Capitolo 3

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<<No dai bro, ripetimelo?!>> richiese per la ventesima volta Alex incredulo.
<<È tutto vero, ci siamo baciati e, non so come ci siamo finiti, lo abbiamo fatto! E, te lo giuro, non mi sono mai sentito meglio. E poi lei, Dio santo, ha un corpo, ma che manco una dea. Stavo uscendo di testa, non ci potresti mai credere. Sono così felice>> sospirai lasciandomi cadere sul suo letto.
Amavo il letto di Alex, era talmente morbido e ci dormivo sempre.
Alex sorrideva come un bambino.
Era evidentemente felice per me.
Gli volevo davvero un bene assurdo, ormai era mio fratello.
Sognavamo, lavoravamo e ci confidavamo insieme.
E finalmente, dopo tanto tempo, avevamo trovato un po' di pace.
Speravamo solo che questa pace rimanesse o che migliorasse.
<<Sono felice Genn, era tantissimo tempo che non ti vedevo così. Mi sei mancato amico>> mi sorrise.
Lo abbracciai.
Non ci abbracciavamo mai, e ora era il momento.
<<E tu invece, che mi dici?>>
<<Ho un problema enorme>> si incupì.
Ecco. La pace era già finita.
Lo guardai stranito.
<<Spara>>
<<Quando io e Ortensia siamo scesi dalla macchina per entrare nel pub, è inciampata, l'ho presa e... Oddio, non so come sia potuto succedere. Io... L'ho baciata>> si mise le mani in faccia.
Spalancai la bocca.
Occhi Cielo aveva ragione.
Alex non le era indifferente e, forse, non lo era mai stato.
<<Che casino hai combinato...>> mormorai.
Tirava su col naso.
<<Sono a pezzi Genn. Quello che ho provato in quel bacio... Non l'ho mai provato. È stato tutto istintivo, non potevo non farlo! E con Ele va sempre peggio... Non so più che fare>> passò le mai ai capelli.
<<Tu ami Orty. L'hai sempre amata>>
<<Lo so>>
<<Perché ti sei messo con Ele?>>
<<Non lo so cazzo... Era un anno fa... 2... Ero in un periodo di dispersione. Mi sono perso e... Ho fatto la più grande cazzata della mia vita>> tornò con le mani in faccia.
<<Ma puoi recuperare>> gli diedi una pacca sulla spalla.
<<E come?>> mi guardò in faccia.
<<Lasci Ele e torni da Orty. Come ha reagito lei?>>
<<... Ci è rimasta di sasso. Però i suoi occhi si sono tipo illuminati. E... Tremava, il suo cuore batteva fortissimo, e poi per un secondo ha sorriso. Si è girata ed è entrata nel pub. Non ci siamo più detti niente>> ora aveva le mani sulla bocca.
<<Mh, quanto è bella ragazzi>> e le sue mani tornarono in faccia, mentre rideva amaramente.
<<Vedi? È ancora innamorata di te! Vai a riprendertela!>> esclamai.
<<No Genn. Non ce la faccio a lasciare Ele. Con lei sto bene e sono sicuro, Ortensia per me è troppo difficile, non voglio soffrire ancora di più, vista la situazione in cui ci troviamo...>>
Non dissi più nulla.
Sapevo che aveva ragione.
Eravamo 2 ragazzi squattrinati senza un futuro davanti, stavamo già abbastanza male per aggiungerci problemi addosso.
Ma sapevo che Alex non sarebbe mai stato bene davvero con Eleonora se amava Ortensia.
Avrei fatto qualcosa prima o poi.
<<Alex... Devo farti sentire una canzone>> esordii di colpo.
Non aspettai nemmeno una sua risposta e presi la chitarra.
Cominciai a suonare... "White Wood". L'avrei chiamata così.
Ora, ogni volta che cantavo quella canzone provavo milioni di brividi.
<<Wow, l'hai scritta tu Genn?>> disse Alex colpito, una volta finito di cantare.
<<Io e Occhi Cielo>> abbassai lo sguardo.
Sorrise.
<<Già, lo immaginavo. È la vostra storia questa canzone, il vostro ritratto. Hai trovato quella giusta Genn, non lasciarla andare>>
Scossi la testa.
Aveva ragione, e lo sapevo benissimo.
E amavo Celeste con tutto il cuore, sinceramente.
