Capitolo 6

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"Tutto bene?" Chiede James vedendomi fare avanti e indietro per la sala a braccia conserte.
"Mh?"
"Non mi piace ripetere più volte le stesse domande!" Sbotta. 'Stronzo' penso.
"No non va tutto bene. Devo comprare una nuova borsa per danza al supermercato ma non so come arrivarci" rispondo continuando a fare su e giù per il salotto. James sbuffa e si dirige in camera sua, per scomparire dietro la porta.
Non ho la patente, non ho una macchina, non so qual'è il supermercato più vicino. Non sono mai stata in America e il mio inglese non è che sia dei migliori. Amy e Jenni sono italiane e so che James è nato in Italia, quindi in casa non ci sono problemi. Ho avuto una gran fortuna, ma so che dovrò prendere dei corsi per perfezionare il mio inglese. La porta della camera di James si spalanca e un ragazzo con un paio di jeans neri e una maglia bianca scende le scale con un mazzo di chiavi in mano, sorridendomi. Non lo capisco proprio. Prima mi urla in faccia che odia ripetere le cose due volte e ora mi sorride a trentadue denti.
"Andiamo?" Mi chiede. Mi blocco ad un tratto e lo guardo confusa.
"Andare dove?"
"Ti accompagno io. Ti serve un passaggio" dice continuando a sorridermi.
"Ah okay, vado a mettermi le scarpe"
Detto questo mi precipito in camera mia e indosso le mie adorabili Vans. Metto un po' di mascara e lucidalabbra, per essere più presentabile. Afferro la borsa sulla sedia ed esco dalla camera, chiudendomi la porta alle spalle. Sarà una giornata lunga.

"Quando è la tua prima lezione di danza?" Mi chiede James premendo l'acceleratore dopo essere scattato il verde.
"La prossima settimana. La borsa mi si è rotta e devo comprarne un'altra" rispondo. Non voglio litigare con lui, quindi sto attenta alle sue domande.
"E cosa fai?"
"Danza classica" rispondo. Accenna un sorriso e continua a guardare la strada. Guardo fuori dal finestrino e Los Angeles è da mozzare il fiato. Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloncini e mando un messaggio a mio padre.
"Ciao papy come va? Io bene. Ti chiamo dopo. Baci"
"Chi è?" Chiede James in modo brusco e freddo come questa mattina. I suoi cambiamenti d'umore mi fanno girare la testa.
"E a te cosa te ne frega?" Chiedo allo stesso modo. Non mi piace come mi tratta. È stronzo e, purtroppo, mi piace. Noto le sue mani stringere il volante e le nocche farsi bianche.
"Comunque era mio padre" dico infine, e vedo che si calma.

"Okay" dice spegnendo la macchina e scendendo. Apro la portiera e lo seguo fino all'entrata del supermercato.

"È meglio quella verde" dice indicando il borsone che ho in mano.
"Io credo questa"
"Ma è rosa" dice brontolando come un bambino.
"Lo vedo che è rosa" rispondo ridacchiando. La marca è la stessa ma quella verde è vomitevole. "Quella verde non mi piace" proseguo.
"Ma a me si. È più carina" risponde prendendo in mano il borsone verde.
"James non hai gusto in fatto di..."
"Borse?" Mi interrompe lui. Lo guardo negli occhi e vedo che sorride. Il suo sorriso è contagioso, così faccio altrettanto. "Si esatto" dico. Rotea gli occhi al cielo e posa il borsone verde lasciandomi la vittoria.
"Ho vinto!" Esclamo. "Se se" dice ridacchiando. Ci dirigiamo verso la cassa e noto le ragazzine come fissano James. Se gli occhi potessero mangiare adesso sarebbe dentro ai loro stomaci. Poso la borsa sulla cassa e la cassiera fa una faccia schifata quando la vede.
"Io te l'avevo detto di prendere quella verde" mi sussurra vicino all'orecchio. Sento il suo fiato sul collo e la mia schiena è percossa da una serie di brividi... piacevoli.

