorridere.
Io e Calum eravamo una coppia a tutti gli effetti ma molte volte mi sentivo a disagio: ero abituata al suo modo di essere, un po' volgare e sarcastico, ma da quando stavamo insieme cercava di reprimere quel suo lato facendo emergere quello premuroso che ogni ragazza vorrebbe.
Ma io non ero come ogni ragazza.
Io volevo solo che Calum fosse se stesso.

Lo stavo guardando finire la colazione quando sentii delle braccia attorno al mio collo e dei capelli rosso fuoco mi coprirono la vista.

-Ruth.- la salutai mentre pendeva posto di fianco a me.

-Hey, come state?- chiese rivolgendosi sia a me che a Calum -Ho una proposta per te.- disse poi guardandomi.
Il suo accento inglese la faceva sembrare quasi una donna di classe il che mi fece sorridere perché io sapevo com'era in realtà.
-Noi ragazze pensavamo oggi di andare a pranzo insieme e poi andare a vedere la partita dei ragazzi. Ci stai?- mi chiese sorridendo.

-Certo!- esclamai.
Nel pomeriggio la squadra di Calum aveva un'amichevole con un'altra primavera inglese e il moro non aveva fatto altro che parlarne per una settimana.

-Non fate tardi per la partita o vi perderete i miei goal.- ammiccò Calum facendoci ridere.

-Me ne dedicherai uno, vero?- scherzò Ruth prendendo un sorso dal mio cappuccino.

-Ti dedicherò il secondo.- rispose il moro -Il primo lo dedicherò a una persona speciale.- sorrise.

-Parla di me.- dissi a Ruth fingendo di essere gelosa.

-Veramente parlavo di me stesso, ma se vuoi a te dedico il terzo.- con quel commento Calum fece ridere tutti e tre mentre gli lanciai addosso una pallina di carta.

Amavo Calum, volevo bene a Ruth e vederli andare così d'accordo mi metteva di buon umore.
Eravamo un bel gruppo se non fosse per Ben, il ragazzo di Ruth.
Era un ragazzo un po' superficiale e a tratti anche un po' arrogante. Non piaceva ne a me ne a Calum e ci chiedevamo spesso come uno come lui potesse piacere a una ragazza come Ruth.

-Vado a lezione.- ci annunciò Calum alzandosi dal tavolo -Ci vediamo dopo.- mi alzò il mento e mi lasciò un bacio per poi uscire dal bar.

-Siete la mia coppia preferita.- disse entusiasta Ruth e mi fece ridere.

-Non siamo niente di speciale.- dissi sorridendo e finendo la mia colazione.

_________________

-Ciao ragazze.- salutò a voce alta Ruth mentre ci sedevamo a tavola.
Tutte ricambiarono e cominciammo a parlare di interessi comuni.
Stavo bene in loro compagnia e trovavo tutte molto intelligenti e simpatiche, ma durante il pranzo la mia testa cominciò a girare e dovetti appoggiarla sulle mie mani chiudendo gli occhi.
La sensazione non migliorava, anzi, cominciavo a sentire anche un lieve senso di nausea.

Mi esclusi dal mondo reale fino a quando non mi sentii chiamare.
-Jen?-
Alzai la testa e vidi che tutte le ragazze sedute al tavolo mi stavano guardando, poi spostai lo sguardo sulla ragazza che mi aveva chiamato.
Si chiamava Serena, aveva i capelli biondi e non parlava molto, era più una buona ascoltatrice.
-Tutto bene?- mi chiese preoccupata.

-Si, si.- mi affrettai a dire -Solo un capogiro.- sorrisi e mi sentii punzecchiare il braccio destro per poi accorgermi che era Ruth.

-È quel periodo del mese?- chiese lei e io annuii subito -Te la senti di andare alla partita?-
Certo che me la sentivo, Calum ci teneva davvero molto e io dovevo andarci. Per lui.

-Si.- finsi un sorriso.

______________________

Arrivammo alla partita giusto in tempo per il calcio d'inizio.
Ci facemmo spazio tra la folla trovando finalmente dei gradoni liberi dove ci sedemmo.

Calum correva da tutte le parti e cercava di recuperare la palla dagli avversari.
Non ci capivo molto di calcio ma mi sembrava che Calum stesse facendo un ottimo lavoro.

Mi piaceva vederlo nel suo mondo e a volte lo vedevo alzare lo sguardo sulla gente cercando i miei occhi e sorridendo quando li trovava.
Sarei rimasta a guardarlo per ore ma mi sentii di nuovo male e ad un certo punto mi ritrovai a correre fra la folla fino a quando trovai il bagno.
Mi inginocchiai e i miei gemiti riempirono la piccola stanza.
Dietro di me sentii la porta aprirsi e delle mani mi tennero i capelli impedendo di sporcarli.

Quando finii sentii la persona dietro di me parlare.
-Pulisciti la bocca che ti porto a casa. Non stai bene.- Ruth.

____________________

Ero sdraiata sul letto, una coperta mi teneva caldo e di fianco a me Ruth aveva lasciato un secchio, che però era rimasto pulito.

Mi sentivo terribilmente stanca così tenni gli occhi chiusi tutto il tempo, anche quando sentii la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi.
I passi leggeri si avvicinavano alla camera e sentii la porta aprirsi piano.

-Jen?- Calum mi chiamò piano accertandosi che fossi sveglia.
Aprii piano gli occhi e vidi il moro sulla soglia con ancora la sacca di calcio sulla spalla. I capelli ricci erano scompigliati sulla testa mentre le guance erano ancora rossastre.

Si avvicinò piano al letto e si inginocchiò di fianco a me.
-Come stai?- mi chiese spostandomi una ciocca di capelli dal viso.

-Un po' meglio.- risposi solo.
No, non stavo bene per niente.
Il mio periodo era già passato e aveva saltato un turno, i sintomi erano forti e sapevo benissimo cosa poteva essere.
Il giorno dopo avrei fatto tutti gli esami per accertarmi se quello che pensavo era vero.
Ma a Calum non dissi niente, non volevo che si spaventasse e non volevo che mi lasciasse da sola.

-Hai bisogno di qualcosa?- mi chiese riportando la mia attenzione a lui.

-Solo stenditi di fianco a me.- gli dissi e gli feci spazio sul letto.

Calum poggiò la sacca per terra insieme alla giacca e alle scarpe e si stese di fianco a me.
Appoggiai la mia testa sul suo petto e lo strinsi forte a me chiudendo di nuovo gli occhi.

-Hey, non vado da nessuna parte.- rise alludendo al fatto che lo stavo stringendo davvero forte.

Se solo avesse saputo.

Without you  || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora