La guardo ridere, appena usciti dal bar e non posso fare a meno di sorridere. Ha la risata cristallina di un bambino, è strano.
Anzi no, questa ragazza.
È tutta strana.
Alzo le mani in segno di resa, mentre lei mi indica squotendo la testa: -Te l'avevo detto! Chissà perché me lo immaginavo!
E sì. Sta ancora parlando della cameriera di prima. Abbiamo chiesto il conto e lei dandomi lo scontrino ha scritto su il suo numero di telefono, per poi dirmi che il giorno dopo sarebbe stata libera.
Caschetto nero ha fatto un mezzo sorriso prima di uscire e scoppiare del tutto a ridere.
Si porta una mano alle labbra, cercando di smettere, il suo casco perfettamente incastrato sotto il suo braccio sinistro.-Dunque...dove si trova la lavanderia migliore per ripulire la mia camicia?- le chiedo, mentre si dirige verso il parcheggio poco distante da lì. Si vede che è newyorkese, si muove con abilità tra il traffico e la folla che calpesta il marciapiede strapieno e caotico.
La seguo senza sforzo, rimanendo le accanto.-Da quanto sei a New York?
-Si nota tanto che non sono newyorkese?
Ride di nuovo, prima di schioccarmi un'occhiata attenta, che va dalle mie scarpe alla mia camicia che esce dal giubbotto di pelle, per poi fermarsi al mio viso. Sorride, ammiccante.
-No, a parte per la lavanderia. Qui tutti ne hanno almeno una di fiducia, non si ha così tanto tempo da spendere a lavare...a meno che tu non sia uno studente universitario o...un incallito lavatore di vestiti. Ma siccome non mi sembri nessuno dei due e credo anche che i soldi non ti manchino...non sei di New York.- mi chiarì, con un gesto delle mani.Wow, acuta osservatrice.
-Sono di Londra.- ammetto, e lei rimane a guardarmi interdetta -Sì, lo so...niente accento. Diciamo che ogni estate da quando compii 12 anni l'ho sempre trascorsa qua con i miei cugini.- ometto volutamente per il fatto che i miei speravano che mi dessi una calmata e mi avvicinassi caratterialmente a mio cugino Dex, molto più mite e ubbidiente di quanto già io non fossi a quell'età.
Lei mi osserva, diffidente:
-Davvero? Non è una tecnica per fare colpo sulle ragazze?
-Non ho bisogno di sotterfugi per provarci con le ragazze...- mi lasciai scappare.
-Giusto...mi spiace ma io non ho uno scontrino su cui annotarti il mio numero di telefono...
-Non occorre, è già in mio possesso - le feci l'occhiolino, prendendole una mano e tirandola verso di me.
-Ma cos...- rimase interdetta vedendo una macchina sfrecciarle ad un centimetro dal viso. Alzò lo sguardo, osservandomi con i suoi grandi occhi sgranati.
-Ora i favore nei miei confronti salgono a due...- le sorrisi, lasciandola andare.
Scosse la testa, prima di individuare la propria moto e dirigersi con decisione verso un bestione nero e argento che non ero sicuro che fosse adatto a una ragazza minuta come lei.Era una Harley Davidson.
Cioè, fatemi capire...la ragazza non solo possiede una moto, ma addirittura se ne intende. E non ha una semplice moto.
-Che fai? Rimani lì impalato o sali?
Mi lancia un casco nero che afferrò al volo, sedendosi sulla moto con eleganza e infilandosi il proprio casco con un gesto automatico, come se lo avesse fatto mille volte. E forse è proprio così.-Stai dietro, ovviamente.
Feci per protestare, ma un'occhiataccia mi fece desistere. Quella ragazza era davvero tosta.
-Mi devi due favori, ricordi?- le feci notare, appoggiandomi alla moto proprio davanti a lei.
I miei occhi cristallini si immersero nei suoi smeraldi intensi, che fiammeggiarono di determinazione. Poi sospirò, spostandosi per farmi stare davanti.
-Solo perche odio dovere qualcosa a qualcuno, biondino. Non ti ci abituare.
Sorrisi, salendo davanti e facendo rombare il motore di quella meraviglia. Adoravo le moto, ne avevo una a Londra, dovevo ancora recuperarla prima che mio padre la buttasse da qualche parte a marcire...Comunque, che vi avevo detto?
1-1
Siamo alla rimonta, ragazzi. Ve l'avevo detto di non scommettere troppo presto, chi l'ha fatto si prepari a perdere.Perché il sottoscritto, Will Stones, si sta solo scaldando.
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Un Uragano all'improvviso
RomanceWilliam Stones. Figlio di uno degli avvocati più spietati di Londra, rampollo di una famiglia ricca e impegnata 24 ore su 24 a mantenere la loro facciata di perfezione. Un compito arduo con un figlio come lui, non disposto a fingere. E se un ragaz...