Tutti i plotoni si misero in cammino due ore fa, ognuno per la propria strada. Sono le 13 del pomeriggio, il sole è splendente lassù in cielo e picchia forte. Il plotone Thunder continua a seguire la via principale che porta a Jakarta. 500 uomini in totale, con a capo il tenente Hammer, uomo carismatico e imponente. Incute timore solo a guardare la sua robustezza, ma infonda fiducia appena muove le corde vocali. Servono persone come lui al fronte; capitani coraggiosi, capitani che osano, che non indietreggiano. Hammer appartiene ad una famiglia che offrì i propri uomini al servizio del proprio paese in tutte le guerre avvenute in passato, e in ogni guerra i discendenti del tenente furono dei pilastri dell'esercito inglese. Toccava a lui difendere l'onore militare della sua famiglia (onore? Difendere che?).
Il plotone si imbattè in un'abitazione, fatta in parte in legno e in parte in mattoni. Era un'abitazione di umili dimensioni e di umili sembianze; chiunque ci abitasse apparteneva ad una classe sociale bassa.
Chiunque ci abitasse, è ancora lì dentro, a nascondersi dai militari di entrambi gli Ordini. O forse erano Imperialisti appostatisi lì, pronti ad aprire il fuoco sul plotone Thunder? Fatto sta che la squadra di Nelson e Frank sentì dei rumori in quell'abitazione. Mattoni che cadono. In effetti, la semplice casetta era già stata devastata, ma nonostante ciò era ancora in piedi.
"Squadra Thunder! Raggiungete quelle buche e quei sassi! Voglio 10 uomini dietro quei due camion! Muovetevi!", ordinò il tenente Hammer.
Tutti quanti iniziarono a correre ad appostarsi. Quei sassi presenti sulla strada sterrata poco prima della casetta furono raggiunti, e le buche causate dalle bombe riempite dai soldati. E dieci uomini dietro i due camioncini, come ordinato. Tutti quanti con il fucile impugnato e puntato verso l'abitazione. Gli occhi fermi, che mirano a dei possibili nemici. Il respiro lento, la tensione in salita.
Nessun rumore, nessun movimento. Per cinque minuti buoni, il plotone rimane rannicchiato dietro le proprie coperture. Hammer decide di agire; manda 20 uomini a controllare l'abitazione, mentre il resto del plotone controlla ogni singola finestra, ogni singolo buco, ogni singolo componimento della casetta per beccare qualche Imperialista. Tra quei 20 uomini, Nelson e Frank davanti a tutti. Raggiungono la porta di legno; è socchiusa. La maniglia deve essersi staccata per le potenti vibrazioni provocate dai bombardamenti. Frank e Nelson si guardano con due occhioni e a poco a poco aprono la porta. Fa fin troppo rumore per i propri gusti; lo scricchiolio fa muovere qualcosa all'interno. I due a quel punto entrano di colpo con il fucile puntato ovunque; sarà perchè muoiono dalla paura. Superano il corridoio e raggiungono un'altra porta, ma nel farlo, le travi in legno del pavimento fanno un rumore assordante, che provoca un urlo subito soffocato oltre quella porta. I 18 uomini iniziano a controllare ogni singola stanza dell'abitazione, mentre Frank e Nelson si occupano di quello che sembra essere, o che doveva essere, il soggiorno. Avevano appena oltrepassato anche quella porta.
Tavoli rovesciati, un divano strappato, quadri distrutti, muri bucati e qua e là qualche topo che corre. Nelson nota qualcosa per terra; è una foto.
"Frank.. qui viveva una famiglia. Vieni a vedere; un padre, una madre e due bambini. Frank? Frank?", disse Nelson. Quando quest'ultimo si girò verso il suo amico, non potè fare a meno di notare un'orrenda cosa, in uno degli angoli del soggiorno. Era lì che Frank stava guardando, pietrificato. Stava guardando i pezzi dei corpi dei due bambini in foto. Sul viso delle teste mozzate dei bambini, si notava ancora il passaggio scavato dalle lacrime. Gli occhi erano aperti e incutevano un certo terrore. Sembrava che guardassero Frank e Nelson con discordia e odio.
"PORCA PUTTANA FRANK!", urlò Nelson. "Cazzo, allontanati da lì subito!". Nelson si sentiva in colpa per quello che era successo a quei poveri bambini. Forse erano stati i Democratici, o forse gli Imperialisti; fatto sta che questa guerra è stata iniziata anche dal proprio Ordine, e perciò le mani le si hanno comunque sporche di sangue.
Un singhiozzo dietro il divano strappato attirò l'attenzione dei due. Si girarono immediatamente verso il mobile con il fucile impugnato, e pronti a premere il grilletto.
"ESCI FUORI DA LÌ SUBITO!", e da lì ne uscì una donna travagliata, gravemente ferita. Aveva la pancia aperta e le sue interiora cadevano sul pavimento, e piangeva. Non aveva capito cosa dissero i due uomini, ma sapeva che volevano che si mostrasse.
"Che mi venga un colpo.. oh cazzo... asc.. ascolta.. ti curiamo, d'acc-d'accordo? Ti possiamo aiutare, ti diamo aiuto", Frank cercava di avvicinare la donna e convincerla a farsi aiutare. Ma la donna piangeva sempre di più. Era così disperata, così tanto disperata da compiere un atto folle.
Fu in quel momento che Nelson spalancò gli occhi verso in quello che teneva la donna tra le mani; una granata innescata.
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The Human
Художественная прозаLa crudeltà è l'assurdità dell'uomo tutte e due concentrate in una storia realistica. Passaggi crudi e duri, ma riflessivi. Le emozioni, positive o negative, non mancano in questa storia. Una storia che vede come protagonisti Frank e Nelson, due rag...