L'inizio.

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Era una mattina soleggiata e sorridente, che illuminava il terreno in maniera omogenea sulle foglie dai colori caldi.
Mi svegliai per via dei raggi del sole che mi accecavano il viso. Le tapparelle della finestra erano semi aperte e ciò faceva sì che qualche spiraglio di luce entrasse nella stanza per poi occupare delle fette di parete colorata. I ricci color cioccolato mi cadevano sulle palpebre sudate mentre l'indomabile chioma somigliava a una foresta intricata di alberi. Le labbra sottili erano un leggermente aperte e facevano risaltare i miei denti bianchi da castoro. Il mio pigiama era costituito solamente dai miei boxer, dato che la sera prima mi sentivo molto accaldato. Mi svegliai fuori dalle coperte, probabilmente per la troppa agitazione. Le mie mani, il mio corpo era freddo a causa dell'umidità presente nell'aria.

Mi alzai dal letto con fatica e svogliatezza e la prima cosa che feci fu controllare il cellulare: era quasi mezzogiorno. Avevo dormito per quasi tutta la mattinata, chissà cosa avevo sognato per aver dormito così tanto.

Mi vestii velocemente con un abbigliamento molto comodo, mi misi dei pantaloni grigi piuttosto larghi, una camicia lunga bianca, dei calzini lunghi rossi e delle pantofole calde.
Scesi le scale fino ad arrivare alla cucina dalle pareti dai colori vivaci, aprii un cassetto in cui si trovavano tazze, cucchiaini e altre stoviglie, presi la mia grande tazza bianca e la appoggiai sul tavolo.
Rubai un gamellino da un'altro cassetto, gli misi dentro un poco di acqua e lo sistemai sui fornelli. Aspettai finché l'acqua non bollí e ci buttai dentro una bustina di thé. Optai per il thé classico evitando tutti gli altri gusti particolari.
Mescolai con un cucchiaio cosicché il miscuglio diventasse più bruno e omogeneo. Finito il processo di bollitura spensi la fiamma e versai quel liquido caldo nella tazza; risultava molto invitante e rilassante.
Mi sedetti, finalmente, con tutta la calma che avevo, e buttai dentro quel miscuglio del limone e dello zucchero, mescolando il tutto.

Lo bevvi velocemente scottandomi alle volte la lingua, ma il sapore era buono ugualmente. Misi nel lavello la tazza e mi diressi nuovamente nella mia stanza, vestendomi in modo più elegante. Mi sfilai quei pantaloni grigi con facilità, e al loro posto mi infilai un paio di jeans blu elettrico molto appariscenti. Mi tolsi la camicia bianca e mi sistemai una camicia azzurro chiaro. Mi circondai il collo con alcune collane colorate, e mi misi ai piedi delle scarpe lucide nere.
Scesi di nuovo quelle maledette scale fino ad arrivare alla porta. Avevo preso appuntamento con un amico dicendo che ci saremmo incontrati per pranzare insieme al ristorante 'Tom's restaurant", amavo quel locale, offriva piatti di ottima qualità. Dovevo sbrigarmi se non volevo fare tardi. Misi i piedi fuori di casa e chiusi la porta a chiave. Misi le chiavi in una tasca dei miei jeans quando...

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