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                                                      10/01/15

"Hei cavolo scusami! È che c'è un sacco di gente fuori e devo prendere un caffè o qualcos'altro per calmarmi. Mi dispiace davvero!" Si scusa.

La sua voce.
La sua fottuta voce.
Come la amo.
Il mio cuore sta impazzendo e non voglio nemmeno immaginare la mia faccia in questo momento.

Lei è agitata, è molto emozionata per l'evento, si vede.

"Non preoccuparti, sembri abbastanza preoccupata." Cerco di sembrare il più normale possibile.

"Uhm vedi ho un evento oggi proprio qui e quelle persone sono tutte qui per me... È così imbarazzante! Non lo sembro ma sono una persona molto timida."

"So chi sei... Eleonora, giusto? Mi è capitato di vedere delle tue foto, sai." Mi è capitato, certo...

Lei annuisce e mi aiuta a prendere le cuffie cadute a terra.

Si sono rotte, magnifico direi. Ma ne è valsa la pena.

"Oh mi dispiace un casino! Senti devo ripagare in qualche modo." Sembra disperata mentre parla e questo mi fa sorridere.
"Non devi preoccuparti, ne ho proprio un altro paio a casa." Dico.
"Non importa, le ho comunque rotte. Come ti chiami?" Mi chiede.
"Emma. Piacere."
"Bene, Emma, ti offro un caffè per iniziare, okay?"
"Ma tutte le persone lì fuori ti stanno aspettando." Le indico con un cenno di testa.
"Non mi hanno vista, sai, le strade secondarie. Ero troppo emozionata per passare davanti a loro." Ride.
Io arrosisco, sento le guance infiammarsi.
"Okay allora... Uhm..." balbetto.
"Non preoccuparti, è solo un caffè, non ti sto offrendo mica il mondo."
Il mondo, per ora, non esiste più.

Ho te in qualsiasi angolo della mia mente.

Non è possibile.
Non posso provare queste cose, non per lei.

Ci avviciniamo al bancone, nel posto più isolato, sperando che nessuno si accorga di lei.
Ordina due caffè, ma uno macchiato, per me. Lei lo prende amaro, ha detto.
Anche se ne ho preso uno poco fa, un altro non mi fa mica tanto male; soprattutto se è con lei.

Mi ricorda La vita di Adele ma noi siamo molto più sobrie.
In un bar normale, con del normale caffè.

"Sei molto silenziosa, eh?" Mi dice appena il caffè arriva.
"Uhm... Io... Si, abbastanza."
"Con me puoi parlare, anche se poco prima ti ho buttato a terra, sai?" Ride. Che bella risata che ha.
Eppure quando i miei compagni ridevano, non mi sentivo così...
Lei è... Indescrivibile.

La maniera in cui si lecca le labbra per togliere quel poco di caffè.
Quando abbassa gli occhi per bere.
Quando li punta verso di me.
Quando passa una mano fra i capelli.
La felpa sottile e larga che indossa è così bella, o forse come sta a lei è perfetta.

Tutto di lei, noto tutto.

"Allora, Emma. Quelli sono tuoi amici?" Indica con il muso quei tre cretini che ci stanno guardando.
Ah Dio, potrebbero evitare almeno adesso.
E se hanno notato il mio imbarazzo?
E se hanno capito tutto?
Devo salutare Eleonora anche se il cuore mi dice di restare.
"Uhm si, stanno guardando da un po, vero?" Domando.
"Si. Sembri imbarazzata." Sorride.
"Ecco, io... È complicato."
"Puoi parlarne se vuoi."
"Si è fatto tardi, non credi? C'è gente che ti aspetta da un sacco."
"Mi incuriosisci un sacco, sai, Emma." Fa ancora quel sorriso che intende non so cosa.
Una ragazza si avvicina... È lei, la sua ragazza.
"Ele dai, devi andare. Ah ciao, io sono la ragazza." Si presenta cordialmente a me.
"Piacere, io sono Emma."
"Bene, noi andiamo.'" Interviene la fidanzata, ovviamente.
"Solo un momento." Eleonora la interrompe e si avvicina al mio orecchio per non farsi sentire.

"Domani ci sei?" Il cuore perde un battito.

"Io..." Cerco di rispondere.

"Stessa ora e stesso posto. Ci conto."

E va via con quel sorriso, di nuovo.

Resto imbabolata a guardarla andare via con la tazza ancora mezza piena di caffè in mano.

I'm not okay, but It's okay. (#WATTYS2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora