Capitolo 15- ♦Non ti affezionare troppo a me♦

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Scusami?

Sta - più - attenta.

Ti pare che mi piaccia farvi rincorrere i bimbi in giro per l' oratorio?!

non penso

E allora lascia che ti ringrazi senza fare troppa polemica.

In realtà la polemica la stavo sollevando solamente io. Ma ero troppo arrabbiata per potergli dare ragione.

Mi pentii istantaneamente del mio comportamento. Lui era più grande, più responsabile ed esperto di me, non ero io a dovergli dare consigli o sgridarlo.

Lasciai il compito di far ricominciare il gioco ai tre ragazzi e mi unii a Lisa e Stella, che se ne stavano sedute per terra in un angolo.

Mah...

Quel bimbo è una furia, eh?

Si ma... non è quello...

Cosa allora?

Anche Lisa sembrò resuscitare dal suo stato di trans per la curiosità

Non c'è... Nulla... Insomma... Non c'è nulla che vada bene. Prima con i ragazzini, adesso con i bambini. Mi sento un disastro.

Sentii Stella tirare un sospiro, e, da più intelligente tra lei e Lisa, cominciò a parlare con un tono che sembrava più di pena che di consiglio

I bambini possono essere molto irrequieti, non per questo ti devi tirare giù le prime volte... Anche io...

Tu? Ah, tu sei perfetta

...Come?

Tu, tu Stella, sei perfetta. Guardati. Bionda, occhi azzurri, alta, magra... Hai fatto amicizia con un sacco di bambini e ci vai d'accordo. Poi guarda me

Clo, ti potrà sembrare strano, ma anche io ho dei difetti e di certo non sono io la persona perfetta.

Se non era perfetta lei...

Mi alzai e andai verso Riccardo senza voltarmi a dare spiegazioni né a Stella, né a quello stoccafisso di Lisa, che se ne stava lì imbambolata dall' inizio della nostra conversazione.

Serve una mano?

Se ti do da lanciare la palla, ce la fai a non farti scappare di mano anche quella?

Si girò verso di me con il pallone in mano. La sua battuta non mi aveva fatta arrabbiare come pensavo, non era un tono cattivo o accusatorio: era semplicemente una battuta su cui ridere

Cercherò

Gli feci l'occhiolino, presi la palla e la lanciai al centro di quello che doveva fin dall' inizio essere un cerchio umano.

Tante piccole vocine strillavano all'unisono "A me! Passa a me!" e facevano vibrare i timpani, ma era una situazione talmente carina, da farci scappare un sorriso. Un sorriso a me, uno a Riccardo, uno a Federico. Ma a Stefano no, Stefano non sorrideva.

Come mai Stefano non sorrideva? Perché tendeva a nascondere le sue emozioni?
Sembrò leggermi istantaneamente nel pensiero.
Si girò verso di me, ma non mi guardava. Aveva lo sguardo vuoto e perso.

Mi imbambolai a guardare i suoi occhi scuri privi di ogni emozione, la sua espressione seria e fredda, il suo apparente disinteresse per tutto il resto del mondo.
Mi affascinava. Più lo osservavo, più avevo voglia di conoscerlo.

Clo, prendi la palla!

Un bambino l'aveva lasciata uscire dal cerchio

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