10 Capitolo

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16 ANNI DOPO

Brad Pov

Vengo tutti i giorni in questo cimitero anche se ormai sono grande ed ho 16 anni. Porto tutti i giorni una rosa rossa per la mamma forse perché è l'unica delle poche cose che so ovvero che alla mamma piacevano rose rosse. Ormai sono 16 anni che è morta ma io non smetto di pensarla. Mio padre è sempre giù di morale chiuso in camera sua e quelle volte che parliamo dice che la mia somiglianza a lei è incredibile e per questo lui a volte non riesce a parlarmi, dice che io le ricordo lei. Si vede che l'amava e si vede che la ama ancora nonostante la mia mamma sia morta. Mi sento colpevole, lei è morta per mettere me al mondo. Poso la rosa sulla tomba e mi siedo atterra appoggiandomi alla tomba. Papà non lo sa che io ogni sera quando non riesco a dormire la notte, vengo qui e a volte fumo, bevo per dimenticare. Sì lo so, ho solo 16 anni ma papà è così concentrato sulla morte di mamma che non riesce a rendersi conto di come io sto sul serio. Quando ho compiuto l'età di un anno, non capivo molto, nemmeno a due anni. Ho iniziato a chiedere della mamma a tre anni e la risposta di mio padre fu questa: "la mamma è in un posto dove non può subire male" non capivo molto di quella frase a tre anni. Nemmeno a quattro, quindi quando compii cinque anni domandai a papà se mamma era guarita per poterla vedere e lui rispose che all'età di dieci anni mi avrebbe fatto abbracciare la mamma. A sei anni, non feci la festa del mio compleanno, nemmeno a sette. Ad otto anni, mi tornarono in mente le parole di mio padre che mi disse a tre anni ma non ci feci peso. A nove anni, ero emozionato all'idea che mancava un anno per incontrare la mamma. A dieci anni, la nonna piangeva in cucina con il nonno. Ma io non ci feci peso nemmeno lì. Papà mi portò in macchina ed aveva gli occhi lucidi.


Flashback

Mi trovo in macchina con papà, finalmente vedrò mamma e potrò abbracciarla per dirle che mi è mancata. Chissà come sarà da vicino. Papà si è sempre vietato di farmi vedere foto. Non so se è bionda, mora, se è liscia, riccia. Mi giro verso papà e lo vedo portare la macchina quasi con fatica. "Papà come farò a riconoscere la mamma se non so com'è fatta?" Domando e lui sbuffa dicendo "te la farò vedere io" dice mentre una lacrima scende dai suoi occhi. "Papà ma non dovresti essere felice che andiamo a vedere la mamma?" Domando stranito dalla sua tristezza. Forse ha litigato con la mamma e quindi non vuole vederla. Ferma la macchina e mi acciglio alla vista del cimitero. Perché dobbiamo incontrarci nel cimitero quando potevamo incontrarci in un bar e bere qualcosa di caldo? Decido di tare zitto e lo seguo. Ci fermiamo vicino ad una tomba e guardo strano papà. "Perché siamo qui?" Domando guardando la bella ragazza che si trova sulla tomba ma quando leggo il nome quasi mi strozzo. È la mamma? Cosa vuol dire? È uno scherzo? Guardo papà che ha gli occhi lucidi. Capisco allora perché non ha mai voluto che io le domandassi di mamma. La mamma è morta. Perché mi ha tenuto la parola dicendomi che potevo abbracciarla? Perché papà mi tratta così? Cosa le ho fatto?

Fine Flashback


Da quel giorno papà non è più venuto al cimitero ed io lo evito. Non lo odio perché nonostante ciò che ha fatto non mi ha mai abbandonato ma ce l'ho con lui. Non doveva fare ciò che ha fatto sei anni fa. Oggi è un giorno importante, oggi è il 16° anno che la mamma è morta. Sbuffo portandomi la sigaretta alla bocca. Trovo davvero molta somiglianza tra me e la mamma. Anch'io ho i capelli biondi, la forma del naso uguale alla sua ma solo che ho gli occhi come papà azzurri mentre la mamma li aveva verdi. Alzo la testa verso il cielo sapendo molto poco di mia madre, non so se lei voleva vivere o morire, se lei è viva ma in un altro mondo e in un altra dimensione, se è al mio fianco per sostenermi. I migliori amici di mamma sono stati sempre al mio fianco e sono stato sul punto di chiamare papà lo zio Brad. Vedo la figura di mio padre avvicinarsi sempre di più a me.
Cosa ci fa qui?
Non ci viene da sei anni.
Si avvicina a me e mi toglie la sigaretta da mano e spegnendola. Mi alzo con gli occhi pieni di rabbia. Lui mi porge un foglio, stropicciato e direi dalla carta molto vecchio. Lo prendo insicuro dalle sue mani e lo apro.


