Sii mia per sempre

La Proposta

Helena

Nel luogo in cui mi trovavo non c'era un letto ma solo pietra, le gelide mura non facevano altro che peggiorare la mia sensazione di essere in trappola. Come se potesse essermi di conforto mi rannicchiai in un angolo, il meno umido ritenni, e piansi lacrime amare quanto cocenti a contatto con la mia pelle. Avevo perso tutto, ogni cosa, e se qualche giorno prima avevo creduto che la mia vita fosse perduta, in quel momento decisi che era inutile riflettere. L'universo demoniaco andava al di là della mia comprensione umana, forse ero troppo giovane o troppo stupida. Prima Delos ed ora Damien, dal primo almeno sapevo cosa aspettarmi nel male, ma non con l'altro. Il suo dualismo mi aveva lasciata attonita, la persona dolce e comprensiva che avevo conosciuto non esisteva più in presenza di Delos. Mi aveva rapita, non che Delos non l'avesse fatto con l'inganno, ma la situazione era profondamente diversa. Rimpiangevo il mio dolore, non era nulla in confronto al terrore a cui mi sottoponeva Damien. Mezza nuda tentavo di coprirmi il più possibile ma senza risultati, non ero sicura che non ci fossero topi o qualche altro animale così mi stringevo sempre di più a me stessa e rimanevo immobile per quanto ci riuscissi. I miei pensieri andavano continuamente a Delos. Lo odiavo e amavo allo stesso tempo, era stato l'unico a darmi in tutto quel male un briciolo di amore sincero. Sognavo i suoi baci e le sue carezze, l'unica cosa che mi avrebbe dato conforto sarebbe stata la sua presenza ma non poteva essere lì con me. Il sonno non mi era amico, al massimo raggiungevo uno stato di dormiveglia più pietoso della realtà stessa e soffrivo ancora di più.

"Helena...sono qui!"

Avrei riconosciuto quell'improvviso sibilo disgustosamente dolce ovunque: Damien.

Mi voltai dalla parte opposta non appena la luce di una fiaccola appesa al muro manifestò la sua presenza, non avrei potuto mai guardarlo negli occhi. Le lacrime minacciavano di far ritorno, ma non potevo mostrarmi debole dinanzi a lui. Si avvicinò tanto da chinarsi e prendermi il volto sfiorandolo solamente con le dita, nel farlo mi guardava con aria sorpresa forse addirittura stupita. Si aspettava di vedere delle lacrime? Disperazione? Non glielo avrei concesso. Un piccolo sussulto uscì dalle sue labbra, per poi assumere un'aria affranta su quei lineamenti maledettamente belli.

"Non avrei dovuto rinchiuderti qui. L'odio nei tuoi occhi mi trafigge più di qualsiasi ferita" disse afflitto. "Non merito nemmeno una parola da parte tua? Nemmeno un bacio?"

Inorridii a quest'ultime parole, e con un semplice e repentino gesto della mano cessai il suo contatto con me. Come poteva pretendere così tanto dopo tutto? Con un gesto sovraumano riuscii ad alzarmi e a prendere distanza tra il mio e il suo corpo ma non feci che crearmi una morsa intollerabile. Ad ogni passo indietro Damien ne avanzava due nella mia direzione finché la mia schiena non si scontrò con la parete di roccia e le sue mani mi cinsero la vita scoperta. Trattenni il fiato e i polmoni bruciarono quando poggiò senza alcun permesso le sue labbra in un bacio leggero, rimasi immobile, disgustata e nel frattempo attratta irrimediabilmente dal loro sapore.

"Permettimi di spiegare ogni cosa in circostanze più consone al tuo grado, mia regina!"

Il palmo destro si spostò dal fianco per stringermi la mano e azzardando qualche passo rivelò la sua intenzione di trascinarmi in un qualche altro luogo. Non lo seguii nel suo intento, non ne avevo la volontà: la mia dignità valeva ancora qualcosa.

"Ti condurrò nei miei appartamenti e potremo parlare. Perdonami!"

Si inginocchiò e i miei occhi sprofondarono nei suoi specchi azzurri, non esisteva mio malgrado nulla oltre quel volto meraviglioso. Tentavo di resistergli ma o la mia volontà era davvero così scarsa o i suoi poteri ammaliatori troppo forti, non ero sicura a quale delle due scelte fossi soggetta.