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Aprì gli occhi, si trovava sdraiato e riprendendo conoscenza sentì il rumore di un macchinario che contava i battiti del cuore. La prima cosa che con i suoi occhi riuscì a vedere era il soffitto del UCLA Medical Center di Los Angeles. Si alzò di colpo. Era in una stanza con la tivù accesa, stavano trasmettendo un episodio speciale di Scooby Doo su Cartoon Network.

«Bentornato tra noi!» disse Brooklyn andando ad abbracciarlo. Erano passati tre mesi dal brutto incidente di quell'Halloween, erano nel bel mezzo dell'inverno californiano.

«Sei stato in coma per ben tre mesi, ti sei perso il video porno di Chloe Rubber e il nuovo intimo di Brooklyn. Del resto, buon anno» disse entrando nella conversazione Diego, che diede una pacca a Francesco e salutò Brooklyn. Si era fatta la frangetta, aveva i biondi lisci come spaghetti. L'ospedale era situato a cinque minuti dall'università, gli dissero che era il migliore in circolazione e che, se non lo fosse stato, Francesco non sarebbe riuscito a salvarsi. Aveva riscontrato delle fitte alle tempie e questo non fece più confluire ossigeno al cervello mettendolo ko fino a quel 10 gennaio 2017. Diego non era cambiato per niente, sembrava che avesse cambiato look ma era solo un pensiero che scomparse come era apparso. Francesco non ricordò nulla dell'incidente, nemmeno chi fu a causarlo. Chiese di Piper, Brooklyn sorrise e gli spiegò che grazie al suo intervento non si era fatta nulla di grave e che per la Vigilia di Natale aveva fatto ritorno a casa. Non avevano però sue notizie, però era venuta spesso a controllare Francesco, la madre di Piper era contraria quelle visite, pensando che fosse proprio lui la causa dell'incidente, il solito italiano che porta la mafia in California. «Posso...?» chiese una voce familiare da fuori la porta. Vide che era Paige, aveva delle trecce e un top seguito da una gonna. Disse a Brooklyn che non si aspettava una visita proprio da lei. Annuì e lei entrò correndo verso di lui. Lo abbracciò e prima di mollarlo gli baciò il collo. Sentì un leggero brivido ma che finì in un istante.

«Sono felice che ti sei svegliato» gli disse sorridendo, sembrò sincera e quel suo sorriso fece del bene a Francesco. Era per tre mesi incatenato in un sogno strano: c'erano Paige e Piper che facevano delle cose a tre con lui, poi tutto d'un tratto a Piper le iniziava a uscire del sangue dalla bocca; Paige la baciava con tutto il sangue che le colava bagnandole i seni.

«Sono felice di vederti» le rivelò guardandola. Lei sorrise, mentre era fissata da un dottore dalla testa rasata e da una barba molto folta che a quanto si vedeva la trattava amore. Indossava degli occhiali a tartaruga ed era robusto. La sua statura bassa lo faceva sembrare lo scienziato pazzo di Cattivissimo me. Avanzò verso Francesco e gli strinse la mano con un sorriso simile a quello di Pennywise.

«Signor Sylvan, io sono Il dottor Gabriel e sono felice che tu ti sia ripreso» si girò verso Paige e le fissò le tette. Quasi gli mollò uno schiaffo ma si contenne, in fondo aveva salvato Francesco. Giorni prima, il dottor Gabriel ci aveva provato con Brooklyn e quasi era riuscito a farla spogliare, ma alla fine non aveva ricevuto nulla se non uno schiaffo.

Francesco doveva stare un'altra notte e l'indomani avrebbe potuto anche tornare al campus. Il rientro non era come poteva immaginarlo, stile film americano con tutti i suoi compagni ad accoglierlo. La realtà era che non c'era anima viva ad aspettarlo. Tutti erano a lezione, esclusi Francesco e Diego. Tutti tranne Piper, che si fece dare le chiavi da Diego il giorno prima e quel giorno aspettò il suo ritorno dentro l'appartamento dei due ragazzi. La sera prima aveva preparato una torta con l'aiuto di Brooklyn, che nascose bene la sua inarrestabile voglia di vedere il suo amico felice da quella sorpresa.

