Capitolo tre

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L'overdose è un'urgenza medica che può presentarsi in persone che assumono sostanze stupefacenti.

Sono passati giorni da quando Gerard mi ha baciato. Io lo osservo da lontano e lui osserva me. Ci guardiamo, ci sorridiamo ma non ci parliamo. Siamo così infantili.

"Frank? Oggi dormi da me?"

Annuisco a Mikey che mi sorride. Michael é sempre stato il mio migliore amico, davvero. Io gli voglio bene.

Quando finisce la scuola vado con Mikey a casa sua. É felice e io sono felice. Quando arrivo a casa sua trovo la madre seduta sul divano che guarda una serie tv.

"Dopo quello che é successo tutti cerchiamo un modo per distrarci. Mia madre ormai ride solo guardando le sue serie tv."

Guardo Mikey e vado con lui in camera sua. Ci sediamo sul suo letto e parliamo di musica, di fumetti. Fumiamo qualche sigaretta e ridiamo.

Io inizio a tirare su una canna mentre ascoltiamo la musica.

"É bello fumare ascoltando questa canzone, ti fai dei viaggi assurdi."
"Lo farei anche io."

Alzo lo sguardo e osservo Mikey. Lui sta guardando le mie dita chiuse intorno allo spinello.

"Cosa faresti anche tu?"
"Cioè, mi devo accontentare solo di alcool e sigarette perché non ho gli allacci e-"
"Michael non farlo, una volta hai detto che l'erba ti brucia il cervello! Sii fedele ai tuoi principi!"

Lui mi osserva e mi scuote le spalle. Si accende un'altra sigaretta.

"Ma dai! Solo per provare."
"Anche io ho detto solo per provare e poi mi sono trovato alle dieci di sera a cercare erba per il paese."
"Tu vuoi smettere allora?"

Lo guardo e nella mia testa sto urlando che no, non voglio smettere perché sto da Dio quando fumo ma non posso fare la predica a Mik e poi continuare a fumare.

"Sì."
"Facciamo un patto, se non riesci a smettere mi farai fumare."
"Se non riesco a smettere per il mio compleanno al concerto dei Goo Goo Dolls ti faccio fumare."
"Andata."

***

É notte fonda e io sento un rumore in cucina. Scendo le scale e trovo Gerard con un bicchiere d'acqua in mano. Indossa un paio di blu jeans e le sue dita sono sporche di pittura blu.

"Cosa ci fai sveglio a quest'ora?"
"Prendo una pausa dal lavoro d'arte che ho da fare, tu?"

Scuoto la testa e mi siedo sulle sedie in cucina. Appoggio le braccia sul tavolo e mi tengo la testa tra le mani.

"Niente."

Gerard mi sorride e io gli sorrido.

"Vieni con me a fumare una sigaretta?"

Annuisco e mi alzo. Usciamo di casa e ci sediamo sulle scale, ci accendiamo una sigaretta e io osservo come il fumo grigio salga fino a scomparire, é una cosa molto poetica alla fine.

Quando ha finito si alza e torna in casa.

"Bhe, buona notte Frank."
"Notte Gerard."

Io non sapevo che anche le pastiglie di Gerard sono blu e che ne ha prese tutto il tubetto. L'ho scoperto dopo, quando la madre, allarmata da un rumore é scesa nella stanza del ragazzo e l'ha trovato a terra. L'ultima sua tavola rappresenta un uomo che si impicca e il blu che aveva sulle mani era dello sfondo del disegno.

Ora sono in ospedale seduto sulla sedia trasparente e scomoda. Nessun dottore ci ha ancora dato notizie, so solo che Gerard é entrato in quella stanza mezz'ora fa.

"Chi é qui per Gerard Way?"

Tutti ci alziamo e osserviamo il dottore. Ha in mano una cartella e la sta controllando.

"Lei é Donna Way?"

Annuisce e il dottore le stringe la mano.

"Io sono il dottor Sane, non abbiamo mai avuto la fortuna di conoscerci ma ho in cura suo figlio."

La donna annuisce aspettando solo notizie di suo figlio, come tutti no.

"Come sta Gerard?"
"Gerard ha assunto pastiglie di ecstasy e ha sfiorato l'overdose, fortunatamente lo avete trovato subito. L'ospedale fornisce un percorso di disintossicazione."

Il dottore le passa un depliant e lei lo apre con le mano tremanti.

"Accettiamo."

Detto questo la donna entra nella stanza a vedere il figlio e io rimango seduto affianco a Michael e il padre, Donald.

"Frank, ti dobbiamo portare a casa?"
"Vorrei vedere Gerard prima, se non é un problema."

L'uomo scuote la testa e appena Donna esce dalla stanza entro io.
Gerard é sdraiato sul letto con una flebo nel braccio. Gli vado incontro e gli sfioro i capelli.

"Tuo fratello non ce la fa ad entrare. Non te lo dice mai ma ti vuole bene, tanto." Mi siedo sul letto e gli prendo una mano. "Anche io ti voglio bene Gerard."
"Ti voglio bene anche io Frankie."

[E questo é diventato un capitolo di passaggio, wooo. Corto e ispirato anche questo a una canzone, chissà qual'é.]

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