14.

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Brooklyn e Christine lasciarono Francesco davanti alla porta della sorella. Pensò che dovesse comunque presentarsi a lei, bussò ma lei gli rispose di andare al diavolo. «Ci sono già andato, gli ho rotto talmente i coglioni che mi ha riportato qui.» Un silenzio di tomba, si sentì sfigato per la battuta fatta ma sembrò funzionare. Aprì la porta, si fermò e lo guardò.

«Scusa per prima...» gli disse la ragazza. Propose di ricominciare e lei accettò con piacere. «Mi chiamo Hilary e sono la sorellastra di Brooklyn» gli porse la mano e lui la strinse, si presentò anche lui. «Ho visto che sei una fanatica» cominciò a dirle.

Lei lo zittì: «Il termine più adatto è fangirl» gli sorrise. Brooklyn lo chiamò e lui doveva andare, prima che la conversazione con la sorella arrivasse a un punto più morto di come era già. Non riuscendo più a parlare, essendo Hilary era abbastanza timida, lui andò da Brooklyn. Non sapeva se avrebbe mai continuato quella conversazione, poteva essere anche carina, magari anche simpatica, ma non era alla minima altezza di Paige. Nessuna poteva secondo lui superarla, ma se magari succedeva... lui voleva esserne presente.

La persona che aveva bussato alla porta era Diego, si era portato dietro due ragazzi, uno di questi sembrava spagnolo. Aiutò Brooklyn a preparare la tavola per la serata. Misero tre tipi diversi di patatine per ogni vassoio, lattine di birra e superalcolici portati da Diego. I due ragazzi portarono due bottiglie di vino. Quando tutto fu pronto, arrivò altra gente. Molte erano ragazze, a occhio quasi tutte lesbiche e questo non piaceva tanto a Francesco, sperò comunque di trovare qualche simpatica etero. Nel vivo della festa, arrivò a chiedere alla padrona di casa se potesse fargli conoscere qualche bella tipa. Dalla porta entrarono delle ragazzine, indossavano magliette e pantaloni neri standard, non stavano lì per la festa e non solo l'outfit lo fece capire, ma erano amiche di Hilary e si capì quando andarono dritte nella sua camera. C'era tanta gente conosciuta al bar, al liceo e ragazzi di diverse università. Al tavolo vide una ragazza mora, sembrava anche più alta di pochi centimetri di lui. Indossava un vestito abbinato alla gonna ad altezza cosce e le calze a rete. Sembrava interessante, andò da lei con la scusa di prendere da bere.

«Che mi consigli?» le chiese con sorriso, lei si voltò verso di lui. Aveva il viso con diverse macchie sparse tra una guancia e l'altra. Al naso indossava un septum con dei piccoli diamantini, si notava che erano piuttosto falsi. Gli rispose, con accento irlandese che il cocktail che stava facendo era divino. Francesco curiosò dando una sbirciatina dentro il cocktail, l'odore non era male, la ragazza gli porse il bicchiere facendo cenno di poterlo assaggiare e dargli un parere. Era forte, non c'erano più di quattro bianchi lì dentro ma il gusto della vodka alla fragola era inconfondibile. Sentendosi un critico di fama mondiale le disse con tutta onestà che di divino c'era solo il suo culo e non il cocktail fatto da lei. Uno scocco rimbalzò nella guancia del ragazzo, gli diede uno schiaffo con tutta la sua forza e se ne andò. Ne rimase di stucco, doveva aspettarselo ma disse a bassa voce che le piaceva. Diede anche un voto allo schiaffo ricevuto. Una ragazza che aveva assistito alla scena gli passò una birra.

«Fortunato che non ti ha versato il suo schifo di cocktail addosso» disse ridendo. Ne bevve un sorso.

«Se mi avesse bagnato, mi avresti asciugato tu tolta la maglietta?» le chiese facendole l'occhialino. Lei quasi affogò. «Può darsi... o magari avrei applaudito o me ne sarei restata ferma a guardare la bella scena», la risposta gli era piaciuta molto. La notò per bene, da come poté constatare aveva la sua stessa altezza. «Questa birra è molto meglio di quella roba» disse brindando con lei. Aveva dei capelli neri con delle ciocche sul rosa, un piercing al labbro dalla parte sinistra. Il suo abbigliamento non era attinente a una festa: una felpa tre volte più grande della sua misura originaria, poteva avere una L se non una XL che le copriva sia il bacino che le cosce, infatti non sapeva se indossasse dei pantaloncini o meno. Ma notò le sue gambe da ballerina.

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