"Frank!" urlò Nelson. "Frank! Dove sei?"
"Sono qui Nels! Da questa parte!"
Nelson seguì la voce.
"Oh, cazzo Frank... ti sei impigliato in un albero? Come hai fatto a mancare la pista?!" disse ridendo.
"Tirami giù, idiota", tagliò corto Frank.
"Se inizi una guerra col mancare una pista, non so quanto tu possa andare avanti, mezza cartuccia", e Nelson rise ancora più forte. Stava bullizzando il suo migliore amico.
"Tirami giù ho detto, muovi il culo stronzo!" tuonò Frank.
"E va bene, va bene, non si può nemmeno farsi due risate al giorno d'oggi", rispose Nelson mentre liberava il suo amico. Nel mentre, Frank si ferì al bicipite destro con un ramo.
"AAAH! Fottuti alberi! Pure gli alberi ci vogliono morti!"
"Ma gli alberi non sono con nessuno amico, si fanno gli affari loro e ti danno pure ossigeno da respirare.. che hai contro i poveri alberi, eh?", Nelson stava provocando apposta il suo amico perchè per lui era troppo divertente quella situazione.
"Te lo infilo nel culo il ramo, poi vediamo se fai ancora il saputello, d'accordo?" ribattè Frank.
"Beh amico, tu ti sei fatto una piccola ferita, ma quelli che hanno più metallo che sangue nel proprio corpo, che dici?", comparò Nelson indicando i corpi a terra dei propri compagni, già assaliti dagli insetti.
"Già.. il volo in aria è stato molto pericoloso ma veloce; è durato poco almeno", sospirò Frank.
"Sì, è durato poco per noi, ma per quelli è stato paracadutismo ancora più veloce. Sono morti in volo." rispose amaramente il compagno.
Di nuovo insieme, i due si diressero alla pista a fianco dove il tenente Hammer faceva l'appello.
"Metà degli uomini morti.. ma almeno gli aerei nemici sono stati disintegrati", disse il tenente facendo il bilancio delle vittime.
La pista di cemento non era molto lunga; forse 100 metri. Ma era molto larga; 40 metri. Le bombe in lontananza avevano lasciato un segno indelebile sulla pista, ovvero punti squarciati. Attorno, la giungla era fitta e rumorosa; nonostante la guerra, gli animali continuavano a vivere la propria vita. Qua e là qualche camaleonte che passava dalla pista e che si mimetizzava per paura di essere un bersaglio degli uomini. Clima praticamente tropicale, quindi ci si aspettano pioggie continue. I plotoni lo sapevano, e infatti ogni soldato vestì un mantello. I plotoni, secondo il piano dei vari tenenti a capo delle squadre, avrebbero percorso strade diverse, addentrandosi anche nella giungla. Questa tecnica permetteva di avere un minor numero di vittime nel caso di attacchi a sorpresa o di bombe, perchè gli Imperialisti di certo non si sarebbero addentrati in vegetazioni ostili e inoltre, se le squadre fossero tutte unite, una sola bomba spazzerebbe via tutti gli uomini. Poi a 2 km da Jakarta, tutti i plotoni si sarebbero riuniti. Quello di Frank e Nelson avrebbe seguito la via più facile, ovvero la strada diretta alla capitale. Le squadre vennero ricomposte e si misero tutte in cammino; si sa quello che si deve fare, si agisce e basta.
"È tempo di fare un po' di culi a strisce, soldati!" urlò il tenente Hammer, e tutti i soldati risposero a loro volta con un urlo deciso che li incitava e incoraggiava. Ma Nelson non lo fece, al contrario di Frank."Nels, che hai?", chiese l'amico.
"Niente", rispose, "è solo che non vedo l'ora di fare a pezzi qualche Imperialista", disse Nelson. Ma in verità nutriva forti dubbi su questa guerra.
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The Human
General FictionLa crudeltà è l'assurdità dell'uomo tutte e due concentrate in una storia realistica. Passaggi crudi e duri, ma riflessivi. Le emozioni, positive o negative, non mancano in questa storia. Una storia che vede come protagonisti Frank e Nelson, due rag...