Galleria di famiglia

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"Mi sembrava di aver visto qualcuno correre, così l'ho seguito e mi sono ritrovata qui."           

Meglio mentire. Con quelli come lui non si sa mai, conoscendolo avrebbe potuto persino sbattermi in un manicomio con la muffa sulle pareti. Il volto di Reiji si incupì e posò dubbioso lo sguardo sulla porta alle mie spalle. Sembrava quasi... preoccupato.

"Ti consiglio di non venire più qui. Questa ala della villa è vecchia e polverosa, non fa bene a nessuno restarci troppo a lungo. Per di più non dovresti girare per la villa da sola e in piena notte. I miei fratelli avrebbero potuto attaccarti in ogni momento. D'ora in poi farai meglio a restare in camera tua."

Ah, giusto. I miei "coinquilini" erano dei famelici vampiri assetati di sangue, mentre io ero la cena servita con tanto di vassoio d'argento. L'apparizione della donna fantasma mi aveva sconvolto a tal punto che me ne ero dimenticata, e incurante del pericolo l'avevo seguita. Stupida. Dovevo scoprire chi era e cosa voleva ad ogni costo e con ogni mezzo. Tutti, vivi e morti, vogliono qualcosa in cambio di qualcos'altro. Reiji quindi si girò e mi fece un cenno per dirmi di seguirlo. Mentre Reiji mi riaccompagnava in camera mia esaminai molto attentamente ogni corridoio in cui passammo, cercando di memorizzare il percorso per poter poi trovare la porta con le catene anche successivamente. In un corridoio verso la metà del percorso erano appesi diversi ritratti. Alcuni raffiguravano persone con abiti medievali, altri erano più recenti, in altre cornici c'erano persino delle foto. Insomma, alcuni dovevano essere vecchi di secoli.

La loro famiglia è molto antica, quindi...

La "galleria" arrivava fino alla fine del corridoio, dove si trovavano tre grandi ritratti. In quelli più piccoli erano raffigurate due donne, una donna bionda e una con i capelli bianchi come la neve. Erano entrambe bellissime, composte ed eleganti nei loro abiti di alta classe, ma quella che colpì la mia attenzione fu la donna del terzo ritratto, quello più grande. Quando vidi il suo volto mi bloccai sul posto. Reiji doveva essersene accorto, perchè in pochi secondi me lo ritrovai vicino. Anche lui stava fissando il dipinto, il volto cupo e serio, più del normale.

"Reiji, questa donna... chi è?"

"Lei è la mia matrigna, Cordelia. In quelli più piccoli ci sono mia madre Beatrix" e indicò la donna con i capelli biondi《"e la madre di Subaru, Christa."  La donna con i capelli bianchi.

"Capisco. Però è strano."

"Cosa è strano?"

"Beh, di solito quando un uomo si risposa dopo aver perso la prima moglie, è dimostrato che nel 70% dei casi la nuova moglie assomiglia alla precedente. Eppure tua madre e le tue due matrigne non si assomigliano ne per aspetto ne per carattere."

Reiji mi osservava con cupo e mesto interesse.

"Osservazione quanto mai azzeccata. Non si somigliavano per niente, questo è vero, ma ho una domanda: come puoi parlare del loro carattere se nemmeno le conoscevi?" 

 "Reiji, a mio parere un ritratto può non essere dettagliato quanto una foto, ma contiene molto di più. Esso è lo specchio dell'anima, e gli occhi ti mostrano chi c'è davvero nel ritratto scoperchiando il suo vero io."

La mia frase sembrava averlo sorpreso. Mi fissava basito quasi (senza però darlo troppo a vedere, pena l'umiliazione) per ciò di cui parlavo. Per di più sembrava non capire come sapessi tutto ciò. Mi parlò di nuovo, stavolta con tono di sfida.

"Beh, visto che ti reputi così brava nel decifrare i loro caratteri, prova a descrivermelo. Su coraggio."

Doveva avermi preso per pazza. Ma ero decisa a dimostrargli che stavolta era lui a sbagliarsi e non io. mi avvicinai sicura al ritratto di Christa e la osservai per qualche minuto. sembrava così fragile...

  "Christa era gentile e generosa. Educata, il portamento e l'espressione del viso tradiscono la modestia e la sua tendenza ad essere amorevole col prossimo. Eppure nel suo sguardo leggo anche dolore e rimorso..."

Poi diressi il mio sguardo verso Beatrix e ripetei la stessa analisi di prima.

"Beatrix era cauta, intelligente ed esigente. Anche lei era educata e gentile, di mente acuta e brillante ma poco socievole. La postura e gli occhi seri trasmettono autorità e determinazione. Probabilmente non era solita piegare la testa davanti a nessuno."

Passai poi al ritratto di Cordelia. Un brivido mi corse giù per la schiena mentre osservavo il suo volto. C'era qualcosa di estremamente inquietante in lei e nel suo sguardo color smeraldo, così magnetico e pericoloso...

 "Cordelia era... pericolosa. Ingenua e immatura, altezzosa e ... beh, credo che l'aggettivo adatto a lei sarebbe calcolatrice. Egoista e tenebrosa. Insomma, un serpente pronto a scattare in qualsiasi momento. Il suo sguardo e quel sorrisetto mi fanno pensare che le piacesse prendersi gioco degli altri."

Mi girai infine verso Reiji, che mi fissava sbalordito. Dovevo averci azzeccato in parte, se non in pieno. Oh Reiji, se solo sapessi cosa hanno visto questi miei occhi... 


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