Ancora una volta la sveglia. Ancora una volta la non-voglia di alzarsi.
Era passato solo un giorno, e già mi sembrava passata un'eternità. L'oratorio non mi piaceva. Le persone mi davano compiti ingrati. E quel giorno erano addirittura le 7!...
Mi feci forza e mi alzai...
Per poi ricadere miseramente sul materasso a mo di cadavere.'Ditemi che è un incubo'
Nah. Non lo era.
Dopo essermi preparata a dovere, presi la borsa e la bici, come il giorno prima, e partii alla volta dell'oratorioooo (*yeee*)
Costeggiai il muro di cemento oltre il quale era situata la struttura e, con mia grande sorpresa, non sentii i soliti schiamazzi e le solite urla dei bambini.
Entrai e vidi i campi semivuoti, qualche personcina sparsa qua e là, ed il solito gruppetto di animatori stipato in un angolo a parlottare di chissà quali gossip.
In fondo non era male fare 'pre-oratorio'. Che silenzio!
Come il giorno prima posai le mie cose nella stanzina, come il giorno prima salutai Eleonora e la signora gentile al bar.
Poi, contro ogni mia previsione, mi misi ad ascoltare le conversazioni degli animatori, che stavano appoggiati al corrimano del piccolo scivolo davanti al bar....E sai poi cos'ha fatto???
No! Cosa?!
È andato dalla bambina e gli ha detto con tono autoritario di piantarla o non gli avrebbe più prestato la macchinina!
Che discorsi pieni di fantasia. Sei all'oratorio e parli di oratorio.
Invece io avevo voglia di parlare di interessi, di passatempi... In fondo si, eravamo 'al lavoro', ma era mattina e di lavoro ce n'era poco!
Beh insomma, quei discorsi sembravano divertire molto le persone interessate, quindi mi limitai ad appoggiarmi anche io al corrimano vicino a loro e ad ignorarli, guardandomi in giro e cercando di indovinare i nomi dei bambini che pian piano entravano dal cancello.
Poi riconobbi il viso di Riccardo che aveva appena varcato l'entrata in sella alla sua bici nera.
Riccardo era molto conosciuto, da quanto potei capire, sia dai bambini sia dagli animatori.
Appena raggiunse il gruppo in cui mi ero intrufolata, passò a salutare tutti. E sapeva tutti i loro nomi.
Tutti, tranne il mio.
Provai una strana sensazione, come di goduria, nel vedere che non sapeva come salutarmi. Ma come ogni compagnone che si rispetti, trovò subito il modo di riprendersi dall'imbarazzo:Ciao! Bella!
E mi batté il cinque. Pfff... I soliti ragazzotti pieni di se.
Tutti gli animatori più grandi, avevano una maglietta color rosso acceso, mentre io ne avevo una color prugna. Perciò dovevo cercare qualcuno con la mia stessa maglia per potermi accertare che avesse la mia stessa età.
Ma niente. Quella mattina ero l'unica ragazza di 14 anni a fare il turno di Pre.
Passai un'ora a cercare facce note tra i bambini e gli animatori che pian piano arrivavano, ma riconobbi solo un paio di bambocci-ribellini-swag che qualche sabato sera prima avevo beccato in giro per il paese a fare gli spacconi e a prendersela con i bambini delle elementari. Quella era la categoria di persone che più odiavo, e quella era la categoria che dovevo sopportare, come assegnato da Eleonora.
Finalmente arrivò il momento di riunirsi sotto al portico! Finalmente erano le 9!
La messa della mattina...
Il ballettino osceno...
Le raccomandazioni che nessuno avrebbe seguito...
Si... Tutto normale.
Io fui mandata sul campone con i tredicenni, come il giorno prima.
Graziano oramai si era dato una calmata, mi vide e mi disse:Se ti capita che qualche ragazzino ti venga a dire che ha sete o che deve andare al bagno, sia che te lo chiedano da dentro, sia che te lo chiedano da fuori il cancello, digli che in fondo a quel corridoio ci sono i bagni e le fontanelle, e che quelli fuori in alternativa possono andare al bar.
Capito, grazie
Oh. Hallelujah. Una direttiva. Ora sapevo che fare.
Il caldo quel giorno era insopportabile, ed io, dalla pelle così bianca da sembrare albina, mi stavo letteralmente sciogliendo e bruciando allo stesso tempo. Non avevo cappelli, non avevo creme solari, non avevo occhiali da sole, ed ero a guardia di un cancello bollente.
Che bella situazione.
Dopo pochi minuti dall'inizio dei giochi, si avvicinò una ragazzinaHo sete
Mi indicò fuori dal cancello
Là in fondo ci sono le fontanelle
Ero fiera della mia risposta. Ora come avrebbe controbattuto?
Ma quell'acqua è più calda.
No ma... Serio? Davvero?...
Accontentati, non posso farti uscire.
Okay...
Fortunatamente non aveva neanche lei voglia di discutere quel giorno, evidentemente il caldo dava alla testa anche ad altra gente.
A lei seguirono altri tre ragazzini, tutti e tre con la stessa scusa. Mi venne il dubbio che quella non fosse proprio falsa...
Chiamai una delle animatrici nel campone (che non stava facendo nulla, se non parlare con le ragazzine della nail-art di una di esse)
E le chiesi cortesemente di tenere guardia al cancello per un paio di minuti, così da poter verificare che l'acqua fosse veramente calda.
A parte la sua faccia da beota, notai subito la sua corporatura esile e snella che, nel caso di un attacco da parte dei ragazzini, non sarebbe stata capace di incassare gli spintoni ed i pugni.
Mi dissi che dovevo fare in fretta.
Corsi alle fontane e girai il rubinetto.Ma... Che schifo! è piscio!
Esclamai...
Si... Faceva davvero senso, era veramente acqua calda.
Acqua calda e giornata estiva non vanno d'accordo, così decisi che appena fossero finite le ore di gioco, sarei andata a parlare col Don.
Tornai sempre di corsa e vidi la tipa a cui avevo affidato la guardia, davanti al cancello con la testa volta all'insù ed un'espressione terrorizzata.Che hai visto?
Api! Lassù!
Dai...cazzo... No... Io ero allergica al veleno delle api...
Ah... Vabbé lascia, ci penso io qui, fino ad ora non hanno dato fastidio.
Si si. Clo. Fai tanto l'eroina, tanto ti stai cacando sotto.
Si, avevo paura. Ma che dovevo fare? Era il mio compito stare là, e là dovevo stare.
Poi sentii un pizzico sulla schiena.
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La Ragazza Che Voleva Amore
Teen FictionStoria di una ragazza e della sua storia. Una storia estiva, di amore, amicizia che segnerà la sua vita.