NIALL
Quando la polizia e l'ambulanza arrivarono a casa, neanche guardai in faccia Des che non si era reso conto di quel che avevo fatto. Probabilmente, se l'avesse fatto, non sarebbe rimasto lì ad aspettare, a guardare suo figlio a terra svenuto e lanciare sguardi pieni di odio verso sua moglie.
Io, in tutto questo, non stavo capendo proprio nulla: quelli erano i genitori di Harry? Ma il bambino non era morto da piccolo? Mentre mi ponevo queste domande mi venne un dubbio atroce, che cercai di togliermi e far finta che non ci fosse, ma continuava a saltare fuori: e se Anne, per paura di ripercussioni, lo avesse dato via spontaneamente? Se così fosse stato, che razza di donna sei, che prendi in casa un altro ragazzo, che coi vostri problemi non centra proprio niente? Perché avevate deciso di usare proprio me come capro espiatorio?
Stavo cominciando a provare lo stesso disprezzo che provavo per Des anche per Anne e, credetemi, non pensavo che sarebbe mai potuto accadere.Des viene arrestato senza troppi giri di parole, con l'accusa di violenza domestica su minori e tentato omicidio, e le sue minacce urlate contro di noi saranno l'ultimo ricordo che avremo di lui per un po'.
Non volevo pensarci in quel momento, l'ambulanza per Harry, il mio amico, mio fratello, non era ancora arrivata, e non l'avevamo mosso dal pavimento per paura di peggiorare la situazione.
Anne se ne stava seduta accanto a lui e gli stringeva la mano sanguinante continuando a ripetere "perdonami, sono stata una stupida, sono la madre peggiore del mondo" mentre io la guardavo come se fosse un'estranea.
Che cosa dovevo fare? Dovevo parlare con Gemma? Non l'avevo ancora vista, quella mattina, eppure non poteva non essersi accorta di nulla, quindi andai a cercarla.
La trovai nella sua stanza, chiusa a chiave.
"Mi apriresti, per favore?" le chiesi, un po' impaurito, sperando che mi rispondesse positivamente.
"Vattene" mi disse, invece, facendomi male al cuore. Non poteva prendersela proprio con me.
"Non vuoi sapere come sta tuo fratello?" avevo insistito, sperando di colpirla con quelle parole prive di tatto. E infatti funzionò. Ho sentito la chiave girare nella serratura e la porta aprirsi piano. Poi ho visto il suo viso stravolto dalle lacrime e ho avuto un mancamento.
"Dai, esci di qui, possiamo andare in ospedale insieme, se vuoi" le avevo suggerito, sforzandomi di sorridere.
Lei si era finalmente decisa a smettere di nascondersi dietro quella porta ed era uscita, mi aveva abbracciato e aveva pianto ancora un po' sulla mia spalla, prima di scendere al piano di sotto e aspettare l'ambulanza che, grazie a dio, era arrivata proprio in quel momento.
Gemma non riusciva proprio a guardare Harry steso a terra, continuava a fissare il vuoto, poi sua madre che, invece, non si era mai staccata da lui. Non so proprio cosa ci fosse nella sua testa in quel momento, quello che sapevo era che dovevo avvisare Louis e a lui... a lui non sapevo proprio come dirlo.
**
LOUIS
Questa mattina mi sono svegliato come si sveglia una ragazzina turbata dall'ex che scopre con un nuovo compagno.
Non avrei dovuto reagire con quella freddezza a ciò che mi aveva detto Harry, dovevo fidarmi di lui, sapevo che non provava nulla per quel tipo, nemmeno quando ci si era messo insieme. Sapevo benissimo che era stata tutta ripicca, non perché io mi senta chissà quanto migliore di lui, ho fatto anche io le mie stronzate imperdonabili, ma sapevo che mi amava e dovevo stare tranquillo.
Non avrei dovuto lasciarlo andare senza nemmeno un bacio, non avrei dovuto far passare nemmeno un secondo senza riempirlo di attenzioni.
Perché l'unica cosa che si era davvero incrinata era la mia sicurezza di non perderlo e continuavo a torturarmi ripetendomi quanto fossi stato stupido, e lo avevo fatto ancora di più quando Niall mi chiamò e mi fece crollare ancora una volta il mondo addosso."Stavolta è peggio dell'altra, non so da quanto tempo sia in stato di incoscienza, ha delle costole rotte e un principio di emorragia. Hanno detto che è molto grave e non possiamo vederlo fino a che non avranno fatto tutti gli esami possibili."
Perché dovevo essere sempre l'ultimo a sapere certe cose? Cominciavo seriamente a stancarmi, e a sentirmi anche inutile, perché quando gli succedeva qualcosa di davvero brutto io non c'ero mai.
Mai a salvarlo, mai a tenergli la mano, mai a proteggerlo. Non c'ero mai.
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And This Is How It Ends
FanfictionIl mio nome è Harry, e questa è la storia di come sono morto.