capitolo 2

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Atterrammo sopra un isola piena di praterie e campi, cavalli, alberi verdi e alti...
Gli uccelli si posarono su un albero nel bel mezzo della giungla ed era così bello vedere il tramonto rosso davanti a noi.
-Allora ragazzina, come ti chiami?- mi chiese.
-Sofia.-
-Jonathan.- Disse con tono gentile.
Sentimmo uno strano brusio sotto di noi, e l'albero iniziò ad abbassarsi sempre di più.
-Che succede!- dissi preoccupata.
-Non lo so! Di sicuro alle isole sta succedendo qualcosa! Non mi era mai capitato prima!- Jonathan chiamo con un fischio gli uccelli e ci riportarono nell'isola dell'albero a lecca-lecca ma non c'era più.
-Oh no...- Dissi sussurrando. Avevo ancora in mente di scappare o di parlargli ma visto che non potevo scappare decisi di dirgli qualcosa ancora.
-Ora dove andremo! Che facciamo!-
Jonathan mi guardò poi fece una mezza curva e andò verso una città. Si chiamava "Città dei liberi".

C'era un'aria come quella del cielo e si sentiva ancora il fresco sui polsi e sulle caviglie, i palazzi erano di nuvole, le finestre invece erano coi bordi di cotone e il vetro era come della plastica... gomma.
Gli uccelli ci appoggiarono su un palazzo e le loro ali lo rivestivano completamente.
-La città dei liberi è il posto dove non è mai accaduto niente di brutto... e penso che... di sicuro anche qui arriverà qualcosa... ne sono quasi totalmente certo.-

Guardai Jonathan, era così bello stare vicini a vedere insieme il tramonto. Mi sentivo finalmente adorata da qualcuno, oltre che dai miei parenti. Mi avvicinai piano piano a Jonathan. Era così carino... gli diedi un bacino sulla guancia, poi lo abbracciai.
Un fischio proveniente dal piano più basso (il piano 0) attirò la mia attenzione, così Jonathan chiamò gli uccelli che mi presero e mi portarono giù.
Vidi tutto in fiamme. Per fortuna capii che tutto quel fracasso nel mondo lo stava causando una sola cosa:  gli uccelli. Quegli uccelli. Appena mi ebbero portato giù, vidi loro che uccidevano persone, distruggevano palazzi, e fecero affondare la Città dei Liberi, facendo sprofondare gioia, amore e libertà anche lì.
Capì anche che Jonathan era uno di loro. Lo vidi infondo alla strada che buttava giù palazzi, sradicava dal suolo alberi e li usava per abbattere le case.


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