Era lui, quell'uomo.
Mi gettai fra le braccia di Genn e gli sussurrai delle parole.
"Andiamo via, ti prego"
Mi staccai da lui e quando mi girai, l'uomo era scomparso.
Iniziai ad avere paura, le mie gambe tremavano, la mia faccia si impallidì, i miei occhi erano ormai spalancati e pieni di terrore.
Genn si accorse che c'era qualcosa che non andava e mi prese la mano portandomi via.
"Dovremmo dirglielo che andiamo via"
Dissi indicando Giusy e Alex abbracciati.
"Sh, non è importante"
Camminammo poco, fino a giungere in una delle panchine più isolate del parco.
Quel luogo mi trasmetteva calma.
Inizia a fare respiri profondi per calmarmi e fermare le lacrime che minacciavano di scendere.
Genn sembrava impacciato, come se non sapesse cosa fare.
Gli presi una mano e la strinsi forse.
"Grazie Genn, scusa"
"Figurati.." Disse lasciando un appesa la frase, come se volesse dire qualcos'altro.
"Suppongo tu voglia delle spiegazioni"
"Vorrei capire, ho visto chi fissavi, quel tizio strano, ti ha fatto qualcosa?"
Una lacrima scese dai miei occhi.
"Si -asciugai le lacrime e presi un respiro profondo- da piccola-"
"Tranquilla, se non te la senti non sei costretta" mi accarezzò una guancia.
"No -dissi fermamente- devo liberarmi di questo peso.
Ero piccola, avevo 10 anni e quell'anno iniziai ad andare sola al parco davanti casa. Mi sentivo grande, mi sentivo autoritaria, iniziai a fare amicizie.
Tutta questa felicità e spensieratezza non poteva durare molto.
Ti starai chiedendo, cosa puó essere mai successo di tanto grave ad una ragazzina di 10 anni?
Bene, un giorno mi accorsi che c'era un tizio, quel tizio, che passava le giornate a fissare me e le mie amiche.
A volte veniva anche a sedersi vicino a noi.
Io non diedi peso a questa cosa, ero ingenua.
Un giorno con le mie amiche ci allontanammo dal parco, andammo in giro e tra un vicolo e un altro, rimasi sola. Mi misi seduta davanti ad una casa e aspettai che tornassero indietro.
Ad un certo punto arrivò quell'uomo.
Si mise ad un millimetro dalla mia faccia e mi sussurrò "finalmente".
Iniziai ad avere molta paura, quindi mi alzai e iniziai a scappare.
Pensavo che non mi avrebbe inseguita, ma mi sbagliavo.
Correva dietro di me e urlava.
Dopo qualche minuto non riuscii più ad andare avanti, rallentai il passo e l'uomo mi prese e mi diede uno schiffo, riuscii a strattonarlo e scappai via, mentre lui mi urlava che quella non sarebbe stata l'ultima volta che co saremmo visti.
E infatti dopo quell'incotro, lo rividi.
Ma non al parco, perchè non ci tornai più, ma sotto casa, quando uscivo con la mia famiglia. Un giorno lo trovai persino al centro commerciale a un'ora da qui. Avevo paura, quel periodo fu orrendo, avevo solo 10 anni e tutta questa storia andó avanti per due anni e-"Genn mi fermó, come se non riuscisse più a sentire quella storia.
Ed io, senza che nemmeno me ne fossi accorta, piangevo a dirotto.
"Tranquilla, ho capito"
Mi abbracció.
E io mi sentii al sicuro.
"Ma come faccio ora? Lui è qui!" Dissi disperata.
"Katia, hai 17 anni, sii indifferente, lascialo stare. E poi ricorda che ci saró io con te, soprattutto ora"
Mi sentii al sicuro, con lui.
"Grazie.." Sussurrai.
-
Erano passate 2 ore da quando io e Genn avevamo parlato di quell'uomo, ora ero con Giusy a casa mia.
Raccontai ció che era successo con Sarah a mia nonna, dal momento che era da tanto che non mi confidavo con lei.
E allora, ne sentii il bisogno.
Mia nonna ci rimase un po' male, dal momento che aveva sempre considerato Sarah una "ragazza d'oro".
Le presentai Giusy e decise di farla rimanere a pranzo per conoscerla.
Dopo di che, io e Giusy andammo nella stanza.
Dopo la mia lunga assenza con Genn lei volle saperne il motivo, quindi le spiegai il motivo di questo allontanamento, raccontandole di quell'uomo.
Rimase un po' scossa e dopo qualche minuto di silenzio decisi di parlare.
"E tu e Alex? Che avete fatto?"
"Che dovevamo fare Ka'?! Nulla" urló imbarazzata.
"Secondo me ti pia-"
"Zitta!" Urló saltandomi addosso tappandomi la bocca.
"Si perchè lui dall'altra parte del paese mi sente, ovvio, che sbadata" scherzai.
Rise.
"Si hai ragione, ma zitta, un po' lo trovo carino" fece a bassa voce.
"Okay, ma secondo me è reciproca la cosa" dissi imitandola a bassa voce.
"Su scendete e smettetela di parlare di ragazzi" fece mia nonna entrando nella stanza.
"Ma hai origliato" chiesi.
"Ma il nome Genn è italiano?" Detto questo chiuse la porta e andó vi.
"Ho già detto che amo tua nonna?"
Una volta a tavola, parlammo del più e del meno.
Mia nonna insistette sul voler sapere di più di Genn, ma io non le dissi nulla.
"Su aiutatemi a togliere la tavola" affermò mia nonna.
Mi alzai e portai i piatto sul lavello vicino alla finestra.
Posai le stoviglie e scrutai attentamente fuori dalla finestra.
Sembrava non esserci nessuno.
Ad un certo punto scrutai una figura tutta incappucciata.
Una figura che avanzava verso casa mia.
Ciao a tutte:)
Siamo già a 10k?!
Sono davvero fiera di come sta procedendo la storia.
Quindi volevo ringraziarvi di cuore.
Poi volevo chiedervi una cosa.
Dal momento che io non so usare benissimo wattpad (-.-) , qualcuna puó dirmi come faccio a vedere le classifiche delle storie?
Perchè mi interesserebbe vederlo:)
Poi volevo dirvi anche un'altra cosa:)
Commentate di più, mi piace leggere quello che pensate sulla storia:)
Con questo ho finito:)
Continuo quando tutti i capitoli raggiungono più di 15 commenti e quando arriviamo a 400 visualizzazioni:)
Alla prossima:)

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Bad habits|| Genn Butch
FanfictionKatia, una ragazza apparentemente forte, irascibile, determinata e con un passato tragico alle spalle. Genn, un ragazzo che vive bella penombra, che vorrebbe provare ad essere aperto e socievole, ma la sua misteriosità fa paura alla gente, ed è prop...