23.

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Fece una piccola corsetta e sedendosi a una panchina mandò un messaggio a Paige, voleva spiegarle cosa aveva visto e se ne avesse parlato con Rodney e non solo per quello: aveva bisogno di parlare con qualcuno e non sapeva se stesse facendo la cosa più giusta ma Paige era la più vicina. Brooklyn di certo sarebbe stata felice di aiutarlo ma non voleva di certo disturbarla. Paige arrivò subito dopo il messaggio, sorrise a Francesco e si sedette accanto a lui. Ascoltò in silenzio il suo racconto. Francesco spiegò di Piper e di come tutto era finito come per magia. Alla fine del racconto, lei strinse la mano del ragazzo e iniziò a spiegargli di avere visto quella strana accoppiata già dalla prima mattinata. La mano di Paige era così morbida e delicata e i suoi capelli avevano un buon profumo. Ringraziò la ragazza per averlo ascoltato, Paige continuò a sorridergli restando qualche secondo a fissarsi l'un l'altro. Era bello restare seduto accanto a lei. Molti passarono a guardarli, sguardi invidiosi di guardoni e di pervertiti a causa della scollatura della ragazza esageratamente aperta.

«Che ne dici di fare qualcosa?» chiese a Francesco. Aveva in mente di guardare qualcosa con lui, nel suo appartamento senza Nicole fra i piedi. Il ragazzo però non sembrò accettare l'offerta. Piper l'aveva lasciato, e ritornare nell'appartamento di Paige non era una buona idea. Così salutò la ragazza, l'abbracciò e tornò ai dormitori. Entrando nel suo appartamento sistemò dei suoi vestiti, doveva andare in una lavanderia il prima possibile. Prese gli indumenti sporchi, trovando un biglietto: il numero di cellulare di Chloe. Decise di scriverle un messaggio, lei rispose due minuti dopo. La ragazza non si aspettava che alla fine avrebbe ceduto. Francesco si fece convincere da lei ad accompagnarlo in una lavanderia che Chloe conosceva bene. Gli disse che era di sua zia, sottolineando che era la migliore in quel campo. «Potrebbe chiamarsi la "Cenerentola dell'età moderna"» gli disse una volta seduta al lato del passeggero. Francesco accese il motore e le chiese se anche lei fosse una Cenerentola. La risposta della ragazza lo sorprese molto. «Scopo molto, se vuoi saperlo» gli disse e il ragazzo quasi sbandò ma riuscì a riportarsi in riga al centro della strada. «Non pensare male, ti prego, perché non voglio morire» esclamò la ragazza. Ci furono dei minuti in cui si sentiva solo la radio, un brano dei Linkin Park faceva compagnia a entrambi. D'un tratto Francesco spezzò quel momento imbarazzante: «Mi dovresti fare da navigatore» le disse e Chloe annuì.

«Dovresti prendere questa uscita verso Gage Avenue» disse indicando a destra. «Parlami di te... So così poco nei tuoi confronti.» Francesco una volta presa l'uscita 18A le rivolse la parola. Le disse che non aveva nulla di interessante, sapeva che amava i libri e che giocava a calcio quando ancora abitava in Italia. «Adoro i calciatori» gli disse appoggiando la mano sulla coscia di lui. «Entra di lì» disse mentre entravano per S. Flower Street. «Puoi togliere quella mano, per piacere?» le chiese Francesco più gentilmente che poteva non distogliendo lo sguardo dalla strada. Chloe si rabbuiò ma non si arrese, aspettava il momento adatto per farlo suo. Ci sarebbe riuscita, lei otteneva sempre tutto. «Svolta a sinistra e prendi W Gage Avenue» disse sorridendo mentre si controllava di essere vestita bene. Indossava un maglioncino rosa, una gonna bianca a metà coscia abbinata alle Gucci bianche. «Saresti un'ottima navigatrice...», le fece il primo complimento in assoluto e lei, come se avesse vinto mille dollari in un talent show, esultò in silenzio, era un inizio...entro serata sarebbe stato suo. «Vai a sinistra» disse modellando la sua voce cercando di renderla più sexy possibile. Francesco sorrise, pensò che fosse ridicola ma simpatica. Svoltarono a sinistra e presero per S. Broadway. Non trovarono tanto traffico, la strada era abbastanza scorrevole.

«A destra... dovremmo esserci» disse, mentre videro alla propria destra un piccolo edificio blu; le porte e le finestre erano in vetro con dei fogli attaccati che riportavano la scritta: " I Love LA". Ne videro tre se non quattro.

«Benvenuto a "Super wash 'n dry"» gli disse con entusiasmo. Posteggiarono davanti a una piccola auto che Francesco pensò fosse del proprietario del negozio. Fu tutto in un breve secondo, una volta usciti dall'auto vennero travolti dalla pioggia. Corsero verso la lavanderia. «Il tempo è cambiato così velocemente» notò Francesco mentre cercava di asciugare le scarpe nel tappeto dell'entrata. «Già...» rispose Chloe avvicinandosi a lui mentre si accarezzava con entrambe le mani le braccia, segno che voleva un suo abbraccio ma che lui non prese in segno. La lavanderia comprendeva cinquanta, poco meno, lavatrici sia sotto che sopra, centrifughe, e tutte funzionanti a gettoni. Inoltre c'erano delle macchinette con il cibo e le bibite, delle panchine rosse dove aspettare e leggere qualche rivista o libro.

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