La sveglia suonò alle 8 precise, quel motivetto che trillava fin dentro alle mie orecchie, mi aveva fatto balzare sul letto a sedere.
Già da quel momento, decisi che quel giorno sarebbe stato un giorno da maledire.
Beh, senza troppi gingilli, più che altro per non far figuracce con la collaboratrice dell'oratorio che ci dirigeva tutti, cominciai a fatica a prepararmi. Feci la colazione, poca roba: latte e cereali, anche se sapevo che sarebbero pesati un sacco con il mio metabolismo. "Per quanto" dissi a me stessa "questa giornata non andrà mai bene, facciamola andare male fino in fondo."
Indossai la mia maglietta di un colore che assomigliava al prugna, con su lo stemma dell'oratorio (per essere riconosciuta come animatrice) e un paio di jeans corti, che sapevo su di me facessero quell'effetto 'polpettone ingolfato', ma, come detto prima, me ne fregava ben poco di come potesse sprofondare quella giornata.
Preso tutto, chiavi e soldi compresi, scesi, montai sulla mia bici a dir poco malridotta e mi diressi all'oratorio che dalla mia casa non distava molto.
Arrivai davanti al cancello scuro.
"Eccoci."
Mi feci forza ed entrai, spingendo contro la maniglia.
Ad accogliermi c'erano tre ragazzi piuttosto grandi in confronto a me (avranno avuto dai 16 ai 17 anni) e poi riconobbi in lontananza la figura di Eleonora, la collaboratrice.
Salutai cortesemente i tre ragazzi, non con poco imbarazzo, e corsi da lei.Ciao! Lorena, giusto?
O no! Aspetta, aspetta!
Beatrice!Sono Claudia... Piacere
Ciao Claudia! Scusa tesoro ma qui ho tante persone da tenere sotto controllo.
Quanti anni hai? Non ricordoQuattordici. Sono qui per fare l'animatrice
Si si... Fin li c'ero arrivata. Okay Claudia, appoggia pure la tua borsa dentro quella struttura, ultima stanza a destra.
Grazie
Non sapevo esattamente se quel "fin lì c'ero arrivata" era ironico, sarcastico o detto con cattiveria, ma in quel momento era l'ultimo dei miei problemi: ora dovevo attraversare il cortile con tutti quei bambini e quegli animatori. Mi sentivo tutti gli occhi puntati addosso, ma d'altra parte non potevo fare altro che andare avanti a testa bassa.
Raggiunsi l'edificio di cui mi parlava Eleonora. Entrai.
Davanti a me c'era un bar, piuttosto piccino, ma d'altra parte era un bar d'oratorio. La signora che stava al bancone mi accolse con un sorrisoneCiao cara! Ti serve qualcosa? Ah la vostra stanza forse! Vieni qui alla mia sinistra c'è un corridoio, l'ultima porta a destra.
Quella donna sapeva già tutto. Chissà quanti nuovi arrivati si era vista passar davanti. Ad ogni modo, ringraziai come mio solito, e camminai fino al corridoio.
Prima di attraversarlo per raggiungere, come mi era stato detto, l'ultima stanza a destra, mi guardai intorno. La prima porta a sinistra conduceva al bagno e la prima a destra alla segreteria.
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La Ragazza Che Voleva Amore
Teen FictionStoria di una ragazza e della sua storia. Una storia estiva, di amore, amicizia che segnerà la sua vita.