Pov's James
"Quindi Jenni ti ha mollato" ripeto annuendo con il capo.
"Esattamente. Diceva che non riusciva a far durare il rapporto" dice fissando lo schermo della televisione spento, schioccandosi le dita. Lo fa ogni volta che è nervoso."Mi dispiace, veramente" ammetto dandogli una pacca sulla spalla. Mi rivolge un sorriso tirato. Ha gli occhi lucidi. Ci teneva a lei. Da quando abito qua stavano sempre assieme. Ad un certo punto ho pensato che presto sarebbe venuto a vivere qui dentro. Se non sbaglio Jenni aveva cominciato a parlare di convivenza, ma non erano del tutto sicuri. Mi dispiace per lui, è un mio amico ma sono contento che non dovrò fidanzarmi. Almeno non soffriro' come lui. Cerco di cambiare discorso per tirarlo un po' su di morale.
"Mi hanno detto che agli inizi di dicembre potrò trasferirmi e..." non riesco a finire la frase che i miei occhi si posano su una figura che scende le scale. I capelli lunghi e biondi sono raccolti in una coda alta, mostrando il bel viso che si ritrova. Indossa una canotta blu. Una gonna a fiori a vita alta scopre le gambe lunghe e magre da ballerina. Ai piedi ha un paio di ballerine dello stesso colore della maglietta. È perfetta. Kendall segue il mio sguardo, rimanendo anche lui a bocca aperta.
"Kendall!" Esclama Erika vedendolo.
"Erika!" Esclama anche lui alzandosi dal divano per raggiungerla. Lei scende le scale e si fionda tra le braccia di Schmidt, che la stringe a se' come se avesse il timore che possa scomparire da un momento all'altro. Si sciolgono dall'abbraccio e iniziano a conversare. Uno strano bruciore mi invade il petto e perdo quasi il respiro. È bellissima. Mi sta facendo impazzire. Prima o poi le saltero' addosso...'Calma gli ormoni Mean' ordina la vocina che abita nella mia testa, e per una volta la sto a sentire.
"James tu vieni?" Mi chiede Erika avvicinandosi a me. Noto che ha le ciglia allungate, quindi deduco che si sia messa il mascara. Il rossetto rosso chiaro spalmato sulle sue labbra carnose mi sta facendo impazzire. Cazzo.
"Andare dove?" Chiedo rivolgendole un sorriso. Noto che diventa subito rossa, normale per lei. Il colore rosso dell'imbarazzo le sta a pennello.
"A fare un giro per Los Angeles" risponde guardandomi speranzosa. Fare una passeggiata per la città in sua compagnia non mi sembra una brutta idea. Sto per accettare quando vedo Kendall avvicinarsi a Erika e posarle un braccio sulla spalla e lei cingerlo il vita. La rabbia prende il sopravvento.
"Manco morto!" Sbotta furioso più che mai. Mi alzo dal divano e salgo le scale. Sento la porta dell'ingresso aprirsi e Schmidt 'sussurrare' un 'non ti preoccupare piccola'. Solo io posso chiamarla così. Mi dirigo in camera mia e appena entrato sbatto la porta, facendo cadere un quadro. Dopo lo raccogliero'. Mi avvicino alla finestra e scosto le tende. La macchina sportiva e nera di Kendall parte, portando Erika lontana da casa. Lontana da me.
Pov's Erika
Assaporo il dolce gusto del cioccolato al latte del gelato, dove in alcuni punti è mischiato con la fragola. Mi serviva qualcosa che mi rinfrescasse. Siamo a metà settembre e fa ancora molto caldo a Los Angeles.
"Grazie a lei, arrivederci" saluta Kendall uscendo dalla gelateria.
"Guarda che non c'era bisogno di pagare anche per me" gli dico per la millesima volta.
"Zitta e mangia" mi ordina ridacchiando. Scuoto la testa sorridendo e mi rassegno.Guardo con la bocca spalancata Kendall che si gusta l'ultimo piccolo pezzo di cono del mio gelato.
"Mamma che buono" dice per la decima volta per poi scoppiare a ridere.
"Ma... ma..." balbetto cercando di trattenere un sorriso. "Era il mio gelato!" Esclamo unendomi alla sua risata.
"Sei cattivo" concludo per poi continuare a camminare di fianco a Kendall, che si asciuga le lacrime per il troppo ridere.
"Non sono cattivo" dice serio guardandomi. "Sono affamato" conclude. Scuoto la testa continuando a sorridere. Kendall è totalmente diverso da James. È simpatico, solare, dolce e mi fa ridere. Non cambia umore da un momento all'altro. Sa rendermi felice."A che pensi?" Mi chiede. James saprebbe già a cosa sto pensando. È come se mi leggesse nella mente. Con un solo sguardo capisce se sono triste o meno. Se sono in vena di chiacchierare oppure no. E questo in una sola settimana.
"Al comportamento di James" sussurro con sguardo basso.
"Ah"
"Già" annuisco con il capo.
"Vuoi parlarne?" Mi chiede
"Tu vuoi ascoltarmi?"Mi guarda negli occhi e mi prende la mano, sorridendomi.
"Certo. Vieni, sediamoci qua" risponde mentre ci sediamo su una panchina del parco. Prendo un lungo respiro e cerco di tranquilizzarmi.Gli racconto tutto: della mia vita, della morte di mia madre e di mio fratello, degli incubi, di cosa è successo questa notte, dei cambiamenti d'umore di James, del supermercato. Anche della droga. Non mi ha criticato. È rimasto attento ad ascoltare ogni singola parola. E quando ero sulla soglia del pianto mi prendeva la mano e me la baciava, per poi dirmi di non preoccuparmi. James avrebbe fatto la stessa cosa? Mi avrebbe ascoltata? Mi avrebbe preso la mano per farmi forza? Non credo.
Quando finisco di parlare è come se un grosso macigno si sia tolto dalle spalle. Sono contenta di avergli raccontato tutto."James è fatto così. È molto lunatico e nemmeno lui ha avuto una vita facile. È rimasto orfano quando era bambino ed è stato adottato. Ma questo, se vuole, deve raccontartelo lui. Mi dispiace per la tua perdita. Non ti posso capire perché non mi è mai capitato, ma ti voglio già bene e, se vuoi, possiamo affrontare questo trauma insieme e..." Non gli faccio finire la frase che mi avvento su di lui e lo stringo forte a me. Ricambia l'abbraccio quasi subito baciandomi più volte sulla guancia.
"Grazie Kendall" gli dico.
"Ti voglio bene piccola"
"Te ne voglio anch'io." Ci stacchiamo dall'abbraccio e mi asciuga con il pollice le poche lacrime dagli occhi. "Dai adesso andiamo" dice alzandosi e porgenomi la mano. La prendo e ci dirigiamo in macchina.Durante il tragitto per tornare a casa ci scambiamo i numeri di telefono e continuiamo a chiacchierare del più e del meno. Siamo stati tutta la mattinata fuori a parlare e a scherzare. Ci siamo conosciuti meglio e gli voglio già bene. Si ferma davanti a casa di Jenni e Amy.
"Ci sentiamo dopo" dico mentre gli lascio un bacio sulla guancia. Sorride mostrando due fossette meravigliose. Apro la portiera della macchina e scendo. Mi dirigo verso casa e una volta entrata Kendall parte con la sua auto. Chiudo la porta e James è sdraiato sul divano, mentre guarda la televisione. Sembra che non mi abbia visto.
"Ciao" lo saluto. Alza lo sguardo e mi squadra dalla testa ai piedi per ritornare a concentrarsi sul programma trasmesso in televisione. Prendo un bel respiro e salgo le scale per entrare in camera mia e buttarmi esausta sul letto.Angolo autrice:
Ciao ragazzi!!
Sono contenta perché ho aggiornato abbastanza presto.
Allora: io quella puntata (video sopra) la adoro e, ovviamente, anche la canzone. È bellissima la reazione di Lucy: Assomiglia troppo quando prendo un voto sopra il 6 di matematica...
Vi piace il capitolo? Cosa ne pensate di Kendall? Secondo voi vuole essere amico di Erika o qualcosa di più? Scrivetemelo nei commenti!!
Da Topolina16
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You||James Maslow||
Fiksi PenggemarErika e James: il sole e la luna, l'alba e il tramonto, la luce e le tenebre. Due persone totalmente diverse tra loro. Ma nessuno dei due sa quanto siano uguali. Dal libro: "Come doveva essere la serata?" Chiede "Dopo aver conosciuto Logan-inizi...