6.

452 131 2
                                    

Paige gli fece notare che erano arrivati da un pezzo, gli disse di affrettarsi prima che l'estetista le segnasse un ritardo, non era mai arrivata in ritardo nel salone di bellezza di Maya Bellont, una delle migliori estetiste di tutta Los Angeles e anche una buona portatrice di consigli. Francesco e Paige scesero avviandosi davanti una casetta che a primo impatto poteva sembrare una stanza contenente una sauna. Ai lati e di fronte c'erano degli angusti prati verdi simili a quelli del campus, a destra prima del marciapiede di marmo c'erano delle piante alte che davano un tocco di naturalità al piccolo edificio.  A sinistra c'era un grande cartello con scritto “Estetica Salon”; entrarono e videro un’ampia stanza con diverse sedie di plastica trasparente. 

Arrivò verso di  loro una donna sulla quarantina con i capelli corti di color fucsia, truccata per bene e molto in forma: indossava un pantalone lungo grigio e una maglietta anche essa grigia con il logo del negozio. 

«Ciao tesoro!» si rivolse a Paige porgendole la guancia alla sua e scroccando le labbra come se stesse dando dei piccoli bacini. «È il tuo ragazzo?» le chiese guardando Francesco dalla testa ai piedi,.

Paige arrossì di colpo: «No! No!» Fece una mezza risata. «È solo… Francesco» disse presentandolo alla buffa donna. Francesco si sentì vuoto, perché ne aveva risentito quando aveva detto che era “solo” lui? In fondo non si conoscevano affatto. Perso nei suoi pensieri, Francesco salutò la donna che si presentò come la proprietaria del negozio, lui continuò a chiamarla “signora” ma lei gli chiese in modo brusco di chiamarla “Maya”. Così fece.  Paige consegnò la sua borsetta nera a Francesco, che si stava sistemando in semplici sedie d'attesa, e andò a cambiarsi. Lui si ricordò che non le aveva chiesto il perché doveva andare lì. Cosa doveva farsi? Per un momento gli venne un pensiero perverso che levò immediatamente. Di fronte a destra,  a pochi metri dalle sedie, c'era appostato un tavolino con alcune riviste di moda, ne prese una e lesse: “SELENA GOMEZ: senza veli?” L'articolo parlava di un nuovo singolo della cantante dove si mostrava in nudo copiando la sua rivale Demi Lovato. Francesco ne sembrò schifato e riposò la rivista, non credeva mai a queste fandonie: né Demi Lovato e né Selena Gomez si copiavano a vicenda, e soprattutto non si odiavano. Finalmente uscì Paige, era avvolta in un accappatoio bianco con stampato il logo “Estetica Salon” e con i suoi capelli biondi raccolti in una coda. Gli sorrise e mentre Maya la fece accomodare in una delle sedie, prese un barattolo nero e ci immerse un pennello che fece poi riemergere passando del liquido nero sulla faccia di Paige; sembrava qualcosa di disgustoso. Appena finì di dipingere il viso di Paige con quel liquido nero, le disse che doveva aspettare massimo un’ora. Anche se ridotta in nero, Francesco notò comunque quei suoi occhi celesti che fissavano lo specchio e nel suo sguardo capì il suo disgusto. 

«Sei davvero affascinante» commentò Francesco.

«Taci!» gli urlò Paige. Nel ribattere lui si mise a ridere senza accorgersi che nel frattempo il liquido nero si stava asciugando. «Sei buffa, ma comunque stupenda...» le disse Francesco avvicinandosi, lei lo guardò e lui fece lo stesso.

«Ti... ti ringrazio» gli disse, mentre Francesco scrutava con gli occhi le labbra screpolate di Paige.

Un’ora dopo, Maya le levò con dolore il liquido nero facendo tornare il viso splendente di Paige, ancora più bella. 

«Non è meravigliosa?» chiese Maya a Francesco. Lui arrossì e annuì, avendo quegli occhi azzurri puntati addosso si sentiva bloccato ogni volta che lo sguardo di Paige si scontrava con il suo, e sapeva che in quel momento anche se non la stava guardando lei stava sorridendo. 

Dopo due ore e mezza finalmente finì e uscirono salutando Maya. Ritornarono in auto, non si erano ancora parlati, neanche quando Maya alzando le sopracciglia gli aveva chiesto come si fossero conosciuti. 

«Simpatica la tua estetista» disse Francesco. Paige si mise a ridere mentre faceva retromarcia per tornare in stanza.  Arrivarono al campus, appena Paige posteggiò vide di fronte il suo ragazzo, un tipo muscoloso dai capelli neri e con la maglietta da football bianca. Francesco pensò che fosse morto, quando sarebbe sceso da quella auto doveva fare i conti con il ragazzo di Paige che dalla statura sembrava un orso. 

«Tranquillo, gli dirò che non deve preoccuparsi» disse cupa Paige mentre spegneva il motore e apriva lo sportello dell'auto. Francesco uscì subito dopo Paige. Il ragazzo di Paige la abbracciò per poi baciarla, come se aspettasse che Francesco vedesse la scena. 

«Lui è Francesco» gli disse con un sorriso. Lui lo scrutò attentamente ma non gli porse la mano. «Dai, Rodney, un po' di buona educazione!» Paige si stava innervosendo ma sembrava più che altro spaventata da ciò che poteva fare. 

«Ho parecchio da fare! Ci vediamo» le mentì Francesco tornando nel suo dormitorio. «Ci mancava solo l'orso Yoghi!» disse una volta dentro a Diego, che era come sempre sdraiato sul divano a poltrire.

«Hai conosciuto il ragazzo di Paige?» chiese Diego. Francesco annuì e fece spostare Diego sul divano per sedersi anche lui. 

«Un tipo a posto» disse compiaciuto Diego. «Ovviamente sto scherzando» aggiunse ridendo. Francesco non si era scordato ciò che aveva visto quel pomeriggio, ciò che Diego stava facendo a un completo sconosciuto nello stesso dormitorio suo. 

«Mi sono permesso di comprare la pizza, per farmi perdonare… Cioè, sempre se non vuoi cambiare coinquilino, non ho problemi, anzi, penso che solo io mi senta più a mio agio» disse Diego rabbuiato, sembrava molto triste.

«Non penso che mi farebbero cambiare idea e poi sei un tipo a posto alla fine!» disse Francesco sorridendogli e dandogli una pacca sulla spalla. «Ti accetto e mi trovo bene qui con te, anche se ci sono cose che devo ancora capire» disse in conclusione. Diego lo guardò, sembrava rinato da ciò che gli aveva detto Francesco. «Sono contento, Francesco, davvero. Devi saperlo, però…» disse Diego alzandosi dal divano «sono bisessuale» aggiunse. A Francesco non sembrò tanto un problema avendo già conosciuto una persona, il vicino gay del suo migliore amico. Ne rimase scioccato quando lui e Stefano scoprirono che era omosessuale, ma ci volle poco ad abituarsi e lo accettò fin da subito come avrebbe fatto con Diego, non era poi così diverso, pensava che sarebbe stato più comprensivo e che avrebbe avuto più ragazze per lui, o almeno in parte.

Le pizze arrivarono entro le 20, pronte e calde per essere mangiate. Diego prese due bicchieri e li riempì di birra, brindarono alla loro amicizia e convivenza sperando di vivere in futuro una vita universitaria non troppo monotona.

Passion Cursed Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora