Mandai a chiamare Harry subito dopo colazione, alle 8:33 minuti, sperando che in poco tempo arrivasse da me, come previsto il ragazzo dai capelli ricci si presentò alla porta della mia camera due minuti dopo, bussò leggermente e aspettò di poter entrare.
"Vieni pure" dissi con distrazione fissando lo schermo del cellulare e picchiettando il piede con nervosismo sul pavimento di legno, che inevitabilmente rimbombava leggermente.
"Signor Tomlinson?" sussurrò piano, evidentemente spaventato, abbozzai quello che forse lontanamente poteva sembrare un sorriso ma era solo una cicatrice d'abitudine sul volto del ragazzo, costretto a crescere troppo in fretta: forse la causa della sua mania.
Harry tremò leggermente e si avvicinò titubante.
Gli presi i fianchi facendolo sedere sulle mie ginocchia quando il rumore del mio cellulare interruppe quello che sarebbe successo, perciò scostai Harry bruscamente facendolo collidere col pavimento.
In fretta e furia presi in mano il cellulare e iniziai a digitare qualcosa sullo schermo di esso, mi fermai solo per un secondo, solo per pulire lo schermo senza prestare più molta attenzione ad Harry che era rimasto, comunque, immobile.HARRY
Il mio fondoschiena colpì dolorosamente il pavimento ma mi morsi il labbro cercando di reprimere un urletto molto poco virile, che sicuramente sarebbe scappato dalle mia labbra se fossi stato solo.
In quel momento alzai di poco lo sguardo incontrando la figura di Louis intenta a battere nervosamente le dita sul cellulare, non so esattamente cosa mi spinse a farlo ma pensai che oltre a ciò che mi aveva già inflitto non avrebbe potuto fare altro, e inoltre se avessi fatto ciò che pensavo di fare bene non ci sarebbero state ripercussioni, e per un certo verso non mi sbagliavo.
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Mi alzai sulle ginocchia portando una mano sul suo ginocchio, il che comunque non lo distrasse dato che molto probabilmente non se ne accorse neppure.
Tremai leggermente e mi scostai, nella mente mille ripensamenti, mi ri-misi a terra accovacciato e fissai le mani per una manciata di secondi che sembrarono eternamente lunghi, poi alzai lo sguardo e vidi una bustina, una bustina di cocaina. Bingo. Louis era ancora intento a scrivere sul dispositivo tecnologico, mi alzai e mi avvicinai alla scrivania prendendo la bustina per poi risedermi, la aprii e ne rovesciai un poco sul pavimento in legno, avvicinai lentamente il capo e aspirai.
In pochi secondi sentii le inibizioni scomparire ma ancora capivo ciò che avrei dovuto fare.
Con tutta la lentezza del mondo riappoggiai la mano sul ginocchio del liscio, che non fece molta più attenzione di prima, cosa che cambiò totalmente quando appoggiai il viso sull'interno della sua coscia, a quel punto mi fissò boccheggiante, in tutta risposta sorrisi sfacciatamente e lui mi fissò come rimbambito. Troppo abituato a comandare?
Lo vidi cercare di ignorarmi, riprese il suo cellulare e continuò a scrivere, lo fissai e sospirai silenziosamente.
Avvicinai di più il viso al cavallo dei suoi pantaloni e ci striscia il naso, ora la droga faceva effetto, probabilmente poche ore dopo mi sarei fatto schifo da solo, ma ora non mi interessava.
Portò il bacino poco più in alto ma continuò col cellulare.
Senti coso hai rotto le palle.
Salii sulle sua gambe mettendo il suo bacino a contatto col mio, iniziando a dondolare lentamente finché è un gemito non uscì dalla sua bocca, aumenta i la velocità e iniziai a mordergli il collo con foga lasciando alcuni segni rossi sulla sua pelle leggermente abbronzata.
Mi alzai dopo poco solo per sfilarmi i pantaloni assieme ai boxer, apoggiai le mani sui suoi fianchi, sull'orlo dei pantaloni eleganti, la sua faccia si trasformò in una smorfia di dolore. Che c'è? Pantaloni stretti?
Mi mossi per aiutarlo, per prima cosa perché avevo bisogno, seconda cosa perché non doveva finire l'effetto della droga.
Mi rimisi a cavalcioni su di lui, penetrandolo direttamente senza troppe cerimonie, lo vidi assumere un'espressione sorpresa e spostarsi velocemente da me rimettendosi in piedi.
Non ci mise molto a farmi sdraiare sotto di se e iniziare ad uscire ed entrare dentro e fuori di me velocemente, causandomi un forte dolore nel basso ventre.
"Cosa devi pregare?" mi sussurrò malignamente all'orecchio e io, non senza qualche lacrima, mugolai "Perdono..." la mia voce si ruppe per colpa di un gemito misto dolore e piacere, perché nonostante facesse male, Louis era dannatamente bravo.
"E poi?" continuò quello e io sussurrai "Perdono Daddy..." finii.
Lui mi lasciò venire e venne dentro di me per poi sdraiarsi li accanto e stringermi, rimasi colpito, ma cercai di ignorare il mio cuore che batteva forse troppo forte.
"Tu ti trasferisci qui"
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Tomlinson's ♡ l.s. #Wattys2016
FanfictionLouis è un ricco milionario, ma che scheletro nasconde nell'armadio?...o meglio: nel seminterrato? *** Storia Larry, Daddy. Scene a rating rosso