<<Alé, voglio inciderla>>
Sorrise.
<<Andiamo dai>>
Prendemmo le nostre cose e andammo in macchina, diretti allo studio di registrazione Casa Lavica.
Il nostro mondo.
Lavorammo tutto il pomeriggio fino a sera.
Dividemmo le parti cantate, e decidemmo di farla in acustica, con solo la chitarra.
L'avrei suonata io.
Dovevamo ancora incidere una versione ufficiale, ma ormai potevamo dire che al nostro EP si era aggiunta una canzone, ed eravamo a 3.
Ne avremmo ancora scritte alcune, di quello ne eravamo sicuri.
Stavamo per rientrare in macchina, ma ebbi bisogno di una cosa.
<<Alex... Torno con l'autobus. Devo andare in un posto>>
Capì e annuì.
Mi batté il 5 e se ne andò.
Sospirai, poco pronto a quello che stavo per fare.
Camminai distratto per almeno mezzora, o di più, e arrivai alla mia meta.
Quell'albero.
Quel palo.
Quella fottutissima foto scattata da me, e quei cazzo di fiori attaccati.
Scoppiai subito in lacrime e singhiozzi.
Il dolore era ancora troppo forte e presente.
Mi sedetti di fianco al palo, a gambe incrociate, e sfiorai la foto con le dita.
<<Ciao piccola mia>> mormorai, e singhiozzai di nuovo.
<<Mi manchi tanto sai? A tutti manchi. Si sente la tua assenza qui. Volevo dirti una cosa>> feci dei cerchi immaginari sull'asfalto ad occhi bassi.
<<Mi sono innamorato>> risi debolmente.
<<Lei ti piacerebbe sai? È molto bella, ha i capelli del tuo stesso colore però lisci e gli occhi un po' come i miei, però più chiari. Si chiama Celeste, però io la chiamo Occhi Cielo. È davvero simpatica, però un po' strana. È così ingenua, senza esperienza in nulla, e allo stesso tempo fortissima. Sai, è indipendente da un sacco, penso aiuti. È un'artista, principalmente balla. Quando balla è una stella, fa venire i brividi ovunque e... Si, mi piace davvero tanto>>
Presi un respiro, mentre gli occhi tornavano a pizzicarmi.
<<Sono venuto qua per dirti questo e... Per dirti che non ti dimenticherò mai. Tornerò a farti visita presto, verrò più spesso, scusami se non vengo sempre ma...>>
Scoppiai a piangere.
Avevo freddo, e mi sentivo davvero il cuore andare lentamente a pezzetti.
<<Non sono forte. Mi manchi da impazzire ma devo andare avanti, per te. So che avresti voluto questo e lo farò. Ora sembra che andrà meglio, e sarà così te lo prometto. Tornerò spesso amore mio. Ti amo tanto...>>
Mi avvicinai alla foto e ci lasciai sopra un bacio bagnato dalle lacrime.
Il suo sorriso così luminoso mi fece piangere ancora di più per la nostalgia.
Mi accasciai per terra con le mani in faccia.
Dopo un paio di minuti mi sentii meglio e mi alzai.
Guardai un'ultima volta la foto, e mi voltai per tornare in città, alla fermata dell'autobus.
A qualche metro di distanza da me, Celeste mi guardava con le mani in tasca, le lacrime le rigavano il viso.
Corse verso di me e mi abbracciò forte, facendomi singhiozzare ancora di più.
<<Ti proteggerò da tutto. Sono qua per questo>> mi sussurrò sul collo.
Mi dava tantissimi baci, cercava di farmi calmare.
Ma piangeva quasi più lei che me.
Le alzai la testa.
Aveva tutto il viso arrossato dalle lacrime.
Mi asciugò gli occhi e si avventò sulle mie labbra, con una dolcezza mai sentita da parte sua.
Almeno sapevo che avrei sempre avuto la sua spalla per appoggiarmi.

LO SO. FA SCHIFO. MA NON AVEVO PER NIENTE ISPIRAZIONE, PERDONATEMI. A parte questa amarezza, il video di Runaway? Assurdo, ma dovremmo far sentire un po' di più la nostra #setedialessio . Tanta sete, tanta tanta. Detto questo, buona vigilia di Natale bambole, ci si sente presto❤️

Should Envy Us~TRILOGY |2|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora