Cap.13

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BIANCA
Poi mi avvicinai, e incrociai le labbra con le sue. Erano calde, morbide, e sapevano di caffè, cacao e panna. Non si spinse più in là di un casto bacio sulle labbra. Mi fece piacere: forse ero una persona importante e voleva fare con calma, oppure non gli piacevo, o era il primo appuntamento e non voleva essere affrettato o apparire poco galante? Quando ci staccammo mi accarezzò la guancia e mi stampò un altro bacio sulle labbra, più passionale stavolta. Ero felice. Ma quando chiudevo gli occhi mi appariva l'immagine di Fra, che mi stringeva e poi mi stampava un bacio leggero sulle labbra. Scacciai questi pensieri e mi concentrai su Dario.
Quando ci staccammo mi accorsi che stavo fissando le sue labbra stupende e lui le mie. Poi sorrisi. Anche lui sorrise, mentre mi guardava. 《Mi piaci, Bianca. Moltissimo. Potremmo uscire insieme un'altra volta, se ti va.》
Propose lui. Aveva uno sbaffo di rossetto sulle labbra. Glielo levai. Lui scoppiò a ridere. 《Scusa, che figuracce.》
《È una cosa dolcissima.》risposi sorridendo. 《E comunque sì. Voglio uscire con te altre volte. Sono stata benissimo oggi pomeriggio, e vorrei ringraziarti per avermi fatto sentire così bene. Grazie mille Dario.》abbassai lo sguardo a terra.
Lui mi prese il viso tra le mani e mi guardò. 《Non devi ringraziarmi per niente. Sono io che devo ringraziare te. Sei fantastica.》a quelle parole rabbrividii.
Mi faceva sentire così bene!
Mi accompagnò in macchina fino a casa, dove lo salutai con un bacio sulla guancia e scesi dalla macchina, canticchiando. Aspettò che entrassi, come un vero gentiluomo. Quando entrai in casa canticchiando e con lo sguardo felice, i due piccioncini che erano sul divano abbracciati si girarono verso di me e poi si guardarono straniti.
《Che c'è ragazzi?》chiesi. Loro mi guardarono come se vedessero la luce divina.
《Stai canticchiando felice e sorridendo. Cosa è successo?》chiese Ale curioso. Io e Marti ci scambiammo sguardi d'intesa e lei scoppiò a ridere. Si alzò dal divano e mi condusse in camera mia, sotto le proteste di Ale, che voleva sapere.
《Raccontami tutto. È bello? È gentile? È dolce? È romantico? È simpatico? Che avete fatto? Dove ti ha portato? Senti voglio sapere tutto. Nella tua ultima relazione ho saputo tutto a cose fatte e non ho fangirlato nemmeno un secondo.》
Scoppiai a ridere. La accontentai e gli raccontai tutto per filo e per segno, accompagnato ogni tanto da qualche sospiro sognante.

FRA
Tornai a casa la sera. Ero felice, ero uscito con Ginevra ed ero stato benissimo. Andai a raccontare tutto a Bianca. Era distesa sul letto con il suo telefono a scrivere a qualcuno che pensai fosse molto divertente, perché non la finiva più di sorridere.
Mi lanciai sul suo letto e cercai di spiare. Dario era il nome del tizio della chat. 《Ehiii》protestò lei ridendo. Cominciai a farle il solletico e mi venne spontaneo sapere il suo punto debole. I fianchi. Così le feci il solletico mentre lei rideva a crepapelle. Era bellissima.
Poi cominciai a raccontarle.
《Sono uscito con Ginevra, oggi pomeriggio.》Lei apparve sorpresa. Annuì.
《È stato divertente. Siamo andati a prendere un caffè al bar, e abbiamo fatto una passeggiata per qui. Lei è carinissima, è dolce, intelligente, bella, gentile, educata. Mi piace molto.》
Mi chiese se ci eravamo baciati.
Risposi di sì, ma non le dissi che quando avevo chiuso gli occhi era apparsa lei, sempre nella stessa immagine. Non capivo cosa volesse dire. Era la prima cosa che avevo ricordato, ma cos'era quel posto e perché lei? Cosa era successo quel giorno? Volevo chiederle tutto ma non ce la feci, così restai sul suo letto a sentire il racconto della sua uscita con Dario. A quanto pare un ragazzo bellissimo e galante. E tutte quelle smancerie lì.
Dillo che sei geloso allora. La mia coscienza non perdonava. Non ero geloso. O forse sì. Forse lei mi piaceva ma...no. Era la mia migliore amica. Non volevo rovinare tutto. Decisi di lasciare sbollire la cotta, perché ero certo che si trattasse di questo, e di non pensare più a lei.

BIANCA
Quando Fra prese a raccontarmi di Ginevra avevo una voglia matta di urlate.
Avrei voluto dirglielo. Prendergli il viso tra le mani e dirglielo. Dirgli che lo amavo, che stavamo insieme e che anche lui mi amava. Baciarlo e basta. Finirla con questa finta. Ma non potevo. Ormai avevo preso una strada e dovevo portarla a termine.
Le nostre strade si erano separate, e non potevo farci nulla, se non continuare la mia vita indipendentemente da lui e continuare la banale storia del bicchiere e del mare. Ormai era diventata una fissa. Quando pensavo a lui cercavo di chiudere tutto il mare dentro il bicchiere e poi svuotarlo.

Let me dream today 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora