Come un giglio spezzato

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Helena
Aprii pesantemente le palpebre, profumava di fiori e fu proprio quel mazzo di gigli bianchi accanto a me a farmi destare completamente dal mio sonno. Ero nella camera da letto dove ero stata vestita la notte scorsa, la mia camera... la nostra camera, il cuore mi sobbalzò a quel pensiero. La luce bianca della luna entrava dalla finestra e colpiva in parte l'angolo del letto su cui ero stata adagiata e quel vaso di fiori meravigliosi, i miei preferiti... Helena

Damien, è stato lui a riportarmi qui...

Improvvisamente quello che era successo tra me e lui mi ritornò alla mente e con tutto anche le sue raccomandazioni; il taglio sul ventre ancora bruciava ma a preoccuparmi maggiormente era il basso ventre e una domanda mi sorse spontanea: avrei provato tanto dolore anche se avessi sposato l'uomo a me destinato da mio fratello? Tuttavia di una cosa potevo godere: del ricordo e della dolcezza di Damien. Oh, perché Delos non aveva avuto con me la sua stessa gentilezza quella notte? Perché mi aveva fatto questo quando io l'avevo implorato? Gli occhi mi si riempirono di lacrime eppure dovevo continuare a sopravvivere come mi aveva detto lui, ed era la cosa più saggia da fare...

Assecondalo, e sarà tutto più facile. Ma a quale prezzo?La mia anima? La mia felicità? Ma non l'ho voluto io?...

Mi alzai in piedi appoggiandomi lievemente al comodino e solo allora notai qualcosa che mi fece davvero ribrezzo: ogni singolo bocciolo di giglio pur essendo bianco, era tempestato da migliaia di scaglie color rosso sangue, come il lenzuolo della notte precedente con la prova della perdita della mia verginità, come il taglio sulla mia pelle... Sdegnata, con tutta la forza che avevo, mi allontanai da ciò che avevo ritenuto bello fino a un momento prima e mi diressi verso il grande specchio sulla parete. Osservai penosamente il mio riflesso smunto e che sembrava aver passato mille intemperie: cosa avrebbe detto se mi avesse visto in quello stato? Mi avrebbe punita per essermi fatta trovata ancora spaventata? Voleva che io l'accontentassi e ciò significava farmi trovare pronta per ogni suo desiderio, altrimenti avrei subìto di nuovo quell'orrore...

Lui è il mio sposo, il mio amante e come tale vuole che io sia perfetta ai suoi occhi...

Con questo pensiero mi feci scivolare l'abito di dosso rimanendo nuda, inspirai profondamente per trattenere i singhiozzi a quell'immagine. Erano state rare le volte in cui avevo visto interamente le mie forme senza alcun velo e in quelle poche volte lo ricordavo immacolato come la porcellana senza neanche un segno di crepatura, ma ora... Ero piena di lividi in ogni dove e a coronare l'opera c'era il segno lasciato dal coltello, con coraggio mi girai di spalle e notai con sofferenza che due macchie nere si estendevano sulle clavicole, proprio nel punto in cui lui mi aveva tenuta stretta. Alzai gli occhi al cielo stringendomi le labbra con i denti, e mi diressi alla specchiera per potermi preparare, essere bella per colui che mi stava facendo questo. Quando mi sedetti sullo sgabello rivestito di pelle non immaginai quanto male potesse farmi il contatto tra la mia intimità e quel semplice rivestimento, ancora bruciava ma mi trattenni seppur a stento. Stesi i capelli sul seno e iniziai a spazzolarli con delicatezza per paura che mi potessi ferire anche con quel semplice oggetto; presto le ciocche ritornarono lisce e morbide, per i lividi non potei far nulla, soltanto il viso resi più presentabile arrossando le guance con leggeri pizzichi.

