Di scatto mi svegliai.
Erano le 8 del mattino.
Cazzo, i miei saranno tornati già da un pò.
Si saranno accorti di lui? Ora che faccio?
Mi voltai ma il letto era vuoto.
Lui non c'era.
Mi alzai, cercai in bagno, nell'armadio, in cucina, poi di nuovo in camera, da tutte le parti e lui non c'era. Nessuna traccia. Nemmeno un bigliettino.
Lo avevano ucciso.
-Oh, si. I miei genitori ci avranno visto dormire insieme e silenziosamente, stile serial killer, lo hanno ucciso.- pensai, forse anche un pò ad alta voce.
Ero in panico. Dov'era? I miei genitori si erano accorti che avevamo dormito insieme nel mio letto, in casa loro?
Con dita tremanti presi il telefono e gli scrissi in messaggio.
"Da: Elena
A: Tiziano
Ehi, come va?"Era stupido, banale, ma sarebbe bastato a tranquillizzarmi.
Ero indecisa se inviare o no. Era un messaggio così sciocco. Ma non avrei potuto chiedergli se era vivo.
O meglio, lo avrei potuto fare se avessi già scavato la fossa per sotterrarmi viva l'istante dopo.
Inviai.
Mi sedetti sul letto ed osservai il display del cellulare, attendendo che si illuminasse.
Ore 9:12.
E ancora nessuna risposta.
Oh merda! Le mie teorie allora non erano del tutto infondate!
L'ansia crebbe in me, in maniera smisurata.
Non ero sicura della reazione dei miei genitori se ci avvessero visti nello stesso letto.
Quale enorme vergogna ritrovare la propria figliuola giacere nel letto con uno sconosciuto prima del sacro matrimonio?Dopo qualche minuto, il nero dello schermo prese colore.
Finalmente aveva risposto. Allora era vivo!
Feci un respiro di sollievo, buttando fuori il macigno che avevo sullo stomaco e lessi.
"Da: Tiziano
A: Elena
Ehi, ben svegliata! Bene.. E tu?
Perchè me lo chiedi? "Non finii nemmeno di leggere che gli risposi.
"Da: Elena
A: Tiziano
Ho bisogno di vederti.""Da: Tiziano
A: Elena
Oggi non posso uscire, mio fratello ha la febbre e non voglio lasciarlo in casa da solo.
Però puoi venire da me!
Ti aspetto."Un fratello? E da quando? Sicuramente sarà piccolo..
E poi io a casa sua?
Pf, siamo matti?
Si sa, i ragazzi preoccupati e apprensivi fanno un certo effetto.Però devo parlare con lui. Ne avevo il bisogno. E questo era più importante di qualsiasi circostanza.
Non avrei dato retta ad alcun sentimento. Sarei andata li e gli avrei detto ciò che avevo da dirgli. Era facile. Me lo ero imposto.Chiesi a Tommaso dove abitasse.
Feci una doccia fredda, mi vestii e andai.-Però vado a piedi- mi imposi anche questo.
Mi avrebbe fatto bene camminare e pensare un pò. Avrei trovato le parole. Avrei preso coraggio. Avrei raffreddato i bollenti spiriti. Avrei diminuito la tensione. Mi sarei schiarita le idee.
Fare quattro passi mi avrebbe aiutata.
Così ,nonostante la notevole distanza, mi avviai.
Il tempo non era uno dei migliori. Il cielo era completamente coperto da nuvoloni grigi che non promettevano nulla di buono. Ma non gli diedi peso e continuai frustrata a camminare.
E infatti sentii una goccia cadere sulla mia fronte.
Poi una sul mio braccio.
-No, dai. Resisti ancora un pò. - dissi implorando che anche il tempo son si mettesse contro di me.
Ma bastarono 3 secondi, che iniziò il diluvio.
Accelerai il passo e, persa tra pensieri e nervosirmo, finalmente arrivai.
Ma ormai era tardi. Io ero bagnata. Bagnatissima.
Però non mi tirai indietro. Ero decisa. Sarei entrata e gli avrei detto ciò che dovevo dirgli. Ridicola o non.
