Mi girai. Non vidi nessuno. Eppure ero sicura che.. Boh. Non c'era nessuno. Mi voltai verso il mucchietto di schifezze che stavo raccogliendo e ricominciai a spazzare.
Davvero, vuoi una mano?
Mi voltai di nuovo. Questa volta mi guardai meglio in giro, ed effettivamente c'era qualcuno. era Martina. Cosa voleva quella peste? Se ne stava in un angolo appoggiata allo stipite della porta.
Vedo che fai fatica, aspetta ti prendo la paletta
Grazie, ma non serve...
Neanche il tempo di aggiungere una parola, che quella piccoletta era ritornata con alla mano una paletta che pareva essere più alta di lei.
Beh grazie.
Presi la paletta e, aiutandomi con la scopa, spinsi i rimasugli dei lavoretti.
Domani sarai ancora a guardia del cancello?
Penso di si e spero di no.
Ah Ok
Quella pestifera aveva qualcosa in mente, ma era talmente 'intelligente' che si era fatta beccare da sola.
Perché me lo chiedi?
Così... Nessun motivo particolare.
Odiavo il suo tono presuntuoso. Finii più in fretta che potevo e lasciai la bambina al bar ad aspettare la sua mamma.
Aspetta!
Evidentemente non aveva finito di chiedermi informazioni.
Dimmi
Domani mi farai entrare a salutare mia sorella, vero?
No, mi spiace, non posso proprio... Stento a credere che tu abbia una sorella là dentro.
E invece ce l'ho!
Allora alla tua mamma non dispiacerà se le chiedo il suo consenso per farti stare con lei. Dimmi il suo nome così posso parlarle quando viene a prenderti.
Emmm... La mamma... A lei non piace che parlo di mia sorella.
E come mai?
Perche si vergogna, perché è maleducata.
Era la scusa più idiota che avessi mai sentito, ma alzai gli occhi al cielo ricordandomi di avere a che fare con una bambina di circa 7 anni.
Piccola, non ti farò entrare nel cancello.
Ma là c'è mia sorella!
Dammi il suo nome, vado a controllare in segreteria.
Non lo ricordo!
Ne avevo abbastanza di stare al suo gioco, la mollai là, sulla stradina e mi diressi verso il campo da basket, perché c'era altro lavoro da fare.
Che scocciatrice quella bambina.
Arrivai al campo, dove stavano Riccardo e altri due ragazzini a giocare a pallavolo.
Non avevo voglia di fare conoscenze, ma ho sempre amato giocare a pallavolo, e Riccardo non avrebbe potuto dirmi di no.Posso unirmi?
Si si, tu stai con lui.
Yeee... Evviva... Grazie Riccardo.
Spinse con una mano uno dei due ragazzini verso la metà del campo in cui ero.
Cominciammo a giocare...Ho parlato con Eleonora!
Cosa c'era ancora...?
Martina.Cosa ti ha detto?
Che posso entrare nel campo.
Va bene. Domani chiedo conferma e se è tutto vero non ci sono problemi.
Va bene.
Basta. BAS-TA. Chiuso il discorso. Avevo già perso troppo tempo con quella bimbetta.
Ora ero finalmente libera.
Libera?
Nah.
Neanche il tempo di schiacciare un'ultima volta, che Eleonora ci chiamò tutti. Era l'ora di andarcene.
Presi uno dei palloni sparsi sul campo, e mi diressi nella nostra stanza, Riccardo fece lo stesso.
Appoggiato il pallone nella scatola, presi la mia borsa e feci per uscire dalla stanza, ma Riccardo era in mezzo e mi bloccava involontariamente.
Come sfiga vuole, facemmo prima tutti e due un passo in una direzione, poi in un'altra.. Fino a che ci guardammo in faccia con tutta l'aria di essere divertiti da quella situazione imbarazzante.
Con una risata accennata, finalmente, riuscimmo ad andare ognuno dove voleva.'Brava Clo, belle figure che fai...' mi dissi
Non avevo più voglia di stare in quel posto con quelle persone, mi conveniva andarmene. Presi la bici e, con il permesso di Eleonora, uscii dal cancello, concludendo definitivamente la mia prima giornata di quello che sarebbe stato il mio lavoro di tutta un'estate.
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La Ragazza Che Voleva Amore
TienerfictieStoria di una ragazza e della sua storia. Una storia estiva, di amore, amicizia che segnerà la sua vita.