Udii l'orologio scoccare alcuni dei primi quindici rintocchi, non comprendevo come ma sapevo che sarebbe tornato al termine dell'ultimo, era un presentimento. Con fretta decisi di ritornare sotto le lenzuola di nuovo terribilmente bianche, mi sistemai i capelli per rendermi decente e aspettai altri sette interminabili rintocchi finché non percepii una brezza gelida percorrere tutta la stanza. Lui era qui. Il letto si abbassò di poco e una carezza percorse il profilo della mia guancia...

"Delos, sei tu?" sussurrai in un breve sospiro.

"Ti sono mancato Helena?" mi rispose con gusto.

Pur avendo gli occhi puntati sul soffitto del baldacchino, non sarei ad ogni modo riuscita a vedere il suo volto, quegli occhi verdi, quei capelli neri, lineamenti tanto belli quanto fatali.

"Sì, mio sposo. Ho sofferto della tua assenza" pronunciai solennemente "Dove sei stato?"

"Ho dovuto soddisfare le richieste di quelle povere anime in pena ai cui, come te, ho dato una speranza" tremai al ricordo del nostro patto. "Ma ora sono qui soltanto per te..."

"Sarà ogni volta così? Soltanto a quest'ora verrai da me?" domandai mirando ad uno scopo preciso.

"Purtroppo sì, ma se vorrai, durante la mia assenza potrai uscire dalla tua stanza a costo che non ti allontani troppo: sarebbe troppo pericoloso per te..." mi dette un'altra carezza.

"Grazie, Delos" trattenni la sua mano nella mia fremente, ringraziandolo di quella frase tanto inaspettata quanto sperata.

In questo modo avrei rivisto Damien, avevo l'occasione di fuggire da questa triste realtà della notte, anche se con un altro demone.

"Oh, ora mi ringrazierai come giustamente mi merito... Ieri notte non è stato gentile quello che mi hai fatto, spero che avrai le idee più chiare questa volta..." esclamò aspettando una risposta.

Compiacilo e il dolore sarà minore... mi diceva la mente.

"Si... " fremevo per il male al basso ventre che mi avrebbe dato "Delos, fatti più vicino..."

"Vieni tu da me..." mi scostò in un solo gesto il lenzuolo che avevo tenuto fino sopra al seno, lasciandomi totalmente scoperta.

Andare verso l'altra parte del letto significava inoltrarsi nel buio dove io non avrei visto minimamente nulla, nessuna sua azione, forse era meglio così: non avrebbe visto il dolore sul mio volto. Mi allungò una mano pronta ad accogliere la mia, la guardai per un attimo esitando, ma dopo poggiai il palmo sul suo e strattonandomi mi portò totalmente nella sua oscurità. Fece aderire parte dl mio corpo al suo busto, anche lui era nudo poiché la sua eccitazione sfiorava lievemente la mia gamba e la pelle sotto il mio tocco era liscia e gelida.

"Come è premurosa la mia sposa a farsi trovare così bella e pronta per me... Ricorda, potrai uscire dal castello a patto che prima della mezzanotte tu sia qui per me..." mi sussurrò appoggiando la sua guancia alla mia.

"Come vuoi tu..."

"Bene... Helena, toccami..." pronunciò le parole esasperato.

"Cosa?" chiesi sorpresa.

"Dammi le tue carezze come io ti do le mie... Segui la mia mano"

Mi cinse la mano con la sua portandosela alla guancia, da lì mi fece percorrere tutto il suo viso, le spalle, la schiena, questa volta prendendo anche l'altra, scendendo sempre più in basso fino quasi al suo membro. Il respiro mi si fece corto e inizia a tremare immaginando le sue intenzioni...

"Non temere piacerà ad entrambi..." sospirò prima di farmi stringere la sua asta "Ed ora baciami"

Lo baciai permettendo alla sua lingua di entrare nella mia bocca mentre con la mano destra percorreva con me la lunghezza della sua virilità. Si staccò per un secondo... "Voglio le tue labbra sul mio corpo".

Senza che mi potessi opporre mi ritrovai la bocca sul suo petto, indecisa deposi dei timidi baci lungo lo sterno scortata dalle sue spinte che portavano il mio capo sempre più giù. Ma quando arrivai al suo inguine mi bloccai...

