Erano 2 ore che io e Genn camminavamo parlando del più e del meno. Avevamo parlato della scuola, delle nostre famiglie, di ció che avevano intenzione di fare nel futuro. Ad un certo punto Genn interruppe il suo discorso e si giró verso di me.
"Tu peró non mi hai detto una cosa.
Chi sei davvero? Chi è Katia?
Ti vedo sempre alle feste, scherzi, balli, poi ti ritrovo qui ogni tanto, al parco, per le strade, sola. A me sembra che tu stia lottando contro te stessa"Mi fermai. Pensai. Chi ero io? Non lo sapevo?
"Io, io non so chi sono, sto cercando di capirlo"
"Ah guarda, per ora mi basta questa risposta, ma pensaci, perchè la prossima volta che te lo chiedo, ti voglio pronta"
Dopo ció avevamo smesso di parlare.
Quel silenzio non era nemmeno imbarazzante.Camminavamo lentamente, guardavamo avanti, il tramonto non era mai stato così bello. Forse era Genn che lo rendeva così.
"Genn, senti, io ho fame, quindi adesso andiamo al bar"
Aumentai il passo lasciando Genn alle mie spalle.
"Katia, una domanda, da quanto non mangi? Ah lupetto mio?" Disse Genn canzonandomi.
Una volta raggiunto il locale ci sedemmo e ordinammo due pizzette.
"Mi piaci" disse Genn senza nemmeno il minimo imbarazzo.
Io spalancai gli occhi, e non so perché sorrisi. Sorrisi involontariamente.
Quindi, ero felice di piacere a Genn?"Anche tu" dissi di impulso maledicendomi.
Io a differenza di Genn, presi il colorito di un pomodoro.
"E anche tanto" continuai perdendo ormai io controllo delle parole.
Mi misi un mano sulla bocca e per l'ennesima volta mi maledissi.
Genn intanto rideva.
Mi ripresi dal mio stato di trance e lo guardai. Lui mi mandò un occhiolino con un espressione maliziosa in volto.
Quanto poteva essere bello?
Senza accorgermene avevo iniziato a fissarlo a bocca semi aperta, non accorgendomi nemmeno che erano arrivate le pizzette.
Ka', perché devi fare sempre ste figure?!
Lui stranamente non se ne era accorto, o forse fingeva.
"Katia, lo so che sono bello, ma mi fai sentire in soggezione così" disse schietto ridendo.
Poi il pomeriggio proseguì così, tra prese in giro, scherzi e risate.
"Genn, grazie per avermi accompagnata" dissi a Genn davanti alla porta di casa.
"Per te questo e altro"
Genn si avvicinava sempre di più e io iniziavo a sentire caldo.
"Genn..."
"Shh"
Posó una mano sulla porta e schiacciò il suo bacino contro il mio.
Inizió a sfiorarmi il collo con le labbra.
Mille sensazioni pervasero il mio corpo.
Non capii più nulla.
Mi guardò negli occhi e iniziò ad avvicinarsi ancora di più.
Appoggiò una mano sulla mia guancia e poi sentii le sue labbra sulle mie.Mi aggrappai al suo collo e approfondii il bacio.
Non riuscivo a fermarmi, come se baciare Genn fosse il mio più grande bisogno.
Andó avanti per qualche minuto.
Ogni tanto dovevamo staccarci per prendere fiato e guardarci negli occhi.
"Genn, ehm... Io ora devo andare" dissi imbarazzata.
"E fatti salutare allora" rispose malizioso.
"Caro, ci siamo già salutati, non trovi?" Affermai ridendo.
Mi girai ed entrai in casa. Non c'era nessuno.
Mi appoggiai alla porta sedendomi a terra.
Ancora non avevo realizzato di aver baciato Genn.
Io mio stato d'animo oscillava tra l'eccitata e l'incredula.
Andai a prendere il telefono e composi il numero di Giusy.
In settimana ci eravamo incontrate spesso, eravamo diventate molto amiche.
"Giù! Vieni a casa mia per stanotte"
"In realtà io stavo già dormendo"
"Alle 19?! Su muoviti che devo dirti una cosa..."
"Genn?"
"Muoviti"
Chiusi e andai a mettermi il pigiama, ovvero una maglia di topolino di 6mila anni fa e un leggins.
Tempo 5 minuti che Giusy bussò già alla porta.
"Arrivooo" urlai dal bagno.
Andai ad aprire la porta e mi si presentò davanti una Giusy assonnata già in pigiama.
"Tu sei venuta da casa tua così"
"Si e per colpa tua ho fatto tante di quelle figure di merda che ora potrei anche scriverci un libro"
La serata passò velocemente, ridemmo, scherzammo.
"Buonanotte Giusy" dissi per poi infilarmi sotto le coperte.
"Buonanotte un cavolo, mi hai fatta venire qui per dirmi quella cosa su Genn, mi hai fatto fare una marea di figuracce e ora non dici nulla?!" Urló quella pazza togliendomi tutte le coperte da dosso.
"Ma nulla Giusy che vuoi che sia successo" le dissi assonnata mettendomi seduta di fronte a lei.
"Vuoi un pugno? Muoviti parla"
"Uff, ci siamo solo baciati, nulla di più"
"Mi hai fatta venire qui per dirmi questo, ti odio" disse lei scherzando.
"Ti odio anche io, scè'" le risposi, prima di addormentarmi, fra mille pensieri.
Forse adesso, ero felice veramente.
Ciao a tutte:)
Scusate se questo capitolo è molto corto ma in questi giorni non ho avuto molto tempo per scrivere.
Per il prossimo capitolo 170 visualizzazioni e 25 like.
Grazie mille:)

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Bad habits|| Genn Butch
FanfictionKatia, una ragazza apparentemente forte, irascibile, determinata e con un passato tragico alle spalle. Genn, un ragazzo che vive bella penombra, che vorrebbe provare ad essere aperto e socievole, ma la sua misteriosità fa paura alla gente, ed è prop...