- Sono felice di rivederti così presto, figliolo! E di tua spontanea volontà per giunta!Mi ero quasi dimenticato quanto odiassi questi posti, ma grazie alla mia mente stanca e masochista ora me ne sono ricordato.
Vorrei essermi preso a calci in culo per essermi lasciato convincere in questo modo, dovevo dar retta a quella dannata vocina! Ma eccomi qua, di nuovo in un dannatissimo studio legale.
Certo, è molto diverso da quello di mio padre a Londra, lo ammetto.Ha un certo fascino il pavimento in legno chiaro e la mobilia minimal che ricopre tutto il quarantesimo piano del grattacelo che si trova a 70 West 36 Street di New York, anche la receptionist sembra integrata perfettamente nell'ambiente, con gli occhiali leggermente tondi e i capelli color miele raccolti in una coda alta. Ho inizato a pensarlo da quando, appena arrivato, ha iniziato a guardarmi immobile, sbattendo a mala pena le lunghe ciglia.
- Vorrei poter dire la stessa cosa...- mi limito a sorridere, porgendo la mano e stringendo quella di mio zio - Miss Gadroski ti ha avvertito che ero qui?- al suo assenso, mi volto a fissarla intensamente, facendole abbassare lo sguardo - Strano, giurerei che sia stata per tutto il tempo immobile...
La vedo arrossire, mentre con un cenno del capo mio zia mi invita a venire in sala riunione con lui.
Dopo la reception si apre un lungo corridoio dalle pareti calde di un arancione scuro, attraversate da linee di legno chiaro che si arrampicano anche sul soffitto. Su ogni lato vi sono delle porte che ospitano vari uffici. In fondo voltiamo a destra e mi si apre davanti una visione in completo stile Madison-Stone: una serie di vetrate ricoprono ambo le parti per circa metà: a destra vi è una grossa sala con al centro un lungo tavolo, dall'altra parte si vede uno scorcio incasinato e straordinario a un tempo della Grande Mela.
Mio zio si ferma di fronte a me ad ammirare con soddisfazione la mia faccia e istintivamente mi sbrigo a tornare con la mia solita espressione indifferente, facendolo prorompere in una risata.- Tuo padre non ha mai apprezzato questa parte del mio studio legale, afferma che una tale vista potrebbe distrare i dipendenti, gli stagisti e addirittura i clienti!
Tipica affermazione da Robert Stone, penso alzando gli occhi al cielo.
Zio Bob indica la porta nera in fondo al corridoio con un dito: - Quello è il mio ufficio, nel caso ti servisse qualcosa.
- Non credo proprio, ma grazie per la cortesia.
Sorride e si volta per aprire una porta-finestra trasparente che non avevo neppure notato. I cardini solo l'unica cosa in metallo laccato di nero che risalta in tutto questo tripudio di trasparenza e luce.Trasparenze e luce.
Mi viene quasi da ridere dell'ipocrisia di questo posto, dell'ipocrisia di tutta questa faccenda.
Non c'è mai nulla del genere in uno studio legale, nessuna trasparenza, gli avvocati vengono pagati per difendere persone e spesso vale solo quanto denaro possano ottenere in cambio, piuttosto che sapere se il proprio cliente sia nel giusto o meno.
Anzi, mio padre per "vivere in pace con sé stesso", come afferma tutte le volte, ha smesso persino di chiederlo. Di interessarsi.
Mi chiedo se mio zio sia diventato come lui, sembrava una persona migliore durante le lunghe vacanze che facevo qui da ragazzo e le molteplici visite, ma forse anche quella era stata solo una facciata.
Infondo anche lui era stato capacitissimi di giudicare Violette come se fosse stata davvero un'approfittatrice e nient'altro.- Bene, eccoci qui! Accomodati! - a quelle parole mi faccio scivolare sulla prima poltrona libera di pelle nera e incrocio le braccia al petto - Ti ho fatto venire prima del solito, perché volevo parlarti a quattrocchi. Tu non vuoi andare in aula, quindi non ti obbligherò per ora, ma ho bisogno di qualcuno che segua le nuove reclute dello studio. Ci sono due promettenti avvocati che hanno bisogno di un... Tutor, diciamo così. Uno dei due alla fine del mese resterà, mentre l'altra recluta... Non sarà più un problema nostro, insomma. Vorrei prendere entrambi, ma in questo momento non mi è possibile...
- Non inventare balle con me, zio, e vai dritto al punto: io cosa ci dovrei fare?- Alzo un sopracciglio, irritato da questa sua finta bonarietà.
La sua risata mi riempie le orecchie per l'ennesima volta, mentre lui mi porge una cartelletta nera: - Questo è un semplice caso di furto con scasso, devi analizzare il modo in cui lavorano e, ovviamente, decidere chi dei due ha più probabilità di portare al nostro studio una vittoria schiacciante.
Sfoglio brevemente il plicco di documenti contenuti all'interno con cipiglio attento:- E chi dovrebbero difendere? Il ladro, giusto?
- Non chiamarlo così, non è ancora stato varato il verdetto! - mi sorride, prendendomi per una spalla - Allora, è un caso da nulla, quindi mi aspetto che facciano un buon lavoro. Tu devi dare delle dritte ad entrambi, ma ovviamente senza preferenze. So che posso fidarmi di te, William.
Mi alzo e annuisco:- Va bene, Bob.Tanto ormai non posso più fare marcia indietro.
******
- Per me, hai sbagliato ad accettare. - esordisce Dexter, tra un morso e l'altro al proprio hamburger - Ti sei lasciato abbindolare!
- Ma taci! - Gli scompiglio i capelli con una manata e sposto lo sguardo al di fuori della vetrata del bar. Ci troviamo poco distante dal centro, fatto comprovato dal casino che si sente provenire da fuori tra auto e i clacson dei taxi. Il marciapiede porta il segno dei continui passi della gente che incurante e senza minimamente guardarsi intorno prosegue sulla propria strada in direzione di una meta ben precisa. Il caos mi piace, aiuta a far pensare meno... E sarebbe più facile se non avessi Mister Vocina-della-verità qui con me. So che ha perfettamente ragione, ma cerco di pensarci il meno possibile e di evitare di rifletterci troppo, come mio solito.
Spero solo che questo lavoro non mi faccia di nuovo entrare in contatto con mio padre.
Il sorriso che alleggiava qualche secondo fa è scomparso appena questo pensiero mi ha sfiorato la mente. Non riesco neppure a sopportare che questa eventualità mi sfiori.
Dex deve aver intuito qualcosa, perché cambia in fretta argomento: - Oggi porterò Margaret alla sua nuova scuola di danza, ci lavora una mia amica ed è molto brava. Margie è andata a vedere qualche suo spettacolo e non sono più riuscita a trattenerla...
- Sono quasi due anni che vorrebbe iniziare... Hai già resistito fin troppo! - Ed è tutto dire, Dexter è il genere di padre che farebbe ogni cosa in suo potere per rendere felice la propria principessa. Ma so anche il motivo per cui non voleva che iniziasse a danzare, mia zia Lucy è stata a lungo prima ballerina alla Royal Ballet di Londra prima di conoscere mio zio e sappiamo tutti che il mondo della danza non è luogo facile in cui vivere,tra competizione e rigide regole sul peso. Dexter, come sempre, mette al primo posto la salute della nostra piccola di casa e anch'io lo farei se fossi in lui.
- La mia amica mi ha detto che se continuo a dirle di no si impunterà ancora di più. Molte bambine vogliono danzare da piccole e poi crescendo smettono e si interessano ad altro. Dice che a questa età è probabile che cambierà idea molto presto non appena avrà iniziato... Ma ovviamente mia madre non deve sapere niente. Intesi?
- Certo! Se no nonna Lucy non le permetterebbe mai di smettere! E tu ti ritroveresti a cucire nastrini rosa, comprare tutù e altre diavolerie da normale bambina di quattro anni... Ti salverò da tutto questo, Mister D! - Lo prendo in giro, ma a una sua occhiataccia torno serio e reprimo una mezza risata.
- Allora?
- Allora puoi contare su di me.
E mi sento come se avessi firmato una nuova condanna a un altro supplizio. Credo di essere masochista a questo punto... Spero solo che l'insegnante oltre a essere snodata sia anche carina.
E abbia delle belle gambe.
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Un Uragano all'improvviso
RomanceWilliam Stones. Figlio di uno degli avvocati più spietati di Londra, rampollo di una famiglia ricca e impegnata 24 ore su 24 a mantenere la loro facciata di perfezione. Un compito arduo con un figlio come lui, non disposto a fingere. E se un ragaz...