"Non avere paura, anch'io ti ho dato piacere così..."

Continuai a dare i miei baci su quella zona del suo corpo sentendolo gemere sonoramente finché non mi fermai e mi riportò il volto alla sua altezza...

"Riesci ad essere così innocente, può ancora bastare per ora..."

Mi cinse la vita e con violenza mi adagiò di nuovo sulle lenzuola annusandomi il collo; lo sentii ridere di piacere ed estendere la sua presa su tutta la schiena premendo proprio sulla parte dei lividi...

"Voglio vederti mentre ti prenderò..."

Detto questo mi spostò dalla parte del letto illuminata dalla notte e lì vidi lo splendore del suo volto dinanzi ai miei occhi: i capelli neri erano leggermente più mossi di quanto ricordassi, gli occhi grigi enormi e brillanti, le labbra schiuse in un lieve sorriso. Mi persi nella sua bellezza per poco, i suoi baci pieni di lussuria si cosparsero lungo la cavità del collo e per un po' li avrei definiti piacevoli e rilassanti, forse fino a che non mi allargò le gambe e con un solo colpo riempì la mia intimità. Un fuoco doloroso mi sconvolse le membra mentre lui iniziò a muoversi veloce mentre dentro di me, avrei voluto gridare ma mi trattenni dal farlo serrando le labbra ermeticamente fino a quando non sarei più riuscita a sopportare. Ogni spinta di reni era un tormento, cercai di pensare a lui, Damien, ma la potenza dei suoi affondi mi distolse dalle sue raccomandazioni; dopo non so quanto tempo non sostenevo più il peso del suo corpo, cercai il modo più adatto per far rallentare il suo ritmo e così gli presi il viso tra le mani trovando la sua attenzione...

"Delos, più piano..." ora i miei occhi erano puntati nei suoi.

Lo baciai prima di avere una sua risposta e la piccola pausa dovuta alla mia richiesta venne colmata da un'altra sua spinta che mi fece uscire un gemito dentro la sua bocca. Pensavo davvero che rallentando i suoi colpi mi avrebbe fatto meno male, ma così non fu : sentivo spezzarmi da dentro ogni qualvolta che entrava interamente in me...

"Non vergognati Helena, fammi sentire che ti piace...!" ringhiò dandomi un morso profondo su collo.

Come la notte precedente lo seguii in quei mugolii e lamenti che se per lui erano di libidine, per me erano di terrore. Guardavo ora il soffitto con lo sguardo vuoto prima di sentirlo svuotare dentro di me e invadermi tutte le membra; il sudore impregnava la nostra pelle sigillandola in una stretta tormentosa ...

"Lo sai perché ho deciso di portarti qui? Con me?..." mi sussurrò dolce.

"Perché ho fatto un patto con te..."

"Oh, no... Non tutti gli umani che hanno avuto a che fare con me hanno un privilegio simile..."

"Perché allora?" domandai tremando per la risposta che avrei ricevuto.

"Voglio che tu mi dia una discendenza... Dopotutto è questo lo scopo della nostra unione..."mi sorrise maligno "Forse chi lo sa, mi darai un erede prima della fine di un anno..."

Lo guardai scioccata da tale affermazione, ma lo staccarsi finalmente da me mi concesse la libertà di godere di un attimo di pace per il mio corpo; lui si stese accanto a me con metà del volto seria come una tomba coperta dall'oscurità...

"Vieni qui..." mi ordinò.

Mi girò dalla sua parte e poggiò la sua fronte sulla mia, in quel momento avevo paura anche di piangere, e intrecciò le su gambe gelide, come il resto del suo corpo, con le mie...

"Dormi, ti aspetterò domani notte. Ricordalo..."

Chiusi gli occhi e cercai di gettarmi nelle mani del clemente Morfeo, che in quelle occasioni era il mio sol ed unico amico.


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