Fino a quando Elizabeth non fu entrata nel salotto di Netherfield, e non ebbe cercato invano Mr. Wickham tra i gruppi di divise rosse lì radunate, non aveva mai avuto dubbi sulla sua presenza. La certezza di incontrarlo non era stata scossa da nessuna di quelle riflessioni che avrebbero potuto a ragione metterla in allarme. Si era abbigliata con più cura del solito, e si era preparata con l'umore alle stelle alla conquista di tutto ciò che ancora non era stato soggiogato nel cuore di lui, fiduciosa che non ce ne fosse più di quanto potesse essere vinto nel corso della serata. Ma un istante dopo si affacciò il terribile sospetto che fosse stato volutamente omesso, per far piacere a Mr. Darcy, dalla lista degli ufficiali invitati da Mr. Bingley; e sebbene le cose non stessero esattamente così, la conferma definitiva della sua assenza venne dal suo amico Denny, al quale Lydia si rivolse con fervore, e che disse loro che Wickham era stato costretto il giorno prima a recarsi a Londra per affari, e non era ancora tornato, aggiungendo, con un sorriso significativo, "Non credo che i suoi affari l'avrebbero richiamato proprio ora, se non avesse desiderato evitare un certo gentiluomo qui presente." Questa parte dell'informazione, anche se sfuggita a Lydia, fu colta da Elizabeth, e poiché confermava che Darcy non fosse meno responsabile dell'assenza di Mr. Wickham rispetto a quello che aveva ipotizzato prima, tutta l'antipatia verso il primo si acutizzò talmente a causa della subitanea delusione, che riuscì a malapena a rispondere con accettabile educazione alle cortesi domande che lui subito dopo si avvicinò per farle. Garbo, tolleranza, pazienza con Darcy erano un'ingiuria a Wickham. Decise di evitare qualsiasi conversazione con lui, e si allontanò talmente di cattivo umore che non riuscì a superarlo completamente nemmeno parlando con Mr. Bingley, la cui cieca parzialità la indispettiva. Ma Elizabeth non era fatta per essere di cattivo umore, e sebbene tutte le prospettive circa la serata fossero sfumate, la cosa non poteva a lungo albergare nel suo animo e, dopo aver raccontato le sue pene a Charlotte Lucas, che non vedeva da una settimana, fu presto in grado di passare, di sua spontanea volontà, alle stranezze del cugino, facendole notare in modo particolare all'amica. I primi due giri di danza, tuttavia, la riportarono a quella pena; furono due giri mortificanti. Mr. Collins, goffo e solenne, si scusava invece di stare attento, e spesso faceva passi falsi senza rendersene conto, provocando in lei tutta la vergogna e la sofferenza che possono provocare due giri di danza con un cavaliere sgradevole. Il momento in cui si liberò di lui fu un momento di estasi. Ballò i due successivi con un ufficiale, ed ebbe il sollievo di parlare di Wickham, e di sentire come fosse simpatico a tutti. Una volta terminate le due danze tornò da Charlotte Lucas, e stava conversando con lei, quando si sentì all'improvviso rivolgere la parola da Mr. Darcy, che la prese così di sorpresa chiedendole di ballare che, senza sapere ciò che stava facendo, accettò. Lui si allontanò immediatamente, lasciandola ad affliggersi per la propria mancanza di presenza di spirito; Charlotte cercò di consolarla. "Credo proprio che lo troverai molto gradevole." "Il cielo non voglia! Sarebbe la sciagura peggiore di tutte! Trovare gradevole un uomo che si è decisi a detestare! Non augurarmi una disgrazia del genere." Quando ricominciarono le danze, tuttavia, e Darcy si avvicinò per reclamare la sua mano, Charlotte non poté fare a meno di metterla in guardia, sussurrandole di non fare la sciocca e di non permettere che il suo capriccio per Wickham la facesse apparire antipatica a un uomo dieci volte più importante di lui. Elizabeth non rispose, e prese posto nel gruppo, stupita della dignità a cui era assurta nello stare di fronte a Mr. Darcy, e osservando lo sguardo dei vicini vi lesse lo stesso stupore. Per un po' non dissero una parola; lei cominciò a credere che il silenzio sarebbe continuato per l'intera durata dei due giri di danza, e in un primo momento aveva deciso di non interromperlo, finché all'improvviso, immaginando che la punizione più grande per il suo cavaliere sarebbe stata costringerlo a parlare, fece qualche osservazione insignificante sul ballo. Lui replicò, e rimase di nuovo in silenzio. Dopo una pausa di qualche minuto si rivolse a lui per la seconda volta con "Ora è il vostro turno di dire qualcosa, Mr. Darcy. Io ho parlato del ballo, e voi dovete fare una qualche osservazione sulle dimensioni della sala, o sul numero di coppie." Lui sorrise, e le assicurò che qualsiasi cosa avesse desiderato fargli dire sarebbe stata detta. "Benissimo. Questa risposta può andare, per il momento.
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Orgoglio e pregiudizio
Klasik« È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie »