Una dolce mattinata.

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Quella giornata passò sul divano, con il solo rumore della stufa che riscaldava la casa. Il tempo sembrava non passare mai, anche se fuori il cielo rimbruniva sempre di più, fino ad arrivare ad un colore scuro sulle tonalità del nero. Un cielo spolverato di tante minuscole galassie.
E intanto la neve continuava a scendere, fioca, ma con la stessa intensità per tutta la notte.
Amavo la neve. Quel sapore ghiacciato e morbido che mi invadeva la bocca, lo adoravo.
Era tardissimo, ma io rimanevo comunque sveglio, a pensare.
La malinconia saliva, e si faceva sempre più sentire. In questo periodo il mio umore non era dei migliori, anzi, la mia autostima si abbassava sempre più.
Feci un bel sospiro per buttare via tutta la tensione accumulata, e spontaneamente i miei occhi si coprirono di una patina di vetro, che luccicava per l'alta luminosità della televisione accesa.
Una lacrima rigò il mio volto, fino ad arrivare alle labbra. Il sapore delle lacrime era sempre troppo salato.
Mi asciugai velocemente le lacrime e mi alzai dal divano, camminando verso la cucina.
Cercai di preparare una frittata come meglio potevo, dovevo pur mangiare qualcosa. La poggiai sul piatto e mi misi a sedere a tavola.
Ne infilzai un pezzo con la forchetta e la ficcai in bocca, anche se non avevo tanta fame. Dopo aver mangiato mi avviai fino in camera mia, sprofondando nelle coperte morbide. Fu una notte lunga, fra i continui risvegli e la fatica di riaddormentarmi.
La mattina seguente mi sveglisi svogliatamente, trascinandomi verso il soggiorno. Controllai l'ora nel cellulare. Erano le 6:45.
Per un attimo mi passò per la testa di ritrascinarmi verso la mia stanza e riposare ancora un po', ma l'abbandonai lasciandola da parte.
Optai per una colazione fuori, che so, magari in un bar o in una pasticceria. Mi preparai con abiti comodi e caldi, fuori si belava dal freddo. Uscii di casa, e mentre stavo chiudendo la porta a chiave notai con la coda dell'occhio una figura frettolosa che camminava in direzione del negozio davanti a casa mia. Voltai il busto e riconobbi subito quella sagoma ammaliante.
Rorrisi e le corsi incontro. Appena mi notò affrettò il passo, forse non voleva parlarmi?
"Buongiorno!" le urlai mostrando i miei incisivi.
"Ciao" mi rispose lei con tono insicuro e infastidito. Capii il motivo del suo comportamento.
"Senti, mi dispiace se ieri mi sono rivolto così malamente a te, ma non sopportavo sentirti dire quelle cose..." dichiarai volgendo lo sguardo sul terreno. Ci fu un minuto di silenzio.
"Non preoccuparti" disse con il suo solito sorriso a trentadue denti. Le ricambiai il sorriso.
Rimasi intrappolato nei suoi occhi color marrone per qualche instante, ma fortunatamente riuscii a liberarmi subito dopo e cercando di sistemarmi i capelli farfugliai: "Se non hai altro da fare...vorresti venire a fare colazione con me?". Ci pensò su e rispose.
"Ma si dai, perché no?" accennò un sorrisino.
Mi prese a braccetto e ci avviammo verso la pasticceria migliore in cui ero mai stato.
A quel piccolo gesto le mie guance divennero più rosee del solito.
"Allora dove mi porti?" chiese curiosa.
"Che ne dici di andare in pasticceria? Ti piacciono i dolci?"
"Ne vado matta" disse leccandosi le labbra.
Quanto era carina...
"Michael non ti sarai forse innamorato di lei?"
Ci si metteva anche la mia coscenza adesso. Non lo so di preciso, ma forse...sì.
È come se avesse dentro di sè una forza magnetica chemi attira ogni volta.
"Perfetto" le risposi guardandola ipnotizzato.
Passeggiammo fino alla pasticceria.
All'esterno pareva proprio un bel negozietto. In altro c'era scritto "Alternative Bakery
Right place for sweets lovers♥"
"Beh direi che è il posto giusto per me allora!" ridemmo entrambi.
Entrammo eccitati. Le ragazze dietro al balcone ci accennarono un caloroso "Benvenuti", dopodiché ci disponemmo davanti alla vetrinetta il cui interno era costituito da pasticcini di ogni tipo, paste, torte.
Vidi Lola strofinarsi le mani golosamante, sorridendo più che mai.
"Dediderate?" ci chiesa la ragazza.
"Io una pasta al cioccolato" rispose subito Lola euforica.
Mi venne fuori una leggera risatina.
"Io invece una pasta vuota e una tazza di the, grazie"
"Certo, subito" ci disse con un sorriso smagliante.
Lola ricevette la sua pasta e io pure.
"Il the arriva tra pochissimo signore" concluse lei.
Ci sedemmo a un tavolino vicino alla vetrata, e iniziammo la nostra colazione.
Io avevo appena dato un morso alla mia pasta mentre Lola era già a metà.
"Ei ma sei un fulmine!" risi guardandola abbuffarsi.
"Cosa?" disse alzando la testa dalla sua prelibata preda.
Risi ancora più forte; aveva tutta la bocca sporca di cioccolato.
"Sei tutta sporca, pulisciti dai!"
"Oh mi scusi signorino!" farfugliò scherzosamente.
Si passò un fazzoletto sulla bocca in fretta, mentre le sue guance divennero rosse.
"Ora vado bene?"
"Ehm...veramente no hahaha"
"Ma come??" si passò nuovamente il fazzoletto sulle labbra, ma senza risultato. Mi chiedo come abbia fatto a sporcarsi il naso. Quel bellissimo nasino perfetto...
"Michael non fai altro che adularla di continuo, che ti succede"
Il mio cervello mi diceva di smetterla di frequentarla, dopotutto non la conoscevo da molto, ma il mio cuore mi diceva che avrei dovuto continuare a vederla, non riuscivo a immaginare una giornata senza di lei.
"Dammi sciocca" le tolsi il fazzoletto di mano e glielo passai delicatamente sul naso.
In tutte le sue imperzioni, era perfetta, in ogni singolo angolo del suo corpo.
"Ecco fatto" sorrisi.
Bevvi il the caldo tutto d'un sorso e uscimmo.
"Beh? Ti è piaciuta la pasta?"
"Che domande! Era buonissima"
"Bene, sono contento..."
"Grazie mille" mi disse scoccandomi un bacio sulla guancia.
"Ora devo andare in negozio, ci vediamo più tardi!"
"Ciao..." le dissi a bassa voce ancora imbambolato da quel piccolo bacio.
Mi incamminai verso casa.
Stavo per entrare quando...

Ecco qua il capitolo! Buona lettura:)

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