Suonai al citofono e mi aprì. Come se sapesse che fossi io.
Mi scrollai un pò di acqua da dosso, non avrei voluto allagargli la casa.
Poi entrai.
Lui mi guardò e mi sorrise preoccupato.
- Prenderai un accidente se resti così bagnata!- affermò come se non lo sapessi, ma non mi importava.-Non fa niente-dissi velocemente, volevo arrivare subito al nocciolo della questione. E poi correre di nuovo verso casa. Lontana da lui.
-No,no,no,no!- mosse l'indice a destra e a sinistra e poi mi spinse verso il bagno. Mi lasciò per qualche minuto, poi si ripresentò con una maglia enorme sulle mani.
-Tu ora ti fai una bella doccia!- quasi mi obbigava.
-Avremo tutto il tempo per parlare, dopo- continuò sfoggiando in lieve sorriso.-Ahahah stai scherzando, vero?- risi allucinata. Non volevo fare la doccia in casa sua. Non volevo indossare solo una sua maglietta e girovagare praticamente nuda in presenza sua e di suo fretello.
-Certo che no!- affermò serio e mi tolse la maglietta bagnata spingendomi verso la doccia.
-Ok,ok, ok. Però tu ora esci- cedetti. Avevo capito che era nutile opporsi e lo spinsi fuori.
Chiusi la porta e mi spogliai.
Stesi i miei indumenti sperando che si asciugassero subito.
Non volevo che fosse solo quella sua maglia a coprire a stento le mie nudità, mi sarei sentita ridicola e a disagio.
Aprii l'acqua e mi infilai sotto la doccia. Iniziai a rilassare i muscoli e ad assaporare il tocco rigenerante dell'acqua che scivolava lungo il mio corpo.
Qualche minuto dopo mi sentii abbracciare.
Era lui. Nudo. Sotto la doccia con me.
Ovviamente gli tirai uno schiaffo. Arrosii e cercai di coprirmi inutilmente con le mani.
-Che ci fai qui??- chiesi retorica e arrabbiata.
Lui mi sorrise. Era un sorriso al quanto snervante.
Mi prese le braccia e le mise attorno al suo collo.
Mi strinse a sè e iniziò a baciarmi lentamente il collo sotto lo scorrere dell'acqua.
Gli carezzai la schiena,ed ero ancora imbambolata per la situazione. Mi sfiorò le labbra e mi fissò gli occhi.
Non seppi resistere. Era impossibile farlo.
Lo baciai.
Ci baciammo.
Prima dolcemente.
Poi con più foga.
Stingendomi sempre più a sè.
E, quasi sulla pancia, sentii forte la sua voglia di avermi.
Era tanta, posso confermare che era tanta. Le sue mani vagavano su tutto il corpo. Sulle braccia, sulla schiena e sui glutei.
Mi sollevò e attorcigliai le mie gambe al suo bacino.
Ora il suo desiderio non era più sulla mia pancia.
E ammetto che la cosa si faceva preoccupante, per me.
Era dolcemente poggiato sulla mia intimità.
Beh, forse avrei dovuto dire il contrario.
Ma lui mi teneva abbastanza sollevata, forse non voleva farmi sua.
Strinsi il suo viso con entrambe le mani e presi a baciarlo con foga. Ero colma di desiderio. Tanto quanto lui.
Le sue grandi mani mi strinsero la schiena, facendomi anche un pò male. Come se lui stesse soffrendo. Come se dovesse resistere. Ma a cosa?
Si staccò un pò da me. Voleva calmarsi, era ovvio. Ma non ci riuscì. Con una mano chiuse l'acqua che ancora scorreva ricadendo copiosa sulla nosta pelle calda e uscimmo dal bagno.
Cosa voleva fare? Che intenzioni aveva?
STAI LEGGENDO
Desiderio di averti mio
RomanceElena voleva divertirsi, dimenticare per qualche secondo la vita reale, così triste e sadica. Aveva bevuto e, insieme alla sua amica, stava tornando a casa. Ma non ci arrivò. Si fermò durante il tragitto. Avevano fatto un incidente stradale. Tutto c...