Ehi Brad
Se leggi questa lettera vuol dire che non ce l'ho fatta. Mi raccomando, non so cosa ha in serbo per me il destino ma tu non pensare a me, pensa a te. Sei un bambino stupendo e da grande sarai un ragazzo stupendo. So che non hai avuto una vera e propria mamma al tuo fianco ma io sono qui, proprio qui, al tuo fianco. E ti prego, sopporta le ire di tuo padre e le sue mancanze di presenza io ho imparato ad amare il peggio di lui e non il meglio. So com'è fatto e so che non ti tratta come dovrebbe o magari lo immagino. Voglio che tu sia felice, e per favore se un giorno t'innamorerai aprile il tuo cuore prima che sia troppo tardi. Sposala e amala fino in fondo. Io e tuo padre abbiamo lottato per arrivare ad essere un 'noi' e nemmeno perfetto, ma l'importante non è l'aspetto ma il contenuto.
Ama tuo padre nonostante credo manifesti menefreghismo, tu amalo.
Evita problemi. Sii un uomo e mostra che tu vali, fa ciò che vuoi fare nonostante ti viene vietato. L'adolescenza è una delle più belle esperienze ma anche una delle più brutte. Non avere rimpianti perché il mio unico rimpianto se non ce la farò sarà quello di non aver lottato mai abbastanza per te. So che non mi conosci ma io sì. Hai scalciato per ben nove mesi la mia pancia. Facevamo chiacchierate quando litigavo con il tuo papà e tu mi scalciavi la pancia per darmi ragione. Conosco il mio bambino anche se il mio bambino prima o poi sarà un uomo.
Brad, queste sono parole che un figlio aspetta sempre dalla sua mamma.
Sei e sarai il mio piccolo. Ti amo.
Per sempre al tuo fianco, mamma.


Una lacrima scende dai miei occhi. Alzo lo sguardo verso mio padre che non smette di guardarmi. Faccio ciò che avrei voluto fare sei anni fa. La mia mano parte in un cazzotto sulla sua mascella destra. Mio padre mi guarda strano, shoccato. "Questo è per sei anni fa" dico mentre un'altra lacrima riga il mio volto. "Ti hanno mai detto che sei uno stronzo?" Domando scuotendo la testa allibito. Mi giro verso di lui e due braccia mi shoccano abbracciandomi. Ricambio un po' indeciso l'abbraccio. "Sei testardo quanto tua madre" dice ridendo. Non l'ho mai visto ridere. "Perdonami, ero così accigliato della morte di tua madre che quasi io mi dimenticavo di te. Cerca di capirmi, ho perso l'unica cosa che avevo di bello in questo mondo di merda ovviamente dopo di te. Io...io-le scende una lacrima- io non credevo di farcela e se tu non saresti stato qui io non ce l'avrei fatta di sicuro. Brad, nonostante io non te lo dimostri, ti voglio bene" dice con gli occhi pieni di lacrime. "Ti voglio bene anche io" dico abbracciandolo più forte. Adesso riesco a sentire mio padre bene, adesso lo vedo come dovevo vederlo fin dall'inizio. Si gira verso di me con occhi lucidi e dice

"Siediti, ti racconterò come ho conosciuto tua madre"

...


LEGGETE SOTTO PER FAVORE

Questo è il segno che non sempre c'è un 'lieto fine' perché Se è la fine come può essere lieta?
Che questo sia utile a capire che non sempre le cose vanno come noi pretendiamo che vadano. Le cose vanno e basta. Non si sa se vanno giuste, sbagliate e altrettanto bene o male. Questa è la vita nonostante non sappiamo cos'ha in serbo per noi. Non può splendere sempre il sole e non può piovere sempre, dobbiamo imparare ad accettarlo e forse quando ci riusciremo, riusciremo davvero a superare una buon parte di delirio mentale.
Noi adolescenti siamo così, dobbiamo ritrovarci non sappiamo chi siamo realmente come siamo fatti e soprattutto non sappiamo cosa vogliamo. Impariamo a capire il vero significato di 'vivere'. Impariamo a capire che se noi siamo stati messi al mondo è per uno scopo o una ragione ben precisa.
Di mia opinione, dovremo imparare a goderci la vita non fermiamoci sui particolari, abbiamo sofferto troppo. Andiamo avanti.
Spero che la mia storia vi sia piaciuta.
Un grande bacio.

"Confermo che sei la droga più bella"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora