"Desidera il suo cappotto signorina?" le aveva chiesto il maggiordomo. "Si, e si sbrighi." era diventata più che arrogante. Si era girata poi al secondo maggiordomo "Se qualcuno chiede informazioni su di me dica che sono uscita per prendere un po' d'aria." aveva detto Kat e dopo aver sentito un "ovvio" come risposta si era sbrigata ad uscire.
Katherine aveva 16 anni. Stava sempre attaccata ai genitori, in realtà sempre attaccata al padre poiché sua madre era sempre al lavoro. La vedeva una volta ogni 4 o 5 mesi, quando veniva a casa per qualche settimana. E ora che non c'era nemmeno più sua madre Kat non sapeva più cosa fare. Era persa totalmente, nel tempo e nello spazio, era persa dentro di se. Sapeva però una cosa : non poteva più rimanere con suo padre. Non aveva più senso vivere in mondo che non le apparteneva, di cui non faceva parte.
La porta si era aperta. Una ragazza. Aveva un vestito molto lungo, rosso che nel buio sembrava bordeaux. Si era fermata un attimo per appoggiarsi al muro e guardare in alto. Con la mano destra si era aggiustata i capelli, nonostante questi erano perfetti. Poi aveva guardato in basso, preso un respiro e cominciato a camminare verso l'uscita dalla strada. Aveva un vestito gonfio che occupava quasi tutta la stradina in larghezza. Camminava sicura nonostante non sapeva dove andare. Katherine cantava in mente una canzoncina che si ricordava da quando era bambina...
Piove,piove...
La gatta non si muove, si accende una candela, si dice
"Buonasera signorina" aveva interrotto i suoi pensieri una voce maschile. Katherine non capendo da dove arrivava la voce si era girata di colpo vedendo un uomo, anzi era un ragazzo vestito di nero che piano piano si stava avvicinando verso di lei per la stradina. Aveva un cappotto aperto nero che gli arrivava fino ai piedi e un cilindro nero in testa che gli copriva gli occhi. "Ci conosciamo?" aveva chiesto la ragazza con voce indifferente "Fra qualche minuto potrò rispondere di si" aveva risposto il ragazzo facendo un sorriso malizioso apparendo magicamente davanti alla ragazza e, senza che quest'ultima se ne accorgeva, prendendo e baciandole la mano. "Mi chiamo Felix. Come mai da sola a quest'ora?" le aveva chiesto il ragazzo senza togliere il suo sorrisino malizioso. "Sono Katherine e, come mi suggerisce mio caro papà, non parlo con gli sconosciuti" aveva risposto la ragazza sorridendo e facendo la voce da bambina nell'ultima frase. Dopo di che aveva fatto un mini inchino sorridendo e si era girata per andare avanti ma, dopo aver fatto qualche passo si era di nuovo ritrovata il ragazzo davanti a pochi centimetri da lei. Senza neanche capire che cosa stava succedendo Kat si era ritrovata appiccicata con la schiena al muro e con Felix che con una mano le teneva il busto e con l'altra il mento. "Sei bella, furba e stronza... Chi sarà mai quel coglione che ti ha fatta uscire da sola?" sussurrando aveva detto il ragazzo continuando a sorridere, dopo di che l'ha guardata negli occhi dicendo "Non hai paura. Non parlare" aveva cambiato il tono di voce, come se la voleva convincere, ed era sicuro di esserci riuscito ma... "E perché non dovrei parlare?" gli aveva chiesto la ragazza con un tono di sfida e approfittandosi dello stupore del ragazzo aveva tentato di scappare ma lui era troppo forte, l'aveva preso per un braccio costringendola ad avvicinarsi e prendendola per il mento aveva fatto spuntare i suoi canini nel collo della ragazza.Katherine si sentiva due coltelli nel collo che piano piano scavavano la pelle sempre di più. Dopo pochi secondi si era sentita sempre più debole e, quando ormai pensava di morire si era sentita togliere i due "coltelli" dal collo. Era svenuta nelle mani del ragazzo che l'aveva presa in braccio e portata fino alla macchina. Dopo aver appoggiato la ragazza sul sedile davanti aveva preso il cellulare.
"Pronto." aveva risposto una voce femminile dal cellulare. "Ciao Bethany... Cara Bethany..." aveva riso maliziosamente il ragazzo facendo notare tutto l'odio profondo che provava per Beth. "Felix?" la voce della ragazza aveva cominciato a tremare dopo aver sentito quella risata. "Cosa vuoi?" sempre con la voce che tremava aveva chiesto la ragazza. "Informazioni Beth. Informazioni, come sempre. Su Katherine Rouge." Il ragazzo aveva spento la chiamata lasciando Bethany tutta sola, e nonostante era circondata dalla gente aveva paura. Paura come mai.
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Durante La Notte
VampireEra solamente stanca e ormai per lei non aveva senso rimanere. Infatti, decise di scappare. Scappare dal padre, che la considerava una bambola e dal mondo nel quale lei non si sentiva se stessa. Ma una sera le si era aperto un altro mondo. Un mondo...