Quando si alzò dal letto dell'ospedale gli sembrava di non camminare da anni, si sentiva affaticato e debole, ma sapeva che avrebbe ripreso energia in un battito d'ali.

«Ti porterò qualcosa stasera, così magari festeggiamo e vieni a casa mia. Ttranquillo, niente Lucia» gli disse Brooklyn. Diego la guardò divertito.

«Solo io e lui. Niente gay» aggiunse e si misero a ridere tutti e tre. «Non sono gay.»

Una volta al campus, Francesco uscì dalla macchina di Diego con l'aiuto di Brooklyn. Non era ancora in grado al cento per cento di reggersi pienamente da sé. Camminarono verso l'appartamento con la temperatura di 2 gradi, continuava ad aumentare e diminuire ogni giorno.

Diego e Brooklyn, prima di aprire la porta, si diedero un'occhiata come per acconsentire il tutto. Una volta aperto, Brooklyn gli chiuse gli occhi con le mani e lo fece camminare nel buio. Diego lo aiutò e lo fermò una volta dentro. Piper era davanti a lui, il suo cuore batteva e quasi lo sentì esplodere. Si avvicinò le labbra e lo baciò su una guancia.

«Chi sono?» gli chiese all'orecchio. Francesco saltò di gioia, Brooklyn tolse le mani e la vide. La sua piccola Piper, aveva i capelli raccolti in una coda e le lenti a contatto. Indossava una felpa di Francesco e dei leggings neri. Era con solo le calzine ai piedi. La abbracciò, la strinse a sé. Fu più lungo di quanto Diego e Brooklyn potessero pensare. Una volta divisi, gli fece vedere la torta al cioccolato con scritto "Bentornato babbano", si misero a ridere e puntualmente Francesco rispose che di babbana c'era solo lei. Presero una fetta a testa e la mangiarono. Piper si sedette sopra le gambe di Francesco. Si sporcò le labbra di cioccolato e lui le passò il pollice per pulirla. Lei arrossì e sorrise a lui. Brooklyn dopo la torta doveva andare al lavoro, salutò Francesco e Piper. Diego l'accompagnò e così rimasero soli.

«Ti va di andare a fare una passeggiata?» le propose, lei lo guardò preoccupa ma la rassicurò che andava tutto bene e che poteva farcela. Accettò, prese le chiavi e lei si mise le scarpe. Uscirono dall'appartamento e una volta fuori dall'edificio si presero per mano. Fu un gesto involontario, ma non sembrò dar fastidio a nessuno dei due. Si sedettero nel posto da loro amato, Francesco commentò che avrebbero dovuto cambiare posto, questo ormai era cosa di tutti. Lei si mise a ridere e disse una cosa che nemmeno lei si aspettava di udire dalle sue labbra.

«Perché cambiarlo se possiamo incidere i nostri nomi e magari...» Si guardarono, Francesco la fissò e ne fu travolto come mesi prima successe con Paige, solo che questa volta era un'emozione inaspettata e reale.. Da settimane desiderava stare con una ragazza che era oggetto sessuale di tutti, che trattava i ragazzi come se fossero degli esseri ai quali darla sempre per saziare la sua indole di perversione. Mentre con Piper sapeva bene che quello sguardo era amore. Qualche cosa che poteva comunque superare l'amore stesso, era persa anche lei negli occhi suoi e fu così tutto all'improvviso, come quel bacio tra Hermione e Ron. Fu lungo, dolce e insaziabile. Le loro lingue giravano felici, assaporando quella saliva che sapeva anche di cacao. Le labbra morbide di lei, morbide quanto una nuvola su un tappeto di fragole. Restarono lì, consumandosi pian piano le labbra e mettendo da parte tutti i problemi vissuti superando con forza anche quelli futuri.

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