Capitolo sette

209 24 12
                                    

La violenza tra gli uomini è un'azione compiuta mediante l'abuso della forza di una o più persone che provoca dolore ad altri individui. L'abuso della forza può essere non solo fisico, ma anche espressione di violenza solo verbale, o psicologica.

"Frank? Frank, pesciolino, sveglia."

Apro gli occhi e vedo Gerard. Subito mi metto a sedere e mi guardo intorno. Non mi ricordo quando o come sono finito nel letto di Gerard ma ci sono.

"Co- come?"
"Non lo so neanche io, stavamo parlando e tu avevi paura di un incubo e mi sono offerto di dormire con te e quindi, eccoci qua." Mi guarda e mi sorride imbarazzato. "Comunque é bello vederti dormire tra le mie coperte."
"Bhe, é bello dormire tra le tue coperte."

Metto i piedi giù dal letto e sorrido a Gerard. Lui si mette nella mia stessa posizione.

"Perché é bello?"
"Profumano di te."

Mi alzo e lui mi osserva. Io mi giro per spronarlo a parlare.

"Uh, mh, stasera c'è una cena di famiglia. Ci sarai?"
"Tu vuoi che io ci sia?" Gerard annuisce. "Allora ci sarò."

***

Mi guardo allo specchio e non so cosa mettere. Per ora gli skinny jeans e la maglietta dei ramones sono gli unici vestiti che ho davanti a me quando mi suona il telefono. ID, Gerard. Rispondo.

"Pron-"
"Dove sei? Sono già tutti qui."
"Guarda sono per strada."

Attacco e mi metto i vestiti che ho buttato sul letto. Esco di casa correndo e quando sono fuori di casa sua ho il fiatone.

"Ce l'hai fatta!"

Gerard mi accoglie a braccia aperte e mi fa entrare in casa. Li ci sono parenti su parenti e qualche ragazzo della nostra età più o meno.

Quando ci sediamo a tavola tutti iniziano a parlare tra di loro e alla fine l'argomento principale é Gerard.

"Allora, ora andrai all'università o metterai su famiglia?"

Uno zio- bassetto, con i baffi neri e una risata strana- gli chiede questo mentre lo indica con la forchetta. Affianco a lui sua moglie - una donnona alta con i capelli rossi tinti e un paio di occhiali- gli fa notare come sarebbe bello avere un bambino per casa che potrebbe giocare il suo nipotino, o la sua nipotina. Con questa osservazione, sua figlia- una bella ragazza bionda e un po' bassina- arrossisce e si tocca la pancia sporgente.

"Bhe, io volevo andare a New York a studiare arte."

Suo zio scoppia a ridere e Gerard abbassa lo sguardo, forse imbarazzato.

"A cosa ti serve l'arte? É una cosa inutile. Devi andare a fare il dottore, o l'avvocato."

Gerard scuote la testa. Io so quanto lui ami l'arte. Nel frattempo l'attenzione del gruppo si trasferisce su di me.

"Quindi, Frank, giusto? Tu cosa fai nella vita?"

Io osservo la donna che me l'ha chiesto. Naso sicuramente rifatto con dei capelli ricci finti e un rossetto troppo rosa.

"Io studio, e mi guadagno qualche soldo suonando in qualche locale."
"Tu suoni? É fantastico amico! Cosa suoni?"

Guardo il ragazzo affianco alla ragazza incinta. Capelli mossi, leggermente lunghi, un piercing al labbro, tatuaggi che si intravedono dalla camicia.

"Suono la chitarra."
"Sei serio? Anche io! Ora il mio gruppo é in un piccolo tour per il paese e io sono rimasto a casa perché questo splendore può venire fuori da un momento all'altro."

welcome to the black parade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora