OPERAZIONE TIFONE
Dopo aver ricompattato le forze, Von Bock attese che l'OKW (Oberkommando Der Wehrmacht, lo Stato Maggiore dell'Esercito) stanziasse i rifornimenti necessari e procedesse a emanare le direttive per l'imminente attacco a Mosca.
Dal lato sovietico, sia Stalin che Zhukov non pensavano che i tedeschi avrebbero iniziato un assalto alla capitale rossa così tardi.
Presto il "Generale Inverno" ( il grande freddo russo, che ha salvato più di una volta i russi in diversi conflitti) sarebbe arrivato, e con lui anche una pausa dai combattimenti.
Hitler si rese conto troppo tardi che un offensiva su Mosca era l'ultima azione possibile. Poteva scegliere di rinnovare l'attacco a Leningrado o rinforzare la presenza tedesca ma ignorò tutti i consigli di Halder, il Comandante dell'Esercito.
Stalin stesso credeva che i tedeschi avessero disperso le proprie forze corazzate e stessero attendendo la primavera successiva per continuare l'offensiva. Così, lo STAVKA impose a Timoshenko( Nuovo comandante del Fronte Centrale) di effettuare attacchi dispersivi su tutto il fronte, in modo da destabilizzare la presenza tedesca.
Proprio durante uno di questi inizia Tifone.Uno schema molto approssimativo delle linee guida dell'attacco tedesco. Si può notare come l'iniziale pressione sia stata divisa più volte dalla incredibile resistenza a scaglioni sovietica.
Concepito come una "seconda Barbarossa", l'operazione prevedeva lo sfondamento da parte della 1^, della 2^ e della 4^ Armata Panzer, con il supporto della divisione SS "Das Reich". L'obiettivo era circondare Mosca, catturare i punti strategici attorno alla Capitale e stabilire posizioni difensive resistenti.
Tutto questo però doveva avvenire il più in fretta possibile, prima della rasputia e prima del gelo russo.
Dal canto loro, i Sovietici ora avevano riorganizzato le proprie forze( anche se non in modo eccellente) e, sebbene nei primi giorni dell'operazione il Comando Sovietico fosse in crisi, si riprese e seppe gestire quella che ormai molti vedevano come l'ennesima vittoria tedesca.
Tuttavia, dopo aver dissanguato le proprie forze nell'attacco diversivo contro Orel, Guderian chiese di attestarsi, per permettere alla propria 10^ Panzer di recuperare il pieno organico( il generale aveva perso circa 223 carri in Barbarossa, e altri 180 in Tifone: praticamente possedeva in attività solo il 30% delle truppe iniziali). Con la ovvia negazione che ne seguì, Von Bock si vide costretto a concedere la 3^ Panzer al fianco destro e ad attendere la fanteria per un attacco su Kaluga e alla periferia di Mosca.
Nel frattempo la cavalleria di Belov decimava i tedeschi dalle foreste e l'artiglieria di riserva( saggiamente conservata da Zhukov nelle settimane precedenti) martellava le linee di rifornimento germaniche.
Comunque, la confusione al comando sovietico fece buon gioco a Hoth, che riuscì a guidare il suo Terzo Gruppo Panzer oltre la seconda linea sovietica e fu costretto a fermarsi( dopo più di un mese e mezzo di attacco) ad appena 25 chilometri dalla capitale.
L'ultimo disperato( se così si può dire) tentativo di Von Bock fu quello del 2 ottobre, quando la pioggia cessò e arrivò il gelo, con le prime nevicate.
Il Feldmaresciallo sapeva benissimo che prima o poi i russi avrebbero contrattaccato, così, sospingendo le forze sull'asse di Kaluga, provò a raggiungere Mosca sfruttando le già esistenti ferrovie.
Tuttavia Stalin aveva ricevuto conferma da parte dei suoi agenti in Giappone: l'Impero del Sol Levante non avrebbe minacciato la Manciuria, in quanto si stava impegnando a invadere e conquistare le isole del Pacifico e il Sud-est asiatico; in tal modo, Zhukov ricevette 70 divisioni siberiane, equipaggiate perfettamente per l'inverno in arrivo e a pieno organico.
Fu un problema quando la 114^ brigata corazzata sovietica minacciò dal nulla la manovra d'accerchiamento guidata da Guderian a est, riprendendo possesso di Tula( in effetti mai ufficialmente conquistata).Un esempio di una postazione fortificata nazista. I soldati stanno ricaricando una MG 42 in una trincea scavata in fretta, molto probabilmente alla fine di una dura giornata di combattimenti.
Questo fu l'inizio del fallimento tedesco.
Nel disperato tentativo di far crollare le riserve sovietiche, Bock ordinò a Guderian (non abbastanza in forze per guidare l'assalto) di far scendere le sue divisioni come trappola su Tula e Oreknovo, concludendo almeno in parte l'accerchiamento di Mosca.
Ma la 2^ Panzer si trovò di fronte il grosso della 110^ brigata corazzata russa e dovette cedere. Quasi 100 T-34 attendevano di "veder sanguinare" i carri tedeschi.Il 28 novembre la neve si fece più pressante e i tedeschi iniziarono le manovre di trinceramento. Circa due giorni dopo, Zhukov in persona comandò la controffensiva, tagliando in due lo schieramento germanico. Circondò con una mossa a tenaglia le forze di Guderian( che fortunatamente era rimasto al quartier generale) e quelle di Hoth.
In pochi giorni più di 100.000 soldati tedeschi furono costretti ad arrendersi.
Inoltre, senza un minimo di pausa dalla neve, Bock ora si trovava in una posizione fragile per respingere qualsiasi attacco e non poteva ritirarsi.
Se fino a qualche mese prima il motto russo era:"Resistere al nemico!" ora echeggiava:"Attaccare l'invasore!".
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La Guerra a Est
Historical FictionLibro/riassunto della parte della seconda guerra mondiale che si svolse a Est, dal 1941 al 1945. Una grande voragine temporale che vede avanzate e ritirate, vittorie e sconfitte e la Germania contro l'Unione Sovietica.