"Lo sapevo che l'altra era più... come dite voi? Chic?"
Annuisco roteando gli occhi al cielo. Dopo aver pagato la borsa James è andato avanti tre quarti d'ora a dirmi che dovevo prendere quella verde
"Okay okay, ma adesso basta! Tengo questa" protesto vittoriosa accarezzando la borsa di pelle rosa. Fa una piccola risata. Ha un carattere difficile, l'ho già capito, ma mi piace. Mi piace il suo sorriso, mi piace il suo portamento, mi piace la sua voce. E sono qua solo da un giorno. Sono venuta qui per ballare, no per avere una stupida cotta che passerà al più presto.
James si ferma con la macchina davanti ad una casa. Scende e si dirige verso la porta, suonando il campanello. Viene ad aprire un ragazzo alto, poco più basso di James, dai capelli biondi. Indossa una canotta a righe e un paio di pantaloni che gli arrivano al ginocchio, larghi. Sorride a James e rientra in casa facendogli il segno di entrare.
"Tu non vieni?" Mi chiede voltandosi e notando che non ero al suo fianco. Scendo dalla macchina e raggiungo James, che entra nell'appartamento. È molto simile a quello di Jenni, solo più grande.
"Ah ma abbiamo un'amica qui!" Esclama il ragazzo biondo avvicinandomi e si presenta facendo il baciamano. "Io sono Kendall, tu chi sei bella fanciulla?" Mi chiede da gentiluomo.
"Io sono Erika" rispondo.
"Erika? Erika Maslow?" Chiede allegro rimettendosi dritto.
"Si sono io"
"Jenni mi ha raccontato molto di te. Non vedevo l'ora di conoscerti" dice.
"Tu saresti il suo ragazzo?"
"Si" risponde fiero.
"Ha parlato molto di te"
"Spero solo cose belle"
Rido. 'Certo contaci. Mi ha parlato dei tuoi soldi e della tua bellezza. Spero che non sia solo tutto fascino' penso.
"Posso offrirti qualcosa?" Mi chiede dirigendoci in cucina.
"Un bicchiere d'acqua grazie"rispondo. Kendall si dirige verso il frigo a due ante e prende una bottiglietta d'acqua e un bicchiere. Lo riempe e me lo porge. Solo lì noto i suoi occhi verdi smeraldo.Lo ringrazio e Ingoio due sorsi. Poso il bicchiere sul tavolo di vetro nero e mi metto vicino a James, ascoltando i loro discorsi.

Seduti sul divano, fra risate e prese in giro, il tempo scorre in un attimo. Per tutto il tempo Kendall non mi ha tolto gli occhi di dosso e James era irritabile. Era freddo e distaccato come stamattina. Preferisco quello allegro e dolce. Lo conosco da un giorno e già ne sono innamorata persa. Ma voglio stare attenta a non distrarmi dal suo fascino.

"Grazie per il bel pomeriggio" dico a Kendall salutandolo con i due baci.
"Grazie a voi. È stato un piacere conoscerti. Spero di vederti presto" dice dando una pacca sulla spalla di James.
"Lo spero anch'io" ammetto sorridendogli. Detto questo io e James ci dirigiamo in macchina,pronta ad un viaggio divertente verso casa.

Invece complimenti Erika a te e alla tua ignoranza! Il viaggio in auto è stato lungo e noioso. Nessuno dei due non sapeva cosa dire. Quel silenzio lo sento ancora addosso, dopo ore che siamo rientrati in casa. Jenni e Amy sono tornate alle 6PM e hanno cominciato a cucinare. Ho rifiutato la cena. Il comportamento di James mi ha fatto passare la fame. Con tutti questi pensieri non riesco a concentrarmi, e ad ogni piroetta sulle punte che faccio finisco a terra o a farla a metà.
'Rimandiamo a domani' dico a me stessa. Mi dirigo in bagno per farmi una doccia ghiacciata, eliminando tutto lo stress accumulato per via di quel coinquilino in giornata.

La doccia mi ha aiutato. Ora mi sento fresca e pulita. Stanca mi sdraio sul letto, senza musica nelle orecchie, e in un attimo mi addormento.

Angolo autrice:
Buon 2016!!!!!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ❤❤ cercherò di aggiornare al più presto.
Vi auguro un bellissimo e fortunato 2016 ♡☆
Topolina16

You||James Maslow||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora