Prologo: incubo.

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L'incubo è un tipo di sogno che si presenta in modo angosciante e a volte è accompagnato da una sensazione di oppressione al petto e/o da difficoltà respiratorie. È a tutti gli effetti un disturbo del sonno ed è considerato una parasomnia relativa al sonno REM.

Mi sveglio col cuore a mille. Ho avuto un incubo, l'ennesimo. Forse la mia testa ha qualcosa che non va, non é possibile avere così tanti incubi. Sì, sicuramente la mia testa ha qualche problema. Comunque mi alzo dal letto per andare a prendere un bicchiere d'acqua quando ricordo di non essere a casa mia. Questa non é la mia casa e questo non é il mio letto.
Scendo da basso a piedi nudi, il parquet scricchiola sotto il mio peso e quando arrivo in cucina vedo una figura seduta al tavolo.

"Gerard?"

Il ragazzo mi guarda e mi sorride. Io mi siedo affianco a lui. Puzza e ha gli occhi rossi. Sta mangiando dei cereali direttamente dalla scatola.

"Vuoi?"

Scuoto la testa e rimango ad osservarlo. É bello. Davvero molto bello.

"Ho avuto un incubo."
"Un altro?" Annuisco e lui prende altri cereali dalla scatola. "Vuoi parlarne?"
"Ero in una casa e avevo una tanica di benzina in mano. In quella casa cercano delle persone e io gli ho buttato addosso la benzina. Loro urlavano ma io non li ascoltavo. Gli ho dato fuoco e li ho visti bruciare ed é stato orribile."

Gerard mi osserva mentre mastica.

"Era solo un sogno."
"Lo so."
"Se ti turba tanto domani ti accompagno da uno psicologo."

Io gelo sul posto. Odio quei posti. Io non ho bisogno di uno strizzacervelli. Io ho solo bisogno di un amico con cui parlare e che mi dica che va tutto bene, non di uno strizzacervelli.

"No."
"Frank, può aiutarti."
"Io non ho bisogno di aiuto."

Gerard mi guarda e quasi mi scoppia a ridere in faccia. Lo stronzo.

"Frank ti conosco da una vita, tu-"
"Mi conosci da una vita e pensi che io sia pazzo. Io non sono pazzo Gerard!"
"Non ho mai detto questo Frank, ho solo detto che hai bisogno di schiarirti le idee su questi sogni."

Scuoto la testa e sento gli occhi che iniziano a riempirsi di lacrime. Stupida, stupida fragilità emotiva.

"Gerard io non sono pazzo."
"Lo so."
"Tu mi consideri pazzo!"

Gerard scuote la testa e io scoppio a piangere. Ben presto le sue braccia sono intorno al mio corpo e mi stringe a se leggermente.

"Frank, tu non sei pazzo. Sei un ragazzo normale e io amo questo lato di te."

Annuisco mentre la sua presa si allarga intorno a me. Io rimango aggrappato a lui e sento la puzza di erba mista ad alcool che i suoi vestiti emanano. Gerard é cambiato. Quando l'ho conosciuto non era così. Quando l'ho conosciuto non faceva uso di droghe e non beveva. Era un ragazzo così allegro e mi piaceva, mi piaceva davvero. Gerard era solare e sorrideva sempre. Era sempre pronto ad aiutare gli altri e ora é un ragazzo triste che si chiude in se stesso e sono solo pochi i fortunati che hanno il permesso di raggirare quel muro che si é costruito attorno e io - fortunatamente - sono uno di quelli.

[Questa fanfiction é in revisione perché é scritta malissimo dal mio punto di vista e ha un casino di errori grammaticali ma può avere un potenziale quindi, perché no?]

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