Capitolo quattro

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Scrivo questo solo per te, per questo é volgare, per questo é triste e non posso far altro che ringrazianti.
Scrivo questo per la mamma, per tutte le cosa da mamma che ha fatto, per tutte le volte che mi ha fatto sentire sbagliato e per tutte le volte che ha cantato le canzoni di Dio. E grazie mamma.
Ho letto una cosa che ha scritto lo zio Tom "quei bastardi neri ci rubano il lavoro, sono pericolosi. Quei figli di puttana non hanno ancora capito chi comanda".
Quindi ora mi chiedo: chi é lo zio Tom?
Ho scritto una cosa su di me. Dice che dovrei cercare aiuto e aggiustare quello che non va nella mia testa, ma a me non importa di me stesso.

La campanella suona e io non sono riuscito a finire il tema. Perfetto. Ormai sono tre settimane che non vedo Gerard e questa cosa mi sta distruggendo. La voce del suo tentato suicidio si é sparsa per la scuola e ora tutti parlano di lui come se lo conoscessero da una vita. Bastardi. Non possono parlare di lui, non lo conoscono.

Ora sono seduto nell'aula di chimica. Sto cercando di prendere appunti quando il telefono vibra. É un numero sconosciuto.

Vieni in bagno.

Alzo la mano e quando esco dalla classe cammino velocemente. Apro la porta e mi ci trovo sbattuto contro di essa.

"Ciao Frankie."

Apro gli occhi e vedo Gerard. É più pallido del solito ed é dimagrito in questo poco tempo ma é lui ed é bellissimo.

"Gerard!"

Lui mi sorride prima di piegarsi su di me e baciarmi. Quando si stacca mi guarda e piega la testa di lato.

"Scusa."

Io mi metto sulle punte e faccio passare un braccio dietro il suo collo per attirarlo addosso a me. Lo bacio e sento il mio stomaco accartocciarsi su se stesso. Dio quanto mi é mancato.

"A te non é spiaciuto vedo. Vero pesciolino?"

Arrossisco al soprannome. Pesciolino. É carino.

"Mi sei mancato."

Lo abbraccio e lui mi tiene stretto a se.

"Anche te mi sei mancato."
"Mi sei mancato davvero tanto."

Mi stringe ancora più forte e io mi trovo a singhiozzare tra le sue braccia.

"Frank, non-"
"Non farlo mai più, ti prego."

Mi aggrappo alla sua maglietta e piango.

"Di cosa stai parlando?"
"Non ci provare mai più. Non riuscirei a vivere in un mondo senza di te."

Lui mi fa staccare da lui e mi guarda. Mi sorride mentre mi asciuga le guance con i pollici.

"Io non ho tentato il suicidio Frank. Io non volevo più- non posso dirtelo, apparirei ancora più strano ai tuoi occhi."
"Non mi sembri strano Gerard, puoi dirmelo."

Lui prende un respiro profondo prima di parlare.

"Io sento delle voci e non volevo più sentirle e-"
"Le senti anche ora?"

Gerard annuisce e lo abbraccio ancora, più forte questa volta.

"Dicono che finirà male, per entrambi."

Io scuoto la testa e alzo lo sguardo. Lui mi bacia ancora e io mi sento bene.

"Non ascoltarle, andrà tutto bene."
"Sono solo un uomo Frank, non sono un eroe. Cederò prima o poi."
"Quando succederà io sarò al tuo fianco, sarò la tua speranza e tu sarai la mia."

Gerard annuisce e io sorrido. Quando usciamo dal bagno ho il trucco sbavato e il sorriso sulle labbra.

***

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