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Feci una bella e prolungata doccia. Volevo togliermi di dosso le sue mani, le sue labbra morbide e i suoi occhi.
Strofinavo la spugna sulla mia pelle sempre con più forza. Forse ero delusa o forse solo arrabbiata con me stessa per aver ceduto così subito, così facilmente, senza sapere nulla di lui. Non capivo questa mia reazione. Perchè dare tanta importanza a una persona che avevo appena conosciuto e che molto probabilmente non avrei più rivisto?
Perchè mi sentivo così tremendamente bene se lui era con me? Così maledettamente al sicuro, a 'casa'?
Perchè un suo bacio è riuscito a scombussolarmi tutto?
Di certo non era il primo che mi avesse baciato in quel modo, all'improvviso. Eppure ero sempre riuscita ad allontanarli, ad evitarli.
Ma lui. Lui mi aveva ipnotizzata. Io ero lì, ai suoi piedi, ad accettare tutto ciò che decidesse di farmi.
Scossi la testa per distogliermi da questi pensieri che non ero ancora pronta ad approvare.
Uscii dalla doccia, infilai il mio comodo pigiamino rosa con un grande orso sulla maglia e mi buttai sul letto.
Forse dovrei vergognarmi di tutti quei peluches che ho in camera e del mio pigiama da bambina, anche perchè ormai ero cresciuta. Però a me piacciono troppo e poi penso che devo piacere così come sono, chi mi vuole mi deve volere per quella che sono, non per la maschera che indosso. Non ho intenzione di cambiare, per nessuno.
Chi ci tiene a me deve accogliere tutte le mie sfaccettature, a partire dal mio essere donna, matura, sensibile, dolce e finire al mio ancora essere fottutamente bambina, che ama tutto ciò che è piccolo e coccoloso.
Che è ancora insicura, che ama accucciarsi tra le braccia di qualcuno che la ami, e farsi cullare da due enormi mani sulla schiena che le trasmettano tutto ciò di cui ha bisogno.
Che ancora crede di poter essere amata senza il bisogno di concedersi a chiunque al primo appuntamento.
Che, purtroppo, ancora crede all'amore, quello vero. Pur avendo la certezza di restare delusa, perchè consapevole che, se anche esistesse, non lo troverà mai.
E così, tra nervosismo, rabbia e felicità mi addormentai.

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I raggi del sole colpirono il mio volto facendomi svegliare.
Credo di averlo sognato, non ricordo bene, però quel sorriso da ebete che avevo stampato in faccia mi faceva pensare a lui.

Avevo avuto diversi ragazzi in questi 18 anni, ma mai nessuno mi provocava tutto ciò.

La mia mente spaziava, creava innumerevoli film non molto casti, in cui i personaggi eravamo io e lui.

Devo però ammettere che, nonostante la mia età e le storie che ho avuto, ancora nessuno è riuscito ad entrarmi dentro, fino all'anima. Nessuno è riuscito a farmi sua. Forse ero io che non volevo, ma erano anche loro a non trasmettermi molto. Prima di concedermi a qualcuno, dovevo amarlo ed essere amata da quest'ultimo.
Io non volevo fare sesso.
Io volevo fare l'amore.
E dunque si, ero ancora vergine.
Ma in pochi, pochissimi lo sapevano. Per l'esattezza solo Chiara, che aveva ormai già dato da tempo a differenza mia.
Proprio per l'opinione che avevo su ciò rimasi sorpresa dell'effetto che Tiziano aveva su di me.
Perchè lo desideravo così tanto?
Io non amavo lui, tanto meno lui amava me.
E allora perchè lo desideravo mio? Come ci riusciva?
Cosa mi stava facendo?
Perchè questo radicale cambiamento?
Così iniziai a farmi un sacco di complessi.
Lui? Lui aveva già fatto sesso?
Ma sì, che domande.
Lui aveva già fatto.
I ragazzi fanno tutto molto velocemente, pensano molto meno, agiscono solo. Si vogliono divertire.
E con quante ragazze era stato a letto? Sul tavolo? A terra?
Okay, inizia a farmi un po' schifo.
E poi, è stato una semplice scopata o amore?

Tutte queste domande mi martellavano la testa. Dovevo svagare. Così presi la borsa è uscii.
Senza volerlo mi ritrovai sotto casa di Chiara. Ma non ebbi il coraggio di salire. Cosa le avrei raccontato? Con quale coraggio raccontarle questa mia pazzia? Tutti questi ragionamenti contorti e senza fondamenta? Non era il mio ragazzo. Era mio amico, seppur da poco, eravamo amici.
Mi fermai indecisa davanti al portone di ingresso.
Bussare o andare via?
Lasciarmi prendere per pazza o cercare di calmarmi e capirci qualcosa?
Sospirai, osservai ancora una volta la porta e tornai indietro. Tornai a casa.

Desiderio di averti mio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora