Prologo

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Eccomi qui.

Non so chi sono.

Non conosco il mio nome, la mia età.

Non ricordo il volto dei miei genitori.

Sono sola. Abbandonata.

L'acqua salata bagnava i miei piedi. La sabbia incollata alla mia guancia mi pungeva e avevo una strana voglia di uccidere qualcuno... Volevo vendetta su qualcuno, ma non ne ricordavo il motivo... Il colmo vero?
Aprii gli occhi. Era notte fonda, la spiaggia sulla quale mi trovavo era illuminata solo dalla luna e da qualcosa nella mia tasca... Una pietra. Brillava di luce propria, ma non avevo la più pallida idea di cosa fosse.
C'era qualcos'altro. Due bastoni, diversissimi l'uno dall'alto. Uno era stretto e lungo, di legno, sembrava esercitare una strana forza contro la pelle della mia mano, e ne ero completamente attratta. Aveva un manico decorato con un serpente, sempre intagliato nel legno. Sarà stata lungo circa 20-25 centimetri.
L'altro era più corto. Era di avorio, e di metallo, aveva una forma cuneiforme abbastanza insolita e ricordava una penna. Anche questo era decorato con un serpente, questa volta d'acciaio. Probabilmente fino a qualche ora fa, sapevo cosa fossero, a cosa servissero, ma adesso... Vuoto.
Mentre osservavo i due bastoni, notai qualcosa di strano sul mio polso. Un tatuaggio. Uno stranissimo tatuaggio. Era una specie di corda che si incontrava su un punto. Formava un rombo con due prolungamenti che sembravano ali.

P...t...r... A...ge...co.

Ecco quello che si formò nella mia testa. Non significa niente! Pensai.
È come quando hai qualcosa ad un passo da te, ma non riesci ad afferrarlo.
È terribilmente frustrante.
Cercai di alzarmi, ma ebbi un giramento di testa e ricaddi sulla sabbia. Mi sentii imbarazzata. Probabilmente nella mia vita non ero abituata ad essere sconfitta, nemmeno dalla gravità.
Ci riprovai con più determinazione. Questa volta le mie gambe ressero. Ero a piedi nudi. Indossavo un jeans nero e una giacca di pelle. Le mie gambe erano lunghe e snelle, avevo una cintura con ogni genere di pugnale appeso. Non credo di essere stata una brava persona, pensai.
Mi diressi verso l'acqua e ci entrai per sciacquarmi. Ma non sentii niente. Non mi bagnavo.
Lanciai un urlo uscendo immediatamente dall'acqua. Guardai le mie mani... Che cos'ero? Un'assassina? Un'assassina marina per caso?
Una ciocca di lunghi capelli bruni fu spostata dal vento sulla mia guancia.
Notai una borsa di pelle nera sulla spiaggia, vicina a dove ero stesa priva di sensi.
Avevo paura di scoprire cosa contenesse. Se fossero state altre armi mi sarei messa ad urlare.
No, non a piangere. Io non piango.
La borsa era piena di libri. Fantasy, a quanto pareva. Lessi i titoli.
Harry Potter... Un nome.
Ce n'erano altri sei. Parlavano di un ragazzino, che scopre di essere un mago e insieme ai suoi amici vive tantissime avventure...
C'era qualcos'altro nella borsa, altri libri...
Percy Jackson... Un ragazzo, c'era scritto semidio, figlio del dio del Mare e di una mortale. C'è n'erano altri nove.
Infine Shadowhunters. Sulla copertina c'era lo stesso simbolo che avevo io tatuato. Sono una fan di saghe fantasy? Una fan pazza che si tatua i simboli delle saghe che le piacciono sul corpo?
Magari ho anche i modellini delle armi, questo spiega tutto. Sono una collezionista pazza. Una nerd.
E riguardo all'acqua? Magari le mie mani erano ancora troppo rigide, chissà per quanto sono stata svenuta. E perché...
Be', se quei libri mi piacevano così tanto, perché non leggerli ora, mi chiesi. Mi sedetti sulla sabbia che mi aveva fatto da letto e incominciai da Harry Potter.

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