I.

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Mi seguiva. Sentivo i suoi passi dietro di me, il suo respiro pieno di affanno. Era come se il resto del mondo si fosse polverizzato, c'eravamo solo io e l'uomo dagli occhi rossi di rabbia.
Correvo a più non posso, come mai avevo fatto. Volevo scacciare dalla mia mente quell'uomo, volevo tornare sull'altalena. Volevo giocare con gli altri bambini. Mentre correvo sentivo qualcosa di strano nella mia testa. Sentivo che stava per iniziare un cambiamento. Un cambiamento radicale della mia vita.

Mi risvegliai in preda al panico. Era da tanto che non facevo incubi. Ed era da tanto che non avevo sogni.
Un lieve "fanculo" uscì dalle mie labbra. Ed è così che inizió un'altra finta bella giornata.
Andai in bagno, mi misi sotto la doccia e provai a levarmi di dosso tutti i miei pensieri negativi e tutti i miei ricordi.
Andai nella stanza e misi su uno skinny nero e una maglietta random trovata sulla scrivania, per poi andare a caccia di scarpe. "Nonna dove sono le vaaaaaaans?" Urlai dando poco conto che erano le 7 e i vicini rompipalle dormivano.
Dalla cucina sbucò la mia nonna, la persona che mi ha cresciuta e la donna più dolc... "Ma porca miseria! Apri quegli occhi! Sono dietro di te Ka'" disse con "gentilezza", il difetto che accomunava tutta la mia stirpe. Risi, mi misi le scarpe e le diedi un bacio sulla guancia, mentre lei tentò di lanciarmi uno sguardo severo, che come sempre peró, finì con sorriso.
Misi le scarpe, presi lo zaino e uscii di casa per andare a scuola. Faceva un caldo bestiale, stavo letteralmente evaporando. Generalmente a Somma Vesuviana fa molto caldo, ma oggi la temperatura supera gli schemi. Arrivai davanti a scuola e mi lanciai nelle braccia di Sarah, la mia migliore amica. "Scaricatore di porto che non sei altro, la sai la notizia?" Okay ora la fucilo. Sarah era abituata a parlare a dirotto, e il bello, è che spara solo cazzate alla fine. Mimai un no con la testa alzando gli occhi al cielo, "Hai visto il ragazzo con gli occhiali da sole e il capellino? Ahh, quanto è bello -iniziò a dire tre mila sinonimi di bello- mi ha contattata!" Okay la odio. "Sarah, ti prego, è un cafone assurdo, quei pantaloni con il cavallo che tocca a terra fanno proprio pena, giuro che ti sparo, è orribile." Sarah aveva un ossessione per i ragazzi, ma non era normale, come un po' tutte le ragazze, no. Era una vera e propria malattia secondo me. Suonò la campanella e ci affrettammo ad entrare. Nel corridoio incontrai Luca, il mio quasi ragazzo, corsi contro di lui e lo abbracciai forte, mi diede un bacio, e mi sussuró all'orecchio "stirare le maglie è troppo faticoso?" con fare superiore. Gli diedi un un cazzotto sulla spalla e abbracciati andammo nelle nostre rispettive classi.
Io andai a storia, e lui a chimica.
Entrai velocemente per prendere il posto in fondo all'aula, ma appena aprii lo zaino vidi che non c'erano libri. "Cazzo Katia, sei un'idiota" dissi fra me e me. Decisi che avrei passato la giornata in bagno, non avevo voglia di sorbire le urla dei miei psyco professori. Così andai in bagno dicendo a Maria, la meno idiota della classe, a reggermi il gioco, dicendo alla prof che stavo male.
Arrivai in bagno, mi accoccolai sulla panchina e iniziai a dormire.
Tutte le seguenti ore passarono così.
Suonó la campanella, furtivamente mi affrettai a prendere dalla classe lo zaino, vuoto ovviamente, e uscii velocemente da scuola. Nel cortile vidi Sarah baciare quel tizio cafone. Quando fa questo genere di cose la odio, la gente prima o poi inizierà a pensare che sia una ragazza facile, molto facile.
Io e lei siamo amiche da due anni più o meno, diciamo che mi ha teso la mano nel periodo in cui ero sola.
Prima di lei, avevo delle amiche di cui mi fidavo molto, ed ero anche innamorata. Loro lo sapevano. E per motivi per me ancora sconosciuti, un giorno dissero a mezza scuola della mia cotta, comprese tutte le cose mielose che pensavo di questo tizio. Mi sentii delusa, sola. Con Sarah mi feci una corazza.
E grazie a lei, con il tempo, iniziai anche a ridere della questione "amiche oche". Tanto che ora , ovviamente, nemmeno mi sembra un problema.

Io e Sarah ci lanciammo uno sguardo. La guardai delusa, si stava comportando da vera stupida con quel ragazzo. Lei accennò una risata.
Mi sentii ancora una volta sola.

Andai di fretta verso casa.
Mi infilai nella stradina che portava a casa e inciampai.
Caddi a terra strappando i pantaloni, mi rannicchiai su me stessa, e mi portai le mani alla tempia. Dovevo calmarmi, non ero solita ad agitarmi così tanto. Sentii dei passi dietro di me, non vi diedi importanza.
"Tutto bene?!" Disse qualcuno.
Non risposi, feci un gesto con la mano per dirgli di andare via, dando le spalle allo sconosciuto.
"Dico sul serio, hai bisogno di una mano?". Mi girai.
Era un ragazzo, aveva i capelli sul biondo scuro, che gli coprivano la fronte, e spiccavano due occhioni blu.
Era carino. Ma mi impauriva un pó.
"Grazie, ma non ho bisogno di nessun aiuto" dissi sorridendo. Ed era così.
Lui mi guardò stranito, io andai via.

Ciao a tutte, questa è la mia storia su Genn Butch.
Spero che qualcuno la legga:)
Al prossimo capitolo.

Bad habits|| Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora