XI.

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Stavo guardando per la seconda volta quel video.

Irina piangeva e Sarah spiegava il perchè del suo occhio nero.

Erano ridicole.

Sarah è stata aggredita a scuola senza motivo da due ragazze strane, non dico i nomi perché hanno minacciato di picchiarmi se lo avessi fatto.

Questa era una delle tante minchiate che sparavano nel video.

Il bello è che l'occhio era stato anche un po' ritoccato per farlo sembrare ancora più livido e gonfio.

Che streghe.

"Dai Katia, domani vedremo cosa dobbiamo fare, ora lasciamo perdere"

Salimmo sopra, Giusy andó in stanza, io andai a cambiarmi in bagno.

Misi il pigiama che mi aveva prestato Giusy e dopo essermi struccata la raggiunsi in bagno.

Mi misi nel letto e provai ad addormentarmi.

-

Erano 2 ore che stavo nel letto sveglia.

Con Giusy che ripeteva storia era impossibile dormire.

"Basta ti prego! Mettiti a dormire"

"Tu stai zitta e pensa ai fatti tuoi"

Seguì qualche minuto di silenzio.

Poi Giusy mi fece una domanda.

"Katia ma adesso se ci penso, a Genn hai detto di non voler restare a casa sua per tua nonna, ma da me sei venuta e in più tua nonna non è nemmeno a casa. Perchè?"

Ci pensai un po', ma alla fine era stupido girarci intorno, la risposta era quella.

Ci conoscevamo da troppo poco tempo.

"Giusy, sono solo due settimane che lo conosco, posso restare a dormire da lui?!"

"Be la prima sera con cui ci hai parlato a me sembra che sei andata sa lui!!"

"Era l'unica scelta Giusy, ora basta"

Mi dava fastidio quando la gente ragionava così.

Penso che le ragazze debbano iniziare ad avere più dignità.

Sarah e Irina erano l'esempio perfetto da fare.

Non potevano permettersi di usare in questo modo il loro corpo, la loro persona.

Mi addormentai, con mille pensieri nella mente.

-

Arrivó la mattina.

Io e Giusy ci vestimmo e andammo a scuola.

Non accennammo nulla su Sarah e Irina.

Decidemmo di provare a non darle corda.

Giusy parlava interrottamente, ma io non riuscivo ad ascoltarla.

Arrivammo davanti scuola e andammo a sederci ai piedi di un albero.

Nell'aria c'era un vociare sommesso e molti ci lanciavano occhiate furtive.

Capimmo tutto.

Giusy mi guardó.
"Ecco -si posó una mano sulla faccia- ora dobbiamo subire pure i pettegolezzi di tutti"

"Giusy, lasciali stare, sono solo burattini inutili"

Mi alzai e andai a cercare Sarah, seguita dalla mia amica.

La vidi appoggiata a una panchina con un gregge di maschi-pecore attorno.

Si muoveva i capelli con un dito e rideva come una gallina.

Bad habits|| Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora