4-Messaggi&Passeggiate

35 5 2
                                    

Non potevo credere al fatto che Josh fosse il ragazzino scelto per allenarsi assieme alla squadra della scuola; mio fratello era un tipo ingenuo, si lasciava influenzare da persone ed emozioni, avevo il terrore che nel giro di pochi mesi si sarebbe potuto montare la testa, soprattutto, per qualche strana ragione, avevo paura dell'influenza che alcune persone avrebbero potuto avere su di lui.

Un motivo logico a questa paura probabilmente non c'era, conoscevo mio fratello, o almeno credevo di conoscerlo abbastanza bene da sapere che di lui ci si poteva fidare, ma sapevo anche che in un ambiente nuovo come la scuola superiore di stupidaggini se ne potevano commettere in ogni momento. Ero spaventata, ma anche contenta per Josh, avevo solo il presentimento che era troppo presto per tutto ciò.

Cercai di evitare tutti questi pensieri, cosa quasi impossibile per una persona come me, ed entrai in bagno per cambiarmi.
Quella mattina avevo indossato un semplice paio di jeans, con una maglietta rosa, corta avanti e lunga dietro, e un paio di Vans basse e bianche.
Mi svestii velocemente per poi indossare una semplice maglietta Hard Rock Miami, nera, regalo di mia nonna, un paio di pantaloncini corti grigi e un paio di Adidas alte, sempre nere; legai i miei lunghi capelli castani in una treccia ed uscii dal bagno.
Con i pantaloni lunghi, ero davvero morta dal caldo in classe, non potevo presentarmi a scuola come se stessi andando in
spiaggia, questo era
poco più che ovvio, ma almeno in casa sentivo il bisogno di non essere assillata dal classico calore di fine estate.

Nonostante fosse appena terminato il primo giorno, la maggior parte dei professori ci aveva comunque assegnato dei compiti; tentai di aprire i libri, ma considerai la cosa come un impresa irrealizzabile, paragonabile al suicidio.

Trenta minuti dopo ero a malapena riuscita a leggere qualche pagina di storia, così mi diressi verso la cucina per dissetarmi con un sorso d'acqua, con il mio iPhone in una delle due tasche dei pantaloncini.

Mentre versavo l'acqua nel bicchiere di vetro, sentii il cellulare vibrare, a chiamare era un numero sconosciuto, decisi comunque di rispondere:

"Pronto?"

"Riley, sono Grace." risposero dall'altra parte.

"Come fai ad avere il mio numero?" domandai.

"Forse l'hai scritto tu stamattina sulla copertina del mio libro di inglese?" disse sarcastica.

"Giusto. C'è qualcosa che non va?" chiesi, mettendo il cellulare tra la testa e la spalla per bere.

"Immagino che con tutto questo caldo neanche tu sia riuscita ad aprire libro, ho bisogno di prendere un po' d'aria, ho chiamato tutta la scuola ma a quanto pare sono già tutti occupati, quindi mi chiedevo, ti andrebbe di venire a fare due passi con me?"

Poggiai il bicchiere nella vaschetta del lavello, pensando ad alta voce:
"Quindi io sono l'ultima scelta?"
Sentii Grace ridere, mi affrettai  a decidere e risposi con un "okay, ci sto".

Venti minuti dopo si sarebbe presentata davanti casa, ma ce ne vollero la metà per spiegarle dove abitavo.

Mi sedetti su una delle sedie situate attorno al tavolo, presi il cellulare in mano ed aprii la casella dei messaggi per vedere se me ne erano arrivati alcuni; mi girai improvvisamente, sentendo la televisione accendersi e notando che,seduto sul divano, c'era Josh.

"Non dovresti studiare?" dissi,
sentendo ancora il cuore battere all'impazzata.

"Anche tu dovresti, ma esci con la fidanzata di Caleb Harris